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Onics integra totalmente lo smartphone con la macchina

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Onics Smartcar
Onics trasforma il tuo telefono in un sistema di infotainment per l'autoveicolo

D’accordo possedete lo smartphone più sorprendente ed evoluto che c’è in circolazione, ma potete collegarlo alla macchina per farlo diventare per esempio un GPS? Certo che sì, basta collegarlo via USB…ma se l’USB in macchina non l’avete? beh potreste ricorrere al bluetooth, e se non avete neanche il bluetooth? Ci sono mille modi connettere il vostro smartphone alla macchina ma nessuno di essi è veramente integrato con il vostro autoveicolo.

In alcuni casi antiestetici cavetti andranno in giro liberamente per la vostra macchina, in altri il vostro telefonino penzolerà da qualche improbabile supporto improvvisato.

Onics risolve questo problema. È un sistema che consente di collegare il vostro smartphone alla vostra macchina in modo semplice e completamente integrato. Una volta collegato, il display della macchina prenderà posto nella sua posizione naturale dove di solito si trovano gli schermi del GPS o comunque il sistema informativo della macchina.

Onics Integrato nell'autoveicolo
Onics è totalmente integrato nel cruscotto dell’autoveicolo

Se cambiate smartphone è sufficiente cambiare la mascherina di Onics ed il gioco è fatto.

Il vantaggio rispetto al sistema di infotainment del vostro autoveicolo è anche che in questo modo potete usuffruire di un sistema sempre tecnologicamente aggiornato, poiché ogni upgrade hardware o software del vostro telefonino corrisponderà ad un upgrade del cruscotto intelligente della vostra auto.

Su indiegogo il costo è di 250$. I telefoni compatibili sono, Galaxy S5, S4, Note 3, Note 4, Iphone 5, Iphone 5S, Iphone 6, LG G2, LG G3, HTC One, HTC M8. Prima di acquistarlo verificate sul IndieGogo la lista aggiornata delle compatibilità

[youtube http://youtu.be/spbXi6Kg11M]

Hemingwrite la macchina da scrivere del nuovo millennio

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Hemingwrite la macchina da scrivere del nuovo millennio
Hemingwrite è una macchina da scrivere ma al posto della carta ha un display

Belli i computer, grande la tecnologia, ma certe volte molti di noi vorrebbero una e una sola cosa: scrivere. Ed invece bisogna aprire un computer, utilizzare un word processor, e poi essere completamente distratti da tutto ciò che accade sul nostro computer. Arriva una email, una notifica, non riusciamo a fare funzionare questa o quella funzione del nostro word processor ed infine la nostra scrittura ne risente.

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Hemingwrite è invece solo e soltanto una macchina da scrivere, ha l’aspetto di una macchina da scrivere, ha la tastiera di una vecchia classica e tanto amata macchina da scrivere e sa fare una sola e una sola cosa: scrivere.

Hemingwrite in rosso

Hemingwrite è disponibile anche in rosso

La differenza con una macchina da scrivere tradizionale è che non ha carta, al suo posto c’è un display piuttosto leggibile in ogni condizione di luce. Lo scopo con cui nasce Hemingwrite è semplice, vi consente di sedervi e liberi da ogni distrazione tenologica concentrarvi solo ed esclusivamente sulla scrittura.

Naturalmente qualcosa di tecnologico in Hemingwrite c’è, ed è che è dotata di connessione WiFi e Bluetooth e si interfaccia con Evernote, Google Doc etc, di modo che al momento buono potete sempre consultare i vostri documenti ed utilizzarli per pubblicarli online dove preferite, ma questo è solo l’atto finale del processo di scrittura.

Infine Hemingwrite consuma veramente poco, una carica della batteria dura circa 6 settimane un bel passo in avanti rispetto ad un notebook o un pc.

Insomma se il vostro desiderio è unicamente scrivere, Hemingwrite è sicuramente un oggetto che dovrebbe prendere posto sulla vostra scrivania.

E a chi non bastasse questo approccio zen alla scrittura, potrebbe provare un paio di stilosissime cuffie vintage, per concentrarsi ancor di più.

Apple iPad Air 2 e iPad mini 3 un primo sguardo

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Parliamoci chiaro, iPad Air 2 e iPad mini 3 per le dimensioni dell’annuncio hanno fatto un po’ la figura del brutto anatroccolo se paragonato allo show colossale messo in piedi per la presentazione di iPhone 6 e 6 Plus. Tuttavia dobbiamo proprio dire che è solo la dimensione dello show ad essere diverso perché iPad Air 2 e iPad mini 3 per caratteristiche non sono secondi a nessuno. È anche vero che rispetto ai predecessori i due nuovi tablet rappresentano un aggiornamento evolutivo e non un salto di continuità come è successo per iPhone ed è per questo motivo che un evento mediatico colossale sarebbe stato forse fuori luogo.

iPad mini 3 non è molto diverso dal modello precedente. C’è in più il Touch ID e non poteva non esserci visto che Apple ha tutte le intenzioni di fare di Apple Pay un sistema di pagamento universale. La seconda novità è data da una finitura in colore oro. Non esattamente una rivoluzione. Per il resto le caratteristiche rimangono vicine alla versione precedente

Più interessante l’iPad Air 2. Più sottile di quasi 1.4mm rispetto alla versione precedente (6.1mm vs 7.5mm) e anche più leggero di circa 32 grammi, pur permanendo le stesse dimensioni in altezza e larghezza del predecessore, rappresenta comunque un passo deciso in avanti sulla linea del design e dell’ingombro. Rimangono identiche anche la risoluzione del display e la dimensione. Tuttavia lo schermo potrebbe avere prestazioni migliori sotto ogni angolo di luce grazie ad una particolare lamina anti-riflesso.

Il processore è il nuovo A8X con coprocessore M8, tradotto in soldoni per coloro che non amano le sigle significa che potete giocarci tranquillamente con ogni gioco dalla grafica anche spinta e gongolerete come un bambino a cui hanno appena regalato una caramella nuova mentre ci giocate.

La telecamera passa da 5MP a 8MP, non sono numeri da competizione ma anche questo è un passo avanti nel miglioramento della sezione foto.

Per il resto aspettiamo di poter avere fra le mani questi due tablet prima di dirvi esattamente cosa ne pensiamo

Apple Yosemite c’è e si può installare gratis subito

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Apple Yosemite è ufficialmente disponibile per il download. Possono beneficiarne gratuitamente gli utenti di di OS X 10.8 Mountain Lion e 10.9 Mavericks. Attenzione, al momento in cui scriviamo nello store italiano non è ancora disponibile l’aggiornamento ma è atteso da qui a qualche ora. Una volta che l’app comparirà nello store la procedura d’aggiornamento richiede un click ed è gratuita.

Una nuova interfaccia

Un po’ ovunque ci sono trasparenze di ogni genere, dal menu alla dockbar. Ci sono nuove icone e nuovi font e traspare il deciso tentativo di rendere omogenea l’interfaccia di Yosemite con quella di iOS 8. In realtà Apple non è la prima a tentare questa strada, già Microsoft aveva fatto un tentativo in questo senso, e tuttavia quell’esperienza non aveva tracciato un deciso segno positivo. È anche vero che Apple in quanto ad usabilità ha sempre avuto ottime recensioni ed anche in questo caso la nuova interfaccia è decisamente bella, moderna e comoda da usare e non rappresenta comunque un completo distacco da ciò che l’utente Mac conosce e ama.

Continuity

Un concetto importante in Yosemite è quello della “continuità” ovvero la possibilità di iniziare una operazione su un device e terminarla su un’altra. Si tratta di una delle funzionalità più attese di Yosemite e per la verità anche una di quelle che abbiamo avuto modo di testare di meno perché non funziona con tutti i device ma solo com MacBook Pro, MacBook Air, iMac or Mac comprati a partire dal 2012 almeno. Per i MacBook pro è necessario una versione comprata nel 2013 e ovviamente tutti i device devono essere registrati con il loro Apple ID.
Ad ogni modo dovremo aspettare di fare qualche test più esteso prima di confermare le modalità e l’elenco delle compatibilità.

Telefonate e Messaggi di testo

Proprio grazie alla Continuity è ora possibile effettuare e ricevere chiamate direttamente sul Mac. Buoni non correte a fare un test se possedete un mac ma non un iPhone con iOS 8, servono entrambi per poter fare un test appropriato. Ad ogni modo se siete fra i fortunati possessori della magica accoppiata potete provare a fare un test. Iniziate registrando i due device su Facetime e dateci dentro con telefonate entusiaste ad amici, fidanzate e parenti

Hotspot Instantaneo

Se vi trovate improvvisamente senza rete in mezzo ad una landa desolata, ci sarà sempre il vostro iPhone a tirarvi fuori dagli impicci. Se siete registrati con lo stesso Apple Id ed il vostro Bluetooth è attivo, il vostro iPhone comparirà automaticamente nell’elenco delle reti WiFi disponibili e potrà essere usato normalmente come HotSpot. Sembrerebbe non molto diverso da come funzionava prima di Yosemite ma in realtà gli automatismi sono massimizzati, ad esempio l’iPhone si disconnette se non usato oppure vi suggerisce di non effettuare un download massiccio fino a che non tornate nel raggio di una rete WiFi degna di questo nome.

Airdrop Maggiorato

Gli utenti Mac già sanno che possono usare Airdrop per scambiare file con gli altri Mac presenti nel raggio d’azione del device, ma con Yosemite il concetto viene esteso anche agli smartphone, con più o meno la stessa facilità.

iCloud Drive

Certo Apple non poteva lasciare Google e Microsoft spadroneggiare con i loro OneDrive e Google Drive, per cui ha inserito questo iCloud Drive che ha più o meno le stesse funzionalità degli altri due. A dire il vero c’è ancora una differenza di spazio offerto. Apple offre 5GB contro i 15 di Microsoft e Google, per capire qual’è più conveniente bisogna fare un po’ di conti considerando anche quanto costa per i tre sistemi acquistare spazio aggiuntivo.

Una sola Famiglia tanti Apple

Yosemite introduce il concetto di Family Sharing. Sostanzialmente è possibile condividere gli acquisti da sei account diversi con altrettanti Apple ID. Naturalmente il “capofamglia” deve impostare le preferenze in iCloud e gestire la propria famiglia e impostare una forma di pagamento per l’intera famiglia. Un po’ pericoloso se avete una moglie o un figlio spendaccione e tuttavia il vostro portafoglio potrebbe essere in salvo. C’è una funzionalità “chiedi il permesso di comprare” che dovrebbe consentirvi di esercitare il potere di decidere se autorizzare un acquisto o meno.

Spotlight croce e delizia

Spotlight è la salvezza di ogni utente Mac, ma anche un peso notevole quando si decide ad indicizzare il vostro HD. Anche se nelle ultime versione spotlight è diventato decisamente meno invasivo, ancora in molti lo guardano con diffidenza. Con Yosemite, Spotlight estende le sue funzionalità di ricerca anche a Wikipedia, Bing, iTunes. Attendiamo di provarlo in modo estensivo prima di decidere se ci piace o meno. Per adesso continuiamo a guardarlo con diffidenza.

Safari e Mail

Tutti e tre abbastanza rinnovati. Ma Safari adesso mostra risultati di ricerca speculari a quelli di Spotlight. Anche qui attendiamo test più approfonditi prima di dire cosa ne pensiamo. Mail invece è leggermente più integrato con iCloud ed offre la possibilità di gestire meglio la dimensione dei download.

In definitiva Yosemite arriva con un carico notevole di novità. Tutte interessanti, tutte inevitabilmente da testare approfonditamente. L’interfaccia grafica potrebbe piacere o no. La continuity che è una delle funzionalità più innovative è ancora troppo giovane per poter esprimere un giudizio finale. Saranno gli utenti a dirci se sarà un successo oppure una funzionalità presente ma poco usata.

Attivare la visione in prima persona sul Navigatore di Google Maps

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Probabilmente non tutti sanno che utilizzando il Navigatore di Google Maps, possiamo attivare due diverse modalità di visualizzazione: quella in prima persona e quella in modalità mappa. La prima è caratterizzata da una visione fortemente prospettica della mappa, cosa che aiuta molto nell’utilizzo di Google Map specialmente in automobile, inoltre, la freccia blu che indica la direzione, è sempre rivolta verso l’alto del display; la seconda modalità tiene fissa la mappa sullo schermo e fa muovere la freccia sul percorso che si segue.

Navigatore Freccia

Per passare dalla visualizzazione in prima persona a quella in stile mappa (e viceversa), è sufficiente fare sfiorare l’icona della bussola presente nell’angolo in altro a destra. Niente di più semplice. Eppure mi è capitato di parlare con molte persone che si trovavano “bloccate” in una modalità o nell’altra, senza sapere come cambiare questa impostazione.

A parte la grande utilità di passare al visione “in soggettiva”, mentre si guida un’automobile, questo piccolo trucco potrebbe sembrare una banalità, ma capita sempre più spesso che le app siano letteralmente infarcite di funzioni “nascoste” che si presume l’utente debba intuire…

manuale microsoft

Ok non è più l’epoca dei manuali di word da mille pagine (ve li ricordate?), le app sono per lo più realmente semplicissime da utilizzare e non occorrono chi sa quali nozioni. Però rivolgiamo comunque una preghiera agli sviluppatori e ai designer delle interfacce: se ci sono funzioni utili e un po’ nascoste, magari si può trovare il modo di farle “uscire” un po’ di più.

Su come ottenere questo risultato il campo è aperto (brevi tutorial video, piccolo pop-up se una funzione non viene utilizzata per molto tempo, suggerimenti calibrati sull’importanza di funzioni poco utilizzate…). Voi che ne pensate? Nostalgia dei manualoni? Che ne dite di postare nei commenti qualche foto dei nostri amatissimi e antiquati manuali utente? So nineties!

Tutte le novità di Android 5.0 Lollipop

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Android 5.0 Lollipop è l’ultima release del sistema operativo di Google per dispositivi mobili, presentata ad un anno di distanza dal precedente Android Kitkat. Le novità sono tante e interessanti, specialmente per quelli, e sono in tanti, che hanno ormai il telefono sempre accanto: interfaccia ridisegnata, accesso più rapido alle impostazioni realmente utili, batterie che durano di più e qualche sorpresa… anche a telefono spento.

 

Un’interfaccia completamente ridisegnata

Colori più luminosi, animazioni più eleganti e intuitive, infine l’aspirazione di fornire un’esperienza comune agli utenti di web e smartphone. A quest’ultimo aspetto Google tiene particolarmente i nuovi tool per gli sviluppatori sono tutti incentrati attorno all’idea di fornire agli utenti finali una interfaccia coerente, indipendentemente dal dispositivo che utilizzano: smartphone, tablet, glass, smartwatch, domotica, automotive… tutte le nuove interfacce dovranno rispettare i principi del Material Design 

La crittografia è abilitata di default

Visti tutti i problemi di privacy che continuano a caratterizzare Internet e tutti i dispositivi connessi, la scelta di abilitare per tutti, sin dalla prima accensione, la crittografia, ci sembra una scelta doverosa: sarà sicuramente più difficile per qualche malintenzionato accedere alle informazioni registrate sul telefonino, anche in caso di furto.

 

Più opzioni nelle impostazioni veloci

quick settings

Le impostazioni richiamabili al volo sono molto apprezzate e massicciamente utilizzate da tutti: farà quindi piacere sapere che ora, di default, le opzioni disponibili sono più numerose. Se va dall’attivazione del flash come luce di emergenza, all’accensione dell’hot spot, dal blocco dello schermo alla gestione della connettività Wi-Fi e bluetooth.

 

Sistema di notifiche rinnovato

notifications

La novità più interessante consiste nella possibilità di accedere ai contenuti delle notifiche direttamente dalla schermata di blocco: facendo scorrere il dito verso il basso, il panel della notifica si espande completamente; facendo scorrere il dito verso l’alto si attiva lo sblocco del dispositivo.

Agli sviluppatori viene data la possibilità di far apparire dei piccoli box di notifica, anche se l’utente sta utilizzando un’altra applicazione a tutto schermo: senza lasciare l’app che sta utilizzando, l’utente potrà decidere se interagire con la notifica o annullarla.

 

“OK Google!” ora funziona anche quando il telefono è spento!

Questa particolare caratteristica deve essere supportata dall’hardware, non tutti i telefoni potranno goderne. Certo, quando si diffonderanno telefoni conquesta capacità, sarà interessante vedere cosa succede in una stanza pina di persone e di smartphone pronti a scattare sugli attenti!

 

Modalità salva-batteria

batteria lollipop

Efficace e comoda, entrando in questa modalità si disattivano le funzionalità che maggiormente “succhiano” energia dalla batteria. Possiamo attivare manualmente questa opzione, oppure possiamo indicare ad Android di entrare in modalità salva batteria in determinate condizione (ad esempio quando la carica scende sotto il 10%).

 

Sbloccare lo smartphone con google glass o smartwatch

smartwatch android

Lo scenario è questo: io indosso uno smartwatch che è connesso allo smartphone che voglio attivare. Lo smartwatch non mi chiederà alcuna password di accesso, ritenendo sufficiente a identificarmi la presenza a poca distanza dello smartwatch. Ovviamente questa opzione si può disabilitare, forzando lo smartphone a richiedere un codice di accesso, anche in presenza di uno smartwatch o un paio di Google Glass connessi.

 

Multitasking migliorato

Multitasking

La funzionalità dedicata al multitasking ora si chiama “Recents” e offre una interfaccia completamente ridisegnata che consente di scorrere i vari task con grande efficacia. I singoli tab di Chrome sono trattati come dei task a sé stanti e quindi inclusi nei Recents: molto utile nell’uso quotidiano.

 

Lo schermo si accende sollevando il telefono

Una funzione derivata dall’esperienza di Moto X: davvero comodo, una di quelle che “perché non ci abbiamo pensato prima”. Basterà dunque sollevare il telefono dal tavolo perché lo schermo si illumini, mostrandone i contenuti. In alternativa, è anche possibile agire con due tap sullo schermo: stesso risultato, schermo acceso.

 

La modalità “Non disturbare”

non_disturbare lollipop

Google ha aggiunto la possibiltà di disabilitare le notifiche: possiamo indicare per quanto tempo non vogliamo riceverne, oppure possiamo disabilitarle indefinitamente, salvo poi riattivarle in un secondo momento. C’è anche la possibilità di accedere alla modalità “Priority mode”, attivata la quale riceveremo solo dalle persone cui avremo dato la priorità.

 

Supporto multi-utente esteso agli smartphone

Finora, Google aveva mantenuto il supporto multi-utente solo per i tablet. Con Lollipop è invece possibile loggarsi con diversi account anche sugli smartphone. In aggiunta alla tipica condivisione familiare, Google suggerisce che l’utilità di questa funzione verrebbe fuori specialmente in casi “di emergenza”, come ad esempio nel caso avessimo smarrito il nostro telefono e volessimo usare quello di un amico.

 

foto by Kārlis Dambrāns

Il ritorno di Harry Potter.. al cinema

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Quando quasi 7 anni fa la saga di Harry Potter ha avuto fine, un popolo sterminato di fan di tutte le età ha conosciuto la delusione più profonda.
Voldemort definitivamente scomparso, Harry ormai con una visibile barba e Ermione diventata ormai una splendida fanciulla non lasciavano troppo spazio alla creazione di nuovi episodi.

Ma oggi, un Tweet di Ben Fritz reporter di Wall Street Journal ha risvegliato dal torpore il popolo dei fan del maghetto. Ben Fritz riporta una dichiarazione di Kevin Tsujihara, Presidente e Ceo WARNER all’interno della quale si legge:

“Fantastic beasts and where to find them” sarà almeno una trilogia. I primi tre film nel 2016, 2018, 2020.

Così è ufficiale una trilogia su Harry Potter e soci è in lavorazione e la vedremo presto nelle sale cinematografiche.

Lo spin-off della saga originale sarò probabilmente ispirata ad un autore immaginaro dal nome Newt Scamander di professione magizoologo e sarà ambientato circa 70 anni prima dei fatti raccontati nella serie televisiva.

 

Bono chiede scusa per avere imposto un download non richiesto

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Quando il 9 Settembre Apple ha annunciato che in occasione del lancio dei suoi nuovi Apple Watch, iPhone 6, e iPhone 6 plus i clienti di iTunes avrebbero trovato gratuitamente “Songs Og Innocence” nella propria libreria, i fan hanno fatto capriole e salti di gioia.

Ma subito dopo il clamore dell’evento è infuriata la polemica. Qualcuno ha inziato a dire che non aveva richiesto quel download e non capiva perché gli U2 ed Apple avevano dovuto imporgli questa scelta. I vecchi fan non clienti di Apple invece hanno detto: ma perché gli U2 regalano l’album ai clienti Apple e non a noi che gli vogliamo bene da anni? siamo forse fan di seconda fascia?

Così è infuriata la polemica. Per un po’ Bono ha tenuto botta, provando a dire che essendo cresciuto a Dublino era abituato alle risse, ma alla fine ha dovuto cedere.

Così oggi durante una intervista su Facebook ha ceduto e ha colto l’occasione di un commento di una fan per dire qualcosa del tipo: “Ooops mi dispiace tanto, pensavamo che fosse una bellissima idea, siamo stati un po’ megalomani, abbiamo avuto paura che le canzoni a cui abbiamo dedicato una vita non fossero ascoltate”.

In realtà l’operazione mediatica degli U2 è perfettamente riuscita, se l’intento era farsi ascoltare anche da chi non li ama, o far parlare del gruppo sicuramente è stato un successo.

Ma onestamente gli U2 dopo tanti anni di onorata carriera non hanno bisogno di ricorrere ad operazioni di questo tipo. I tantissimi fan credono alla buona fede di Bono e degli U2 e li perdonano in nome della tanta bella musica che hanno prodoto in questi anni.

Voi cosa ne pensate?

Foto by Roberto Robles (CC BY 2.0)

Google Android 5.0 si chiamerà Lollipop

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Google ha appena annunciato che l’attesa nuova release di Android, la 5.0 ha un nome di battesimo e questo nome è Lollipop.

Così possiamo dire addio ai nomi con cui c’eravamo abituati a chiamare questo neonato, niente più Android L ma solo e semplicemente Lollipop.

I primi device ad essere equipaggiati con Lollipop hanno visto la luce nello stesso giorno in cui Lollipop ha ricevuto il suo nome, ovvero oggi e sono il tablet Nexus 9 e lo smartphone gigante Nexus 6, il primo prodotto da HTC, il secondo da Motorola. Il terzo device che arriva con Lollipop anche se gode per ora di un eco mediatico minore è il Nexus Player, un media-streaming box dedicato ad Android TV.

In un tempo non ancora ben determinato, inoltre Motorola effettuerà un upgrade dei suoi prodotti ,inclusi Moto X e Moto G, al nuovo sistema operativo Lollipop.

Ora, indipendentemente dalle funzionalità primarie per l’utente finale che già gongola al pensiero di poter vedere le meraviglie del nuovo sistema operativo, c’è un popolo che gioisce e freme impaziente di poter mettere le mani su Lollipop ed è il popolo dei programmatori.

L’SDK, il tool dedicato agli sviluppatori per la produzione di app basate sul nuovo sistema operativo, sarà annunciato molto probabilmente il 17 Ottobre e questo significa una e una sola cosa: prepariamoci all’arrivo di una nuova ondata di applicazioni per Android e saranno tutte eccezionali.

Google Nexus 6 disponibilità e prezzi

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Nella giornata degli annunci di Google, insieme a Nexus 9 è arrivato Nexus 6. In realtà non è stato un evento dal clamore esagerato e questo contrasta abbastanza dallo stile Apple, ma un semplice post sul blog di Google ha annunciato l’arrivo di Nexus 6, Nexus 9 e Android 5.0 Lollipop.

 
[youtube http://youtu.be/wk-PY2dBKaA]
 
Tornando alle novità, la prima e più evidente che il Nexus 6 sarà il primo ad essere equipaggiato con Android 5.0 Lollipop. Per la parte Hardware invece abbiamo uno schermo gigante da 6” Quad HD, un chipset Qualcomm Snapdragon 805 da 2.7Ghz. A completare il tutto una GPU Adreno 420. Un equipaggiamento hardware di tutto rispetto.

Per la memoria, previsti due modelli da 32 e 64GB di memoria interna. La telecamera è da 13MP con un otturatore f2.0. Google garantisce che con questo tipo di telecamera si ottengono foto decisamente degne di nota alla luce del giorno, ma anche una resa elevata in condizione di scarsa luminosità. La telecamera per i selfie è invece da 2MP.

La batteria è da 3220mAh, ma la novità più importante è che Google sostiene che con 15 minuti di ricarica si possono ottenre 6 ore di autonomia.

Il prezzo previsto è di 569€ per la versione da 32GB e 649€ per la versione da 64GB

Google Nexus 9 prezzi e caratteristiche

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I fan di Google oggi sono stati accontentati. Il nuovo tablet di Google è stato finalmente annunciato. Confermate molte delle indiscrezioni dei mesi precedenti. Il costruttore è HTC e questo segna anche un ritorno in grande stile del produttore Taiwanese sul mercato dei tablet. Non è cosa da poco perché HTC aveva già fatto passi da gigante nell’ultimo anno prendendosi una discreta fetta della torta riservata agli Smartphone.

Il Nexus 9 ha un display da 8.9 pollici e ha una tastiera che è possibile collegare al tablet attraverso un contatto magnetico. In sostanza è un tablet con vocazione da portatile.

 

[youtube http://youtu.be/yYHY3MFiq1o]

 

Il chipset è l’NVIDIA K1 dual core da 2.3GHz e anche qui niente di nuovo. Era stata una strana storia nata all’interno delle aule di un tribunale a portare alla luce sia il produttore HTC, sia il chipset NVIDIA.

I modelli previsti sono da 16GB WiFi, da 32GB WiFi anche con variante LTE. Il Nexus 9 sarà anche il primo ad essere equipaggiato con il nuovo Android 5.0, battezzato oggi Lollipop.

Insieme al Chipset NVIDIA che supporta pienamente i 64 but, sono previsti 2GB di RAM, una camera da 8MB con autofocus e un otturatore f/2.4. È prevista anche una fotocamera per i selfie da 1.6MP. Per la connetività c’è il support WiFi  802.11a/b/g/n/ac, la batteira è da 6.700mAh.

Degni di nota gli altoparlanti anteriori Boomsound che sembrano avere una resa decisamente elevata.

Tutti i modelli saranno disponibili a partire dal 17 Ottobre nel Play Store. Per avere il nuovo tablet fra le mani ci vorrà invece presumibilmente il prossimo mese.

I prezzi previsti: 399€, 489€, 569€ rispettivamente per i modelli 16GB WiFi, 32GB WiFi, 32GB LTE

 

Il nuovo Nexus 6 (quasi) svelato!

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Arriva da Twitter questo leak molto realistico che mostra a cosa il nuovo Nexus 6 potrebbe assomigliare.
A rivelare le fattezze del nuovo gigante da 6 pollici promesso da Google è Evan Blass – @evleaks.
Stando a quanto emerge dalle immagini verrebbero confermate molte delle indiscrezioni fin qui trapelate.

Il Nexus 6 ricalca nel design quello del nuovo Moto X con ovviamente le dovute differenze dovute alle diverse dimensioni.

Confermata la presenza di Android 5.0, o almeno è una supposizione data dal fatto che l’immagine sullo sfondo mostra una donna che tende una mano aperta al cielo con tutte e 5 le dita aperte, e che l’orario è fermo sulle ore 5.00.

Non ci sono nuove indiscrezioni su quando questo device dovrebbe arrivare sul mercato e ovviamente poiché le nostre supposizioni si basano su un leak, il prodotto finale potrebbe essere completamente diverso.

Tuttavia i mesi di Ottobre e Novembre sono stati sempre mesi caldi per Google per cui gli appassionati tengono le antenne ben dritte in attesa del rilascio di questo telefonino gigante

 

Withings Aura e dormi sogni tranquilli

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Belle le fitband, la maggior parte di esse misura la qualità del sonno. Hanno però un difetto, devono essere indossate durante la notte. Non danno nessun fastidio, in fondo una fitband è un bracialetto molto leggero da tenere al polso durante il sonno, eppure per alcuni potrebbero essere un problema notturno in più invece che un vantaggio.

C’è poi un altro problema nelle fitband, ovvero misurano la qualità del sonno ma non aiutano a dormire meglio.

Withings Aura risolve tutti e due questi problemi. Apparentemente si tratta di una normale lampada, elegante e con un design moderno e accurato. Si può comodamente posizionare sul comodino al lato del letto e utilizzarla sia come lampada sia come orologio/sveglia.

La seconda parte di Withings Aura è invece un sensore, si infila sotto al materasso e poi potete tranquillamente dimenticarvene.

Il sensore misura i vostri movimenti durante la notte, il vostro respiro, quante volte vi girate ed in generale la qualità del vostro sonno.

Tutti i dati vengono trasmessi ad una app che potete consultare tranquillamente al mattino al risveglio. Tuttavia anche la lampada ha un ruolo fondamentale in questo trio, emette infatti, una luce con una tonalità diversa sulla base di quanto misurato dal sensore. All’inzio la luce sarà ambrata per poi assumere colori tendenti al blu man mano che il sonno si fa più profondo. L’altoparlante emette alcuni suoni basandosi sulla velocità del ritmo del cuore in modo da adattarsi al ritmo del risveglio.

L’idea di Withings Aura è molto buona, perché consente di slegarsi dal vincolo di dover portare un ulteriore orpello durante la notte.

Il prezzo sul mercato è intorno ai 299€.

[youtube http://youtu.be/oOgjGPyKW-c]

Dropbox violato? 7.000.000 di password a rischio

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Se siete utenti di dropbox vi consigliamo di dare uno sguardo a pastebin e controllare che il vostro account non sia in lista. Se lo fosse è decisamente il caso di cambiare le vostre password.

In realtà si tratta di soli 400 nominativi, ma l’autore dell’hack sostiene di possedere ulteriori circa 7.000.000 di password di altrettanti utenti di Dropbox.

Dropbox è uno dei servizi di file sharing più utilizzati al mondo, l’hack sarebbe grave e decisamente imbarazzante.

L’autore del post richiede un pagamento in bitcoin per svelare di quali altre password è in possesso.

Nel frattempo Dropbox, attraverso un post, ha dichiarato che il sistema non è stato mai violato. Le password che compaiono attualmente su pastebin e le future che verranno sono frutto di un furto avvenuto su servizi di terze parti e utilizzate per tentare di accedere a Dropbox.

“Questi username e password sono stati sfortunatamente rubati da altri servizi e usato per tentare di effettuare un login sugli account di Dropbox”.

Engadget riporta che una persona non meglio identificata ma vicina a Dropbox ha dichiarato che la stragrande maggioranza delle password rubate è scaduta da qualche tempo.

In ogni caso attualmente ci potrebbero essere circa 7.000.000 di password in giro per internet in possesso di un ignoto che richiede un pagamento in bitcoin per non buttarle in giro per la rete.

Non è esattamente una situazione, semplice. Certo non c’è colpa in Dropbox poiché l’hack è avvenuto attraverso un servizio di terze parti, tuttavia è il secondo colpo in pochi giorni, dopo snapchat, che fa tremare dalle fondamenta la rete.

Consigliamo tutti di abilitare l’autenticazione i due step.

UPDATE:

Photo by Ian Lamont flickr CC BY 2.0

Leaked! Tre spot di Google per il nuovo Android, molto spiritosi e ancora “unofficial”

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Alcuni iscritti a Reddit hanno scoperto tre spot per Android che Google avrebbe voluto svelare solo domani. Gli spot di Google sono dei brevi video con personaggi animati che ricordano l’omino verde del logo di Android. Molto probabilmente gli spot dovrebbero accompagnare la presentazione di Android L (il cui nome definitivo dovrebbe in realtà essere Lollipop) che molti siti di tecnologia prevedono proprio per domani, mercoledì 15 ottobre. Tutti i video si concludono con lo slogan “be togheter. not the same”, dopo aver mostrato una moltitudine di omini, ognuno diverso dall’altro, quasi a sottolineare che Android vuole essere una piattaforma assolutamente orizzontale, non limitata ad un certo tipo di utenza.

 

Material design

Ricordiamo che tra le novità più attese di Android L c’è il cosiddetto “Material Design”, un nuova concezione nel disegno dell’interfaccia, che dovrebbe rendere più semplice e immediata l’interazione con il sistema. Sempre in tema di interfaccia, da rimarcare la nuova tastiera che, non prevede una separazione grafica tra i tasti: un po’ spassante, all’inizio, ma comoda dopo un po’.Interessante il nuovo lockscreen, che permetterà la visualizzazione delle notifiche senza sbloccare il telefono. Mlglioramenti sostanziali anche nella visualizzazione delle notifiche e nelle numerose scorciatoie disponibili.

 

Multitasking: ci vuole un grande pennello

Ricchissime le novità riguardo al multitasking, sia per quanto riguarda lo scrolling fra le varie applicazioni, si per la flessibilità offerta nel mostrare più finestre sullo schermo, eventualmente anche più finestre della stessa app. Cosa utile, ad esempio, quando ci si trova a navigare con il browser su più siti contemporaneamente. Con uno smartphone dallo schermo piccolo, queste novità potrebbero apparire eccessive, ma ci si attende un rinnovato interesse per dispositivi dal display sempre più ampio.

 

Prestazioni e autonomia

Molte novità anche sul fronte del risparmio energetico, con l’obiettivo di accrescere l’autonomia dei dispositivi, a parità di hardware. Infine le prestazioni: Google afferma di aver operato una serie di ottimizzazioni che permetteranno alle app di girare più velocemente su Android L. Le analisi svolte da laboratori indipendenti sulle versioni beta fin qui rilasciate da Google non hanno dato buoni risultati, ma si sa, proprio sulle prestazioni bisogna aspettare la versione finale per potersi pronunciare. E parer si debba aspettare ancora poco.

Allarme Privacy 98.000 foto di Snapchat potrebbero finire Online!

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Mashable riporta che 98.000 foto derivanti dall’utilizzo della popolare App “Snapchat” potrebbero essere state “rubate” e potrebbero finire online.

Ricordiamo che Snapchat è un servizio di messaggistica istantanea. Un applicazione per smartphone la cui particolarità risiede nel fatto che consente di inviare foto ad amici solo per un numero di secondi veramente breve. Dopo questo periodo di tempo le foto vengono eliminate.
Proprio per questa sua caratteristica spesso Snapchat viene usato per scambiare foto al limite del pudore.

Esistono però dei servizi che consentono di conservare le foto per più tempo. Mashable si riferisce proprio al sito Snapsaved.com che sarebbe stato vittima di un attacco hacker teso a impossessarsi delle particolari foto.

Snapchat sembrerebbe avere ammesso il furto, ma avrebbe chiaramente affermato che il problema non risiede dell’app ma nell’utilizzo di servizi di terze parti. Servizi il cui sviluppo tra l’altro non sarebbe stato consentito dai termini di utilizzo di Snapchat ne autorizzato.

In ogni caso, potrebbero finire in rete oltre 98.000 foto, la maggior parte non esattamente pudiche e probabilmente anche riferite ad un pubblico non adulto, visto che gli under 18 costituiscono una enorme parte del pubblico che utilizza Snapchat.

Arstechnica riporta che gli sviluppatori di Snapsaved.com hanno rilasciato una dichiarazione pubblica sulla loro pagina di Facebook nella quale scrivono:

“In risposta a quanto dichiarato su http://pastebin.com/cJcTbNz8 desideriamo informare il pubblico che snapsaved.com è stato hackerato, il dizionario con l’indice dei post a cui si fa riferimento, non è mai stato reso pubblicamente disponibile. Il tutto è dovuto ad una configurazione errata del nostro Apache Server. SnapChat non è stato hackerato e quelle immagini non hanno origine dal loro database”

In altre parole Snapsaved.com ammette il furto delle immagini e si assume ogni responsabilità esonerando Snapchat dall’accaduto.

Dunque, mentre l’hack sembra confermato, rimane il dubbio che l’autore del misfatto non possegga sufficienti informazioni per ricreare l’indice ricercabile delle foto.

Così mentre impazza la polemica, e la confusione aumenta, torna prepotentemente alla ribalta il problema della privacy. Dopo lo scandalo delle foto rubate alle celebrità di Hollywood e messe online sul sito 4chan, ora questo nuovo scandalo conferma che il problema della sicurezza e della privacy è realmente centrale per il futuro della rete

Foto by Josh Hallet (CC BY 2.0)

È arrivato l’Anti Tagging per iOS.

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Dedica speciale a chi non vuol farsi taggare in una foto su Facebook, quel disgraziato dell’algoritmo del riconoscimento facciale ha un temibile nemico: l’applicazione Anti Tagging firmato Buffer Renaiss Inc.! Dopo averla installata sul proprio iPhone (si, per il momento è supportata soltanto da iOS, anche se per iOS8 c’è ancora qualche difficoltà) e configurata a dovere, entra in funzione automaticamente una volta che individua una nuova fotografia a cui è stato applicato un tag al vostro bel faccino, questo farà in modo che in quello scatto non sarete riconoscibili.

In realtà l’antitagging funziona proprio come un tag al contrario, ovvero “rovina” le fotografie eliminando quelle parti dell’immagine che sono riconoscibili.

Se siete fan della privacy e volete mettere alcune foto delle vostre collezioni, senza però rendere riconoscibili i soggetti che ne fanno parti, senza dubbio è un’opzione percorribile

via SUOPR

 

 

 

Jaybird Reign ti avvisa quando è il momento di fare sport

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Jaybyrd Reign è una fitband, come ce ne sono molte sul mercato, anzi non come ce ne sono molte perché ha alcune particolarità che la rendono facilmente distinguibile.

Prima di tutto i report di movimento vengono suddivisi per attività. Ad esempio potrete sapere quanti Km avete percorso a piedi, in bicicletta, e novità fra le novità persino facendo nuoto.

Dispone della classica funzionalità di misura del sonno ma ne aumenta le potenzialità introducendo uno strumento che cerca di suggerirvi di quante ore di sonno avete bisogno per svegliarvi riposati al mattino e pronti per una nuova giornata.

Infine la funzionalità forse più interessante è quella della GO-ZONE attraverso la quale il Jaybird Reign misura lo stato di riposo del vostro corpo e vi suggerisce qual è l’esatto momento in cui è opportuno iniziare una nuova sezione d’allenamento.

Come tutti coloro che fanno sport sanno, il ciclo di riposo fra una session è un’altra è realmente importante per gli atleti. La capacità di recupero dipende da una serie di fattori, inclusi anche le caratteristiche peculiari del proprio corpo, oltre che lo stato di allenamento della propria forma fisica.

Soprattutto è proprio nelle ore di riposo che si forma il muscolo e il nostro corpo recupera le forze per un nuovo sforzo.

Sapere con esattezza quando il nostro corpo è pronto per una nuova sessione d’allenamento è un vantaggio non da poco per coloro che si allenano con regolarità.

Arriverà in Italia il 26 Ottobre al prezzo di 199$

Google ti mette in contatto con un medico su Internet

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Il problema di Internet è che è un vasto calderone di informazioni. In certi campi incappare in una bufala o in un’informazione sbagliata potrebbe non essere un problema. I più creduloni finiranno per essere oggetto di satira da parte degli amici, gli altri rischiano di crearsi delle false convinzioni, sicuramente dannose ma non letali.

Non è così invece quando si parla della salute. In alcuni casi il cercare su Internet informazioni sui sintomi di una malattia potrebbe indurre in errori letali, non rimediabili, ed assolutamente dannosi.

Una semplice influenza potrebbe essere scambiata per qualcosa di molto più grave o viceversa, un dolore in una qualche parte del corpo potrebbe diventare una grave malattia a seconda dell’articolo che più ci convince, pubblicato con le migliori intenzioni da un illustre sconosciuto sul proprio blog.

Così Google starebbe sperimentando un nuovo servizio che consentirebbe di iniziare una video chat con un medico quando si sta ricercando un particolare sintomo.

La notizia è stata riportata da Engadget ma non sono ancora del tutto chiari i dettagli del servizio. Secondo quanto riportato, almeno nel periodo di prova, i costi della video chat potrebbero  essere sostenuti proprio da Google.

Una volta in produzione probabilmente sarà necessario effettuare un pagamento per ottenere un appuntamento medico virtuale. Certo non può avere la stessa valenza di una visita di persona, ma potrebbe avere un costo più basso e sicuramente si tratterebbe di una consulenza maggiormente specializzata per un soccorso di primo livello, rispetto a quanto può essere leggere un qualunque articolo su internet e lasciarsi andare ad una facile quanto dannosa autodiagnosi

Inviare denaro via Twitter? in Francia è una realtà

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Negli scorsi giorni avevamo pubblicato un’indiscrezione secondo cui Facebook starebbe testando un servizio che consente agli utente di inviare denaro attraverso il Messenger.

La risposta di Twitter non si è fatta aspettare. A quanto pare il social ha stretto un alleanza con la banca francese Bpcpe per implementare una funzionalità che consentirebbe agli utenti di Twitter di inviare denaro attraverso un semplice messaggio di testo. Il servizio per ora sarà sperimentato solo in Francia.

Il servizio si baserà su una piattaforma denominata S-Money che consentirà agli utenti, indipendentemente dalla banca su cui è appoggiato il loro conto, di scambiare denaro attraverso un tweet.

In un momento in cui la pubblicità online ha raggiunto una sua maturità si cercano nuovi strumenti per garantire introiti ai vari player del mercato. Twitter, Facebook, Apple sono naturalmente in pole position. L’accordo raggiunto con Bpcpe va proprio in questa direzione, ovvero aggiungere aumentare il fatturato attraverso un servizio di pagamento elettronico da affiancare al tradizionale mercato della pubblicità.

Sia Twitter si Bpcpe per ora non hanno rilasciato ulteriori notizie. Probabilmente seguirà un annuncio ufficiale Martedì durante un evento programmato in Parigi.

Già lo scorso mese Twitter aveva lanciato una sperimentazione su un servizio denominato “Twitter Buy” attraverso il quale gli utenti possono trovare e comprare prodotti disponibili sul social network.

A pieno regime i tweet di circa due dozzine di negozi elettronici, vari artisti in campo musicale e altre tipologie di vendors saranno corredati di un bottone “Twitter Buy” attraverso il quale sarà possibile effettuare l’acquisto desiderato in modo semplice e immediato.

Con l’introduzione del nuovo servizio che consentirebbe agli utenti di scambiare denaro fra loro semplicemente attraverso un messaggio di testo, la piattaforma di Twitter irromperebbe velocemente nel mercato delle transazioni elettroniche, ponendosi di fatto come uno dei maggiori player al mondo

Facebook permetterà di pubblicare post anonimi

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Facebook sta preparando una contromossa per rintuzzare la crescita di un social network che, per quanto ancora giovane e piccolo, sta facendo parlare molto di sé: Ello. Il punto di forza di Ello risiede nel fatto che gli utenti possono pubblicare i loro contenuti in modo del tutto anonimo.

Ci sono voci insistenti che vogliono il gigante dei social impegnato nello sviluppo di un’app per dispositivi mobili che consentirà agli utenti di interagire su Facebook senza utilizzare nomi reali. Una modalità “incognito” che potrebbe essere particolarmente utile quando nel momento in cui gli utenti vogliano parlare di argomenti “sensibili”: sesso, religione, politica… Senza volerci mettere necessariamente la faccia, appunto.

La app, il cui rilascio è atteso nel giro di un mese, rappresenterebbe un deciso cambiamento nella usuale strategia di Facebook che, in orma 10 anni di onoratissimo servizio, ha sempre richiesto agli utenti di segnalarsi con il proprio vero nome. Questa scelta ha sempre differenziato Facebook dal resto dei servizi Internet, molti dei quali avevano fatto del pseudo-anonimato una sorta di bandiera libertaria, salvo poi arrendersi davanti ai pesanti e reiterati abusi che la “maschera” garantiva. Inoltre, in tutti questi anni, l’aver dato un nome e una faccia a ogni utente ha reso Facebook relativamente “sicuro” rispetto alle comuni minacce che caratterizzano altri luoghi di internet.

Questa mossa arriverebbe dunque piuttosto inaspettata e sarebbe una conferma della crescita di interesse attorno a Ello che proprio dell’anonimato ha fatto invece una delle sue bandiere, accanto a una dichiarazione d’intenti che suona proprio come uno schiaffo a Facebook: “Ogni post che condividi, ogni amico che incontri ed ogni link che cliché è tracciato, registrato e convertito in dati. La pubblicità compra i tuoi dati per mostrarti più pubblicità. Tu sei il prodotto che viene venduto e acquistato. Noi crediamo esista una strada migliore.”

4 ragioni per NON ripristinare il backup su un nuovo iPhone

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Avete presente qual brivido che si prova con l’iphone appena uscito dalla confezione: lucido, perfetto e senza quel fardello di applicazioni che ci portiamo appresso da mesi senza utilizzarle? Tempo di ripristinare il backup del vecchio iPhone e la sensazione è bella che andata. Ok, questo l’aspetto “emozionale”, ma scendiamo più nel “tecnico” e vediamo 4 ragioni “vere” per non ripristinare un vecchio backup su un iPhone appena acquistato.

 

1. Un nuovo iPhone sembra funzionare meglio con una installazione “pulita”.

Ogni anno, quando viene messo in vendita un nuovo iPhone, inizia puntualmente il valzer delle lamentele: migliaia di utenti iniziano a riempire internet di racconti dell’orrore sui crash causati del nuovo iOS. Problemi potete star certi non avrete evitando di caricare il nuovo smartphone con tutte le app e i dati del backup. Il punto è che magari c’è una singola app che rende instabile il sistema ma, installandole tutte assieme, non potrete mai sapere quale sia. Un po’ come quando si inizia lo svezzamento dei bambini: un alimento per volta, così se esce un brufoletto sappiamo a cosa è allergico il nostro pupo. Ok, ma in questo modo non avremo il nostro arsenale di app subito pronto alla battaglia. Potrebbe sembrare una bella seccatura, in effetti, ma in realtà ci porta dritti al vantaggio numero 2.

 

2. Con l’acquisto del nuovo iPhone abbiamo l’occasione di liberarci delle app che non usiamo.

Un nuovo iPhone, ovviamente, si presenta senza tutte le app che avevamo su quello vecchio, cosa che ci regala la grande opportunità di capire quali sono quelle che realmente usiamo e che vale la pena installare nuovamente. Ok, ma per quelle che avevamo acquistato (e pagato)? Nessun problema: Apple tiene traccia di tutti gli acquisti effettuati sull’App Store, per cui non dovremo pagare due volte per la stessa app. Se invece quello che ci spaventa e dover ricordare la password di ogni singola app, è arrivato il momento di passare a una gestore di password automatico come, ad esempio, l’ottimo 1Password.

 

3. E che fine fanno tutte le mie foto?

Ottima domanda. Ora facciamocene anche qualche altra: e se perdessimo l’iPhone? E se volessimo condividerne qualcuna? E se volessimo organizzarle per bene e vederle su uno schermo più grande? Ok, ora prendete una sveglia e puntatela sul 2014: DRIIIINN! Esiste il cloud! Che ci fanno tutte quelle foto a marcire su un dispositivo così piccolo e facile da perdere. Su, coraggio, le alternative sono tante! Apple, in primis, con iCloud. Oppure Dropbox, anche se per chi scrive il servizio imbattibile è quello offerto da Google+ che, a costo zero, permette di fare il backup automatico di tutte le foto che scattiamo, SENZA ALCUN LIMITE DI SPAZIO. Installarlo sull’iPhone è facilissimo:

google plus

 

4. E tutti gli altri documenti? E i nostri amati mp3?

Anche qui: the answer is blowing in the cloud! Avere i documenti salvati solo localmente è terribilmente limitante. Qui a tstyle.it, per esempio, utilizziamo massicciamente il cloud per far sì che i documenti siano sempre accessibili, qualsiasi sia il device che utilizziamo. Questo articolo, ad esempio, lo sto scrivendo su Evernote, su un PC fisso, ma probabilmente lo posterò da un MacBook o un iPad… Ovviamente, mi rendo conto che non è una soluzione che possa necessariamente andare bene per tutti, ma per noi il cloud è stata una vera liberazione.

Tutto questo funziona perfettamente anche con la musica, anche se con qualche limite e qualche prezzo: possiamo scegliere , ad esempio fra Google Play Music, iTunes o Amazon Music, e ritrovarci automaticamente scaricati sull’iPhone tutti gli Mp3 che ascoltiamo regolarmente. Per alcuni servizi bisogna pagare qualcosa e ci sarà comunque chi preferisce gestire la cosa manualmente, seguendo lo stile iPod… tutto lecito, e a voi la scelta: noi l’abbiamo già fatta.

 

Sensoria: perfetto per ogni vero runner

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La corsa è uno sport che da dipendenza. Iniziare a correre è difficile, si deve vincere quel senso di fatica e trovare la voglia di indossare le scarpe da tennis e affrontare le strade del parco, della città o un sentiero di montagna.

Ma una volta iniziato a correre, smettere è difficilissimo, ed ogni nuova corsa è una sfida con se stessi. Il runner vuole sempre il meglio, vuole migliorare il proprio stile, la propria respirazione, la propria resistenza e i propri tempi.

Sensoria è uno speciale device nato per gli amanti della corsa. Esteticamente assomiglia ad una mezza luna, ma una volta posizionato al livello della vostra caviglia analizzerà ogni singolo movimento del piede.

Controllerà come poggiate la pianta, la spinta che riuscite a dare, il vostro passo ed ogni ulteriore elemento della vostra corsa. Non solo ma comunicherà ad una app sul vostro telefonino cosa sta accadendo.

La novità è che lo smartphone diventerà il vostro allenatore personale, vi correggerà se poggiate male il piede, vi inciterà a rispettare i vostri tempi, vi fornirà ogni aiuto valido affinché la vostra corsa sia sempre migliore.

Sembra un po’ eccessivo, ma invece è un allenatore perfetto. Un coach infallibile che analizzerà prima di tutto tecnicamente il vostro stile di corsa e vi fornirà tutte le indicazioni necessarie per poter migliorare e vincere ogni volta una sfida nuova.

 

[youtube http://youtu.be/8WJtEY-gl4M]

La casa a forma di Lumaca

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La casa a forma di guscio di Lumaca

Magali e Fernando Mayorga erano stanchi della loro vita all’interno delle città piene di smog e desiderosi di portare la loro famiglia inclusi i due figli Allan e Josh in un’abitazione che fosse più e armoniosa e a contatto con la natura. Così hanno chiesto a Javier Senosiain di progettare una casa che si ispirasse ai principi della Bio-Architettura. Senosian già noto per avere progettato The Shake la casa a forma di squalo e The Snake a forma di serpente non ha esitato e questa volta ci ha stupito con una casa ispirata al guscio di una lumaca.

D’altra parte qual’è la casa per eccellenza se non il comodo caldo guscio di una lumaca?

Situata in Messico, the Nautilus è un esempio abbastanza bizzarro di bio-archittettura. Prima di poter entrare all’interno dell’abitazione è necessario passare attraverso un corridoio iniziale a cui si accede attraverso un muro di vetro. L’intero percorso è caratterizzato da piante che coprono il pavimento. Le stanza dei ragazzi sono situate sul retro mentre la camera da letto è più all’interno.

Nautilus
Non ci sono divisioni specifiche all’interno ma un unico continuo caratterizzato dalla forma a spirale e armonizzato dalla vegetazione.

Il materiale con cui l’intera abitazione è costruito è una speciale ceramica chiamata “Grancrete”, resistente al fuoco e ottimamente isolante sia dal freddo che dal caldo. La forma con cui la casa è costruita la rende anche decisamente antisismica.

Un progetto bizzarro completamente immerso nella natura, rispettoso dell’ambiente e costruito secondo i principi della bio-architettura. Difficilmente vedremo abitazioni del genere nelle nostre città, ma ricorda a tutti noi cosa potrebbe essere una città se le case e lo stile di vita fossero immerse nel verde della natura e ricavate da ciò che la natura ci offre senza volerla forzare. Un po’ un ritorno ad un passato molto remoto, ma con tutti i comfort della vita moderna.

Nautilus

Montblanc: Omaggio a Nicolas Rieussec Special Edition

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Correva l’anno 1821 quando l’orologiaio francese Nicolas Matthieu Rieussec inventava il primo cronografo della storia, nato per cronometrare le corse dei cavalli agli Champ de Mars a Parigi.

Il funzionamento del cronografo era semplice ma ovviamente innovativo per quei tempi. La lancetta lasciava sul quadrante un piccolo segno di inchiosto prelevato da un apposito serbatoio al momento della partenza e uno identico al momento della fine. In questo modo l’intervallo fra i due segni segnava il tempo di gara.

Oggi Montblanc dedica Nicolas Matthie Rieussec una nuova collezione di orologi: la “Homage to Nicolas Rieussec Special Edition” disponibile da Ottobre 2014 una edizione limitata a 30 pezzi per la serie oro rosso e a 100 pezzi per la serie in acciaio.

La nuova collezione si caratterizza per una innovativa indicazione dei minuti, un rinnovato design dei dischi rotanti per i minuti e i secondi tascorsi, le lancette luminnose per il fuso orario principale. Dotato di meccanismo monopulsante, ruota a colonne e innesto verticale a disco, il calibro manifattura MB R200 a carica automatica ha anche ulteriori complicazioni che completano il suo aspetto classico. Fra queste, la visualizzazione giorno/notte per il secondo fuso orario e un meccanismo di azzeramento rapido per la lancetta delle ore.

La Rieussec Special Edition è veramente nata con lo scopo di rendere omaggio all’inventore del cronografo e tenta di replicare ogni dettaglio del progetto e dello stile che caratterizzarono l’idea originale. Ma ovviamente nel 2014 può contare su materiali innovativi e tecnologie moderne che trasportano lo storico cronografo direttamente ai nostri giorni. L’eleganza e la raffinatezza che risulta dall’unione di uno stile così affascinante come quello che rievoca il cronografo del 1821 con le tecnologie moderne è veramente fuori dal comune.

Innovazione e storia, questa volta possiamo dirlo, per un orologio senza tempo!

 

Lenovo Yoga Tablet 2 Pro… ti porta al cinema

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Il nuovo Lenovo Yoga Tablet 2 pro è grande, ha uno schermo enorme da 13 pollici con una risoluzione QHD di ben 2560×1440 px.

Grande non vuol dire ingombrante o brutto, vuol dire semplicemente “grande”. Ovvero ha uno schermo nato per deliziare chiunque abbia bisogno di un tablet per usi multimediali. Far vedere un catalogo ad un cliente, vedere un buon film, scorrere immagini a grandi dimensioni sono alcune delle funzionalità che Lenovo aveva ben in mente mentre progettava questo nuovo Yoga 2 Pro.

La vocazione multimediale di questo tablet viene però totalmente alla luce quando si parla della vera star che caratterizza questo grande tablet: il proiettore PICO posto lateralmente all’altezza di uno degli spigoli del tablet.

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Il nuvo Lenovo Yoga 2 Pro integra un proiettore in grado di trasformare il tablet in una sala cinematografica

In altre parole è sufficente puntare il Tablet verso una qualunque parete, o comunque uno sfondo per poter proiettare video e immagini su una superficie con una diagonale fino a 50 pollici in formato 16:9, in pratica stiamo parlando di una completa sala cinematografica racchiusa nei 950gr di peso del tablet.

 

[youtube http://youtu.be/QyZpIVFlon8]

 

Potete usare il proiettore per creare una sala cinema in ogni momento, oppure per mostrare le vostre slide ad un cliente, oppure per illustrare il catalogo dei vostri prodotti. L’effetto e l’utilità di questa funzionalità è decisamente superiore alla media.

Non è tutto, Lenovo ha pensato anche a dotare il tablet di un impianto audio degno delle sue aspirazioni da proiettore cinematografico. Così lo Yoga 2 Pro è dotato di un impianto audio da 8 Watt formato da due speaker frontali e un subwoofer nella parte posteriore. Non male per un tablet.

Nonostante ciò la durata della batteria dichiarata è di ben 15 ore. Decisamente tante per un prodotto del genere.

Lo YOGA Tablet 2 pro è frutto anche della partecipazione al progetto di Ashton Kutcher, fino ad ora attore e fotomodello ma entrato in Lenovo come product engineer da circa un anno.

“Lo YOGA Tablet 2 pro è il risultato finale della più grande ricerca e raccolta di feedback che abbiamo mai effettuato, e Ashton è stato con noi sin dal primo passo, portando nuove idee al progetto, sfidando le nostre capacità e portando alla luce i bisogni degli utenti”

ha deto Jeff Meredith vide presidente di lenovo per l’area Mobile Business.

“Come risultato abbiamo conservato le migliori qualità del tablet originale YOGA, le modalità d’utilizzo e la durata della batteria – a abbiamo alzato il livello tecnologico con una funzionalità come il proiettore che cambia il modo in cui noi pensiamo ad un tablet”

Carl Zeiss VR One: realtà virtuale per tutte le tasche

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A quanto pare sui visori per la realtà virtuale si sta consumando l’ennesima battaglia tecnologica. I competitors rimangono più o meno sempre gli stessi, la tecnologia cambia.

Se parliamo di visori per la realtà virtuale, stiamo discutendo di oggetti che servono per ospitare all’interno di uno spazio incollato ai vostri occhi una serie di informazioni 3D, di solito, provenienti dal vostro smartphone. Tipicamente lo smartphone è completamente inserito all’interno del visore di modo che sia proprio il suo display ad essere il principale proiettore delle immagini o dei video.

In realtà la tecnologia sembra essere abbastanza matura, ma latitano visori con caratteristiche universali tali da poter essere utilizzati con qualunque smartphone. Il Samung Gear VR è in produzione ma è strettamente collegato ai telefonini Samsung, Oculus Rift è in via di sviluppo e Google non ha ancora una soluzione abbordabile per le tasche dei comuni mortali.

Si affaccia oggi sul mercato il competitor che meno di aspetti Carl Zeiss con questo VR One, visore per la realtà virtuale al costo di appena 99$.

Non che questo visore sia proprio compatibile con qualunque smartphone al mondo ma è possibile ordinare degli adattori più o meno per qualunque smartphone di dimensioni fra i 4.7 e 5.2 pollici. Ogni adattore costa circa 9.90$. Facendo due conti, comunque il VR One rimane un’alternativa a basso costo al più blasonato Samsung Gear VR, nonostante il costo degli adattori.

Inoltre Zeiss è un marchio garanzia di qualità per cui siamo abbastanza certi che il visore avrà una fruibilità e una fluidità delle immagini degne del nome del suo produttore.

Il VR One può essere ordinato qui

 

Ampy e ricarichi lo smartphone camminando!

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Ampy ricarichi lo smartphone camminando

Cari telefonino-dipendenti, amici della generazione eternamente connessa, il mondo è alla nostra portata fino a quando dura la batteria del nostro smartphone. Mai capitato di rimanere a secco di ricarica nel bel mezzo di una giornata dove l’unica cosa che vorreste avere a disposizione è il vostro smartphone?

A chi scrive è capitato più di una volta e alcune esclamazioni di disappunto come “perdindirindina” o “perdincibacco” sono fuoriuscite dalle nostre candide labbra.

Ma se non volete mai più rimanere a corto di batteria proprio nel momento meno opportuno della vostra giornata, ora potete usare Ampy.

Ampy è un oggettino rettangolare abbastanza piccolo da stare in una tasca del pantalone. La sua particolarità è che accumula energia dai vostri movimenti. Il risultato finale è che camminando generate energia che Ampy cattura e rende disponibile per caricare lo smartphone.

I progettisti dichiarano che con 10.000 passi o correndo per 30 minuti si possono accumulare tre ore di ricarica per il vostro smartphone. Niente male, visto che tutto quello che dovete fare è tenerlo in tasca.

Ampy è un progetto nato da tre studenti della Northwestern University e naturalmente è attualmente un progetto disponibile su Kickstarter. Il costo per chi parteciperà alla campagna di lancio su Kickstarter è di 75$, per tutti gli altri invece sarà di 95$

 

Maschera di Halloween? Uno smartphone vi renderà veramente brutti!

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Halloween è alle porte. Avete già deciso che mostro volete essere? avete preparato la zucca? Qualunque sia il travestimento che avete in mente, i ragazzi di Digital Duz hanno tirato fuori un’idea che farà di voi il mostro più brutto della festa. Anzi probabilmente sarete il più brutto in assoluto fino a che il vostro raggio d’azione non intercetterà un’altra maschera di Digital Duz.

Partiamo dal presupposto che le maschere sono realmente ben fatte, sia come design sia come materiali. Ma sarebbero delle normali maschere di Halloween se non fosse per il fatto che sono predisposte con una tasca interna di dimensioni tali da ospitare uno smartphone. La tasca è tipicamente posta in corrispondenza di un occhio.

Riassumendo, si scarica dallo store un App free. L’app simula il movimento di un occhio di inaudita bruttezza.

Si inserisce lo smartphone nella tasca predisposta nella maschera, ed ecco che per effetto del movimento dell’occhio proiettato dall’iphone diventerete un orribile mostro con un occhio che si muove inquietante a destra e a manca.

Se volete comprare la mashera, potete farlo qui al costo di 44.99$

Mille parole valgono meno di questo video, per cui “buttateci un’occhio…” e divertitevi.

 

[youtube http://youtu.be/qOQws77j_6c]

A New York il primo negozio Amazon?

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A quanto pare, Amazon si appresta ad aprire il suo primo negozio “reale”, con tanto di scaffali e mattoni: lo farà a New York. Una interessante e inattesa svolta da parte del campione dell’e-commerce. Il New York Times riferisce che Amazon ha acquistato un intero edificio nel cuore di Manhattan, proprio di fronte all’Empire State Building, una delle icone della città. I lavori di ristrutturazione proseguono a ritmo serrato, con l’obiettivo di aprire al pubblico entro Natale, in tempo per la stagione dei grandi acquisti. Non essendoci dichiarazioni ufficiali, si comincia a speculare molto sulle reali intenzioni di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon: alcuni ritengono più probabile l’utilizzo di quella location come semplice showroom per i soli prodotti targati Amazon (come i tablet o il Kindle Fire), altri invece credono fermamente che stiamo per assistere ad una inedita integrazione fra negozio fisico e negozio digitale, assecondando le attitudini pionieristiche di Bezos.

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In realtà, esperimenti di integrazione fra e-commerce e magazzini reali sono già stati compiuti, proprio negli stati uniti, da alcuni big del settore digitale: ma qui la novità è davvero grossa perché si tratterebbe del gigante numero uno del settore a muoversi, e lo farebbe rinunciando al suo credo, quello attorno al quale ha costruito un successo inimmaginabile. Sembra quasi ironico: l’azienda che ha sostanzialmente inventato l’e-commerce apre un negozio con tanto di vetrine e mattoni. Il punto è che, per alcuni prodotti, i clienti hanno ancora bisogno di un contatto “fisico” per effettuare una scelta ragionata o semplicemente perché siamo fatti di “materia” anche noi. Così, chi ha posto i desideri dell’uomo al centro del suo business, non può negare questa evidenza. Non solo: un negozio reale offre agli acquirenti una esperienza attraverso cui stabilire un legame più forte con l’azienda. Un po’ come avviene per gli Apple Store, i luoghi fisici rappresentano una eccezionale proiezione nel reale della filosofia aziendale, anche oltre il design dei dispositivi prodotti.

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Un altro vantaggio di questo avamposto fisico nel cuore di Manhattan, potrebbe essere l’ampliamento del servizio Amazon Fresh, attualmente disponibile solo a Seattle e in determinate zone della California. Attraverso Amazon Fresh è possibile ordinare generi alimentari freschi e vederseli consegnati a casa nel giro di poche ore. Ovviamente per questo tipo di servizio è necessario che la distanza fra magazzino e cliente sia ridotta: la location al centro di New York sembra perfetta per questa soluzione.

 

E se, invece che un negozio Amazon, l’amore di Jeff Bezos per i libri e la cultura lo spingesse a rivoluzionare l’idea di libreria? Se stesse per aprire un grande spazio progettato per migliorare l’esperienza della lettura nella nostra epoca? Voi come immaginereste una libreria realmente utile e “contemporanea”? Ditelo nei commenti!

 

foto by Jeffrey Zeldman