Surface Pro 4: sostituisce il vostro notebook e Microsoft torna cool

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Sistema Operativo ed applicazioni

Difficile battere il Surface su questo terreno. Come detto più volte, il Surface non esegue una versione mobile del sistema operativo ma la versione standard di Windows 10 a 64bit. Questo dà al dispositivo accesso non solo allo Store di applicazioni Microsoft ma a tutte le milioni di applicazioni Windows passate, presenti e future che sono o saranno disponibili. Questa è la principale differenza tra Surface ed i suoi competitori, soprattutto se si considera che si tende a categorizzare questo dispositivo come tablet e quindi a confrontarlo con device che di solito invece supportano solo le versioni mobili delle applicazioni.

Lo store di Windows 10 include già molte applicazioni UWP compatibili con moltissimi dispositivi. Nell'immagine, una applicazione (scontata!) disponibile per PC desktop, smartphone, Surface Hub e HoloLens !
Lo store di Windows 10 include già molte applicazioni UWP compatibili con moltissimi dispositivi. Nell’immagine, una applicazione (scontata!) disponibile per PC desktop, smartphone, Surface Hub e HoloLens !

Microsoft sta investendo molto nella piattaforma Windows 10 e nella convergenza tra dispositivi mobili, desktop e console, oltre che l’IoT. Lo store conta già centinaia di migliaia di applicazioni e sebbene Microsoft sia un in ritardo sul lato smartphone, la possibilità per questi ultimi di utilizzare le applicazioni Windows 10 UWP (Universal Windows Platform) e l’ovvia convenienza per tutti gli sviluppatori a creare applicazioni UWP che possano funzionare su una sterminata gamma di dispositivi (ai PC Windows 10, si aggiungono i tablet, gli smartphone, le Xbox – da Agosto, con l’ultimo aggiornamento di sistema –, i Microsoft Surface Hub – i display touch interattivi – e persino l’headset di realtà virtuale HoloLens) che conta già centinaia di milioni di installazioni porterà certamente i suoi frutti anche sul lato smartphone. Del resto, giganti come PayPal e Amazon e molti istituti bancari hanno già annunciato le versioni UWP delle loro applicazioni perché non possono perdere un eco-sistema sterminato come quello Windows. Surface non fa quindi eccezione ed dà accesso a questa collezione di nuove applicazioni.

Ma Surface può eseguire tutte le applicazioni legacy, persino quelle MS-DOS (!!), qualora ne aveste bisogno, ed in più può essere utilizzato perfettamente come macchina di sviluppo con l’installazione di Visual Studio con il supporto dello sviluppo anche di applicazioni per mobile grazie alla presenza di Hyper-V. Del resto, l’uso di Hyper-V per l’esecuzione di macchine virtuali è una delle mie attività principali ed il motivo per cui ho scelto Surface.

La capacità del dispositivo di passare dalla modalità desktop a quella tablet (anche in automatico, basta sganciare o riagganciare la tastiera) rende inoltre Surface unico nel suo genere perché consente di avere due collezioni di applicazioni diverse da usare nelle due modalità. La prima, pensata per l’uso più tradizionale con tastiera e mouse; la seconda, invece ottimizzata per l’uso come tablet ed orientata più alla gestione touch o all’uso della Surface Pen. Alcune applicazioni come Office si adattano automaticamente alle due modalità ed è possibile configurarle in base all’uso che se ne sta facendo. Altre, come le applicazioni progettate per l’uso con Surface Pen, sono invece utilizzabili a pieno in una delle due modalità.

Sia come sia, avere a disposizione effettivamente due tipi di dispositivi diversi – con tutti i vantaggi della condivisione dei dati e della mobilità – è un grande “like” per Surface. Sarà difficile per i competitor del gigante di Redmond combattere su questo terreno nonostante Apple e Android possano in teoria vantare store di applicazioni di molto più ampi di quelli di Microsoft. Non sarà facile infatti per Google ed Apple trasformare le proprie applicazioni mobili in modo da renderle adatte per l’uso di general computing, men che meno unificare le loro linee di sviluppo tra desktop e mobile, considerato che oggi questa trasformazione non è nemmeno iniziata e che a Microsoft ha richiesto anni partendo da specifiche elaborate proprio per lo scopo, la famosa interfaccia Metro, che oggi sia in Apple che in Google hanno dovuto abbracciare almeno parzialmente. Quando si parla di applicazioni utilizzabili su più piattaforme, la stragrande maggioranza di quelle negli store di Cupertino o Mountain View sono fuori dai giochi, non essendo state progettate per questo tipo d’uso. Ora forse la famosa frase di Steve Ballmer (“da 4 a 80 pollici”) suona meno improbabile. Lo stesso vituperato Ballmer nel 2012 aveva dichiarato che Surface era un “vero business” ed i 4 miliardi di dollari di fatturato odierni sembrano dargli ragione ancora una volta.

Quando dicevo quindi che Surface ha letteralmente inventato una nuova categoria di dispositivi mi riferivo a questo e forse la frase suona meno come una esagerazione se riletta alla fine di questa recensione. L’influenza del design del Surface è stata così profonda non solo da costringere l’azienda famosa per la qualità del suo design, e cioè Apple, a correre ai ripari sviluppando per il suo iPad Pro una soluzione che fungesse da cover, tastiera e base d’appoggio (tra l’altro nemmeno lontanamente paragonabile per eleganza e funzionalità alla combinazione kick-stand + Type Cover di Surface) ma scatenando anche un dibattito tra gli utenti dello stesso iPad Pro che stanno iniziando a chiedere all’azienda di Cupertino di pensare ad una linea di sviluppo software completamente autonoma per quel dispositivo.

La versatilità del Surface ha infatti reso più che evidente la differenza e la distanza tra le applicazioni pensate per i dispositivi mobili e quelle invece progettate per l’uso da parte dei personal computer, soprattutto quando si parla di produttività. Un dispositivo come l’iPad Pro infatti, sebbene progettato con componentistica per apparecchiature mobili, per le sue caratteristiche potrebbe iniziare ad usare software più complesso ma attualmente è costretto a pescare solo dallo store per dispositivi mobili, accedendo quindi alle versioni meno potenti delle applicazioni. Il confronto con Surface, che ad esempio può far girare la versione completa di Photoshop invece che la versione mobile, è ovviamente a favore di quest’ultimo e testimonia come Microsoft sia riuscita ad ideare una combinazione completamente unica tra mobilità e funzionalità. Non sarà facile per gli altri chiudere questo gap, considerando che se Apple ha in realtà un sistema operativo per il personal computing (MacOS X), Google invece non ha niente di simile e non può usare Android come base per il computing general purpose, a meno di complesse modifiche. Il tentativo di Mountain View di riunire ChromeOS e Android per consentire al primo, che non è mai stato davvero un sistema operativo per la produttività, di usare le applicazioni del secondo si scontra comunque con tutte le limitazioni del robottino. Quanto a OS X, nonostante il successo dei gadget Apple che sono diffusissimi, non ha mai significativamente incrementato le sue quote tanto da risultare ancora il quinto sistema più diffuso dietro a ben quattro versioni diverse di Windows (7, 10, 8.1 e persino XP), con circa il 4,69% di market share (Luglio 2016). Questa trasformazione, ormai invocata anche dagli utenti della Mela, non sarà sicuramente facile.