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Cassetta degli attrezzi minima: i magnifici 7 indispensabili in casa

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In casa c’è sempre necessità di avere qualche attrezzo per i più comuni assemblaggi o per qualche piccola riparazione. Chi ama il fai da te potrà dotarsi di centinaia di utensili e inebriarsi ogni volta che aprirà la sua ricchissima, pesantissima e spaziosissima cassetta degli attrezzi. La maggior parte di noi vorrebbe invece dotarsi del minimo indispensabile per far fronte alle esigenze più comuni, senza occupare troppo spazio e senza spendere grandi cifre.
Abbiamo così compilato una lista minima di strumenti da tenere sempre in casa, sicuri della loro utilità e della loro efficacia.

 

1. Cacciavite

Per risparmiare spazio ne basterebbero due: uno a testa piatta e uno a croce, meglio ancora se piccoli e tozzi (così da risparmiare ulteriore spazio). Quelli più comodi e versatili sono senz’altro i cacciavite a testa intercambiabile.

 

2. Forbici da lavoro

Ci sono mille occasioni in cui ci serviranno delle forbici molto resistenti (molto più resistenti delle forbici da ufficio): un piccolo fai da te, il taglio di un tessuto o un cartone particolarmente resistente… senza contare la grande utilità che potrebbe avere in cucina. Scegliamole con cura, non c’è bisogno di spendere tanto, l’importante è che siano forbici robuste a sufficienza da tagliare un buon pezzo di corda.

 

3. Chiave inglese regolabile

Indispensabile in qualsiasi kit di attrezzi, anche molto ridotto. Per essere certi di coprire tutte le dimensioni dei dadi che su cui dovremo lavorare, conviene acquistare un set di tre chiavi inglesi (piccola, media e grande).

 

4. Metro

Che si debba misurare lo spazio a disposizione per un divano o calcolare la piega da dare alla tenda, il metro a nastro è sempre utilissimo. Per la stragrande maggioranza delle esigenze è sufficiente un flessometro (questo è il nome tecnico) della lunghezza di 5m.

 

5. Livella

Vogliamo appendere un quadro alla parete? Installare una mensola? Montare uno specchio? Non c’è modo di sfuggire alla necessità di una buona livella a bolla. (Anche se, ricordiamoci, che ne abbiamo un elettronica sul nostro smartphone).

 

6. Martello

Cosa possiamo dire su uno strumento iconico e antico come questo? Forse una parola sulla dimensione ideale da avere in casa: un martello compatto da 280 grammi se la caverà in qualsiasi situazione.

 

7. Pinze

Moltiplicano la forza delle nostre mani e ci consentono operazioni che altrimenti impossibili. Utili in mille circostanze, dal banco di lavoro alla cucina. Anche in una cassetta di attrezzi minimale, conviene averne almeno un kit da tre pezzi: una standard, una cesoia e l’altra con la tenaglia più affusolata, per lavorare con oggetti piccoli e raggiungere spazi angusti.

 

Bonus

Se abbiamo ancora un po’ di spazio da dedicare agli utensili da casa, possiamo considerare di aggiungere dei guanti da lavoro, un seghetto, una spugna abrasiva e un paio di occhiali protettivi.

 

Qual è la vostra esperienza? Volete suggerirne altri? Segnalateli nei commenti!

 

foto by abrinsky

Stromer ST2 l’e-bike sempre connessa ad Internet

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Stromer ST2 non è una comune bicicletta ma un superbici premiata con l’Eurobike Award 2014 per la categoria e-bike. Un ambito riconoscimento che la ST2 si è guadagnata sul campo mettendo in luce alcune caratteristiche piuttosto interessanti.

Il cuore dell’e-bike è il suo computer di bordo, perennemente connesso alla rete internet attraverso una SIM card.

Non è una novità da poco, di fatto la perenne connessione alla rete fa si che in caso di furto la e-bike possa essere immediatamente localizzata tramite GPS per esempio. In più se qualche malintenzionato provasse a portarla lontano dalle vostre amorevoli cure, la bici entrerebbe in una modalità antifurto che bloccherebbe totalmente i pedali impedendone l’utilizzo.

 

[youtube http://youtu.be/E-RN4YcUysM]

 

Il computer di bordo naturalmente non ha solo la funzionalità di antifurto ma è perennemente connesso ad una app che immagazina tutti i dati del vostro percorso quotidiano, e consente anche di applicare particolari settaggi alla vostra bicicletta.

Il motore per la pedalata assistita consente di arrivare ad una velocità di 45 km/h, tuttavia per il massimo comfort dell’utente, la bici è equipaggiata con sospensioni anteriori e posteriori che aumentano la rigidità in caso di velocità elevata in modo da garantire una maggiore sicurezza.

La batteria è in grado di alimentare la bike fino a 150km. La ricarica può essere effettuata o mantenendo la batteria a bordo della ST2 o comodamente a casa o in ufficio estraendola dal suo allogiamento. Ovviamente esiste un sistema di recupero dell’energia basato su frenata che aumenta grandemente le performance della batteria.

Il prezzo è di circa 5690 euro.

La metropolitana perfetta (Ma non a Roma o Milano)

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Il sogno di tutti coloro che abitano una metropoli o anche in una media città Italiana è quello della metropolitana perfetta. Immaginate Roma, Napoli, Milano con una metropolitana sempre in orario, con divanetti puliti e comodi da utilizzare, con aria condizionata sempre funzionante e con ogni comfort. Un sogno? Forse per noi italiani ancora sì. Per i Londinesi invece la metropolitana perfetta potrebbe arrivare entro il 2022.

 

[youtube http://youtu.be/Z3Q0FZUKHkY]

 

Transport for London e Priestmangoode hanno appena presentato New Tube for London, un progetto che apparentemente potrebbe rivoluzionare il sistema dei trasport londinesi. I nuovi treni della metropolitana saranno caratterizzati da altissima tecnologia e saranno completamente automatizzati, funzioneranno anche in assenza di conducente,

Previste paratie laterali alle stazioni che si aprono in corrispondenza perfetta con le porte del treno per una maggiore sicurezza degli utenti. Porte dalle dimensioni raddoppiate per una più comoda salita e discesa dei passeggeri, e connessione wi-fi sempre attiva.

In alto moderni display digitali andranno a sostituire gli ormai preistorici cartelloni pubblicitari cartacei e mostreranno non solo la pubblicità ma anche le informazioni costantemente aggiornate sul viaggio, la prossima stazione, la temperatura a bordo ed ogni altra informazione utile.

Naturalmente per il comfort del passeggero è prevista l’aria condizionata.

Un sistema di notifiche basato su un impianto a luci Led provvederà a notificare i passeggeri dell’arrivo di una prossima fermata.

I nuovi treni saranno 250 treni e collegheranno Piccadilly, Bakerloo, Central e Waterloo. Il numero di passeggeri previsto potrebbe aumentare del 25% rispetto all’attuale numero. Il primo treno prenderà servizio nel 2022 sulla linea di Piccadilly.

HTC RE l’action cam a forma di tubo

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Ma cosa cavolo è quell’oggetto? è un tubo? è una maniglia? è un periscopio? niente di tutto questo, la HTC RE è un’action cam.

Significa che con quell’oggetto dalla forma strana ci si possono fare riprese video, o anche fotografie.

Quella particolare forma a tubo ad un primo sguardo può sembrare bizzarra, eppure l’idea di HTC è stata quella di crerare una Action Cam comoda da usare, facile da impugnare, pronta per ogni evenienza. Una concorrente della GoPro ma per un genere di pubblico più informale e meno tecnologico.

Cerchiamo di dare un senso ai particolari. La forma dell’HTC RE nasce dall’esigenza di impugnare la telecamera rapidamente e nella maniera più naturale possibile. Ed in effetti quel particolare tipo di forma somigliante per certi versi ad una maniglia è veramente comoda da tenere in mano.

RE – White
by HTC
on Sketchfab

Non solo, ma non c’è tasto di accensione, sul manico è posizionato un sensore di grip, per cui è sufficiente impugnare la telecamera e l’accensione sarà conseguentemente automatica.

Il risultato di tutto ciò è semplice, significa che potete infilare la mano nella borsa, nello zaino o in tasca, estrarre la HTC RE Camera ed iniziare a girare il vostro video, il tutto con un movimento che è estremamente fluido e naturale. Le dimensioni sono 96.7 x 26.5mm per 65.5 grammi. In pratica si tiene comodamente in mano, ed occupa uno spazio più piccolo della metà di una bottiglietta d’acqua.

Sulla telecamera ci sono solo due tasti, un tasto di scatto nella parte esterna che può essere premuto una volta per scattare una foto, oppure può essere premuto più a lungo per registrare un video.
Il pulsante interno invece può essere utilizzato per selezionare la modalità  slow motion.

La parte inferiore della telecamera è predisposta con un attacco per un cavalletto.

Naturalmente l’HTC RE può essere pilotata da un app che serve da un lato a trasformare lo smartphone in un mirino digitale, dall’altro a scaricare le immagini e i video dalla telecamera. Infine attraverso l’app si può configurare l’HTC RE per effettuare scatti timelapse.

Per gli amanti dei numeri la HTC RE è in grado di scattare foto ad una risoluzione di 16MP, può catturare video a 1080/30fps, lo slow motion può arrivare a 4x per 720px. L’obiettivo è un grand’angolo che arriva fino a 146 gradi.

Il costo previsto è di 199$ , è possibile già preordinarla presso il sito http://www.recamera.com

Ecco la corsa dei Droni!

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C’è tutto, c’è la griglia di partenza, ci sono i box, la pitlane e gli spettatori. C’è tutto tranne le macchine e la pista. Al posto delle macchine ci sono infatti gli onnipresenti Droni e al posto della pista c’è una foresta.

L’idea della corsa dei Droni viene dalla Francia e precisamente dall’Airgonay drone club nelle Alpi Francesi.

Il presidente del club: Herve Pellarine ha organizzato questa divertente corsa dei Droni che si svolge sulla lunghezza di tre giri attraverso un circuito ricavato all’interno della foresta.

La velocità dei Droni è di circa 40 miglia all’ora, i piloti restano ovviamente seduti sulle loro comode poltrone al box, ma usuffruiscono di una visione “in prima persona” della visuale del drone attraverso la telecamera montata a bordo del mezzo.

Le immagini della corsa sono abbastanza spettacolari. Forse ancora non rimpiazzerà la Formula 1 (nonostante i recenti avvenimenti dimostrino che una corsa di droni sarebbe forse più sicura), ma è comunque affascinante pensare che in un futuro si potrebbero correre corse in pieno stile Phantom Menace

[youtube http://youtu.be/ZwL0t5kPf6E]

Basta gatti! Ecco come vedere post interessanti su Facebook

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L’ennesima foto di quel bimbo così carino… ma è la cinquantesima in una settimana, e quel bimbo non l’abbiamo mai visto: è il figlio della nostra compagna di liceo che non vediamo da vent’anni! Perché Facebook si ostina a mostrarci queste foto? Possibile non c’è niente di più interessante? Proviamo a rispondere a qualche interrogativo su come funziona Facebook, scopriremo così come convincerlo a mostrarci contenuti davvero interessanti e nascondere post inutili.

 

3 metodi che Facebook usa per capire cosa ci piace

Facebook cerca di interpretare i nostri gusti dai nostri comportamenti, seguendo tre azioni principali:

1. Clicchiamo su Mi piace
2. Commentiamo un post
3. Clicchiamo su una immagine per vederla più grande

In tutti questi casi, Facebook “si segna” che siamo interessati ai contributi della persona che ha pubblicato quel post e, in futuro, i post di quella persona saranno presenti con maggiore frequenza.

 

3 metodi per dire a Facebook quali contributi NON ci piacciono

1. Anche se non esiste il pulsante “non mi piace”, possiamo dare un feedback negativo a un post cliccando sull’iconcina in altro a destra presente in ogni post: nel menu a discesa che appare, clicchiamo su Non desidero vedere questo contenuto: in questo caso, Facebook “si ricorderà” questa segnalazione, facendo comparire meno spesso i post della persona che ha pubblicato il contenuto.

Non desidero FB

2. Possiamo smettere di seguire completamente i post di una persona, semplicemente comunicandolo a Facebook: basta cliccare sempre sull’iconcina in alto a destra e poi scegliere Non seguire più NOME DELLA PERSONA. Ufficialmente saremo ancora amici, ma i suoi post non appariranno più sulla nostra pagina Facebook. Qualora cambiassimo idea e volessimo ridare visibilità ai post di quella persona, sarà sufficiente andare sul suo profilo e cliccare su “Segui”.

3. Esiste anche un modo più rapido per snellire la nostra pagina Facebook senza andarci a spulciare tutti i post che NON ci interessano: possiamo aggiungere le persone di cui non vogliamo conoscere la cronaca minuto per minuto alla lista Conoscenti. Questa è una misura meno estrema rispetto a “Smetti di seguire” e, di tanto in tanto, vedremo ancora apparire qualche post delle persone che indichiamo come conoscenti. Diciamo che li vedremo meno spesso, e solo in caso di qualche notizia rilevante: se un post di quella nostra “antica” amica riceve molti like o molti commenti, ci verrà sicuramente visualizzato. Ecco come possiamo farlo, rapidamente, per più persone in una volta sola:

Lista Conoscenti

Un ultimo dubbio: perché continuo a vedere lo stesso post in cima alla bacheca, anche se non gli ho mai messo un Mi piace?

La cosa più probabile è che quel post abbia generato un grande chiacchiericcio tra molti dei nostri amici e che continui a generare commenti in tempo reale. Quindi Facebook è portato a credere che, anche se non abbiamo interagito con quel post, ci possa comunque interessare.

 

foto by Joshua Porter

Campioni del Tennis con Shot Stats Challenger

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Shot Stats Challenger non è per tennisti della Domenica. Ovvero forse lo è ma per coloro che prendono seriamente il proprio allenamento anche senza essere dei campioni.

Apparentemente assomiglia ad un normale accessorio antivibrazione ma in realtà è un completo computer che analizza in ogni momento ogni movimento effettuato con la racchetta.

Utilizzarlo è semplicissimo, si attacca sulla racchetta come si fa normalmente con un accessorio antivibrazione e da quel momento in poi Shot Stats Challenger inizierà a raccogliere dati sul vostro gioco.

I dati raccolti includono la velocità con cui colpite la palla, l’effetto con cui la colpite, il numero di battute effettuato, il numero di colpi di dritto, il numero di colpi di rovescio ed il tempo effettivo di gioco.

Basta uno swipe per ottenere in tempo reale il dato desiderato sul piccolo display dello Shot Stats Challenger. Ovviamente si possono impostare degli obiettivi di allenamento e se per caso siete sotto lo standard il vostro fedele trainer vi avvertirà con un alert.

Al termine della partita potete scaricare i dati sul vostro smartphone, confrontarli con quelli della partita precedente e verificare se il vostro allenamento sta portando i frutti desiderati oppure dovete cambiare qualcosa nella vostra routine.

Alcuni potrebbero obiettare che un oggetto del genere, sempre sollecitato dai colpi effettuati con la racchetta, potrebbe avere una vita breve. I produttori invece garantiscono che la solidità dell’oggetto è tale da consentirvi di giocare in tutta tranquillità.

Attualmente Shot Stats Challenger è disponibile su Kickstarter ad un costo base di 125$

Da Omron il primo robot che gioca a Ping Pong

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Non è certamente bello e neanche un elegante umanoide, ma è stato progettato come una specie di enorme polipo e, al CEATEC (Esibizione combinata di tecnologie avanzate) che è un po’ l’equivalente Giapponese del Cebit o dello Smau, è appena stato presentato un robot che gioca a Ping Pong.

L’azienda ideatrice di cotanto Robot è Omron, ovvero un gigante internazionale che opera nel settore dell’automazione industriale, nei prodotti elettromedicali e nei componenti per l’elettronica.

Di fatto il robot che gioca a ping pong non è solo un compagno d’allenamento ma è un esempio di ricerca avanzatissima fra intelligenza artificiale, elettronica e meccanica di precisione. Lo scopo è simulare una serie di movimenti apparentemente ripetitivi come nel caso del ping pong ma incredibilmente diversi l’uno dall’altro.
Un robot in grado di compiere movimenti ripetitivi ma in grado di variarli sensibilmente sulla base del proprio apprendimento e dell’evolversi dell’ambiente circostante potrebbe essere utile in una serie di contesti, ad esempio nelle linee di produzione di una fabbrica.

Per tornare invece all’aspetto ludico, il robot non è per niente bello, assomiglia ad una specie di polipo gigante con un cervello enorme e eretto su un paio di tentacoli laterali.

In realtà è proprio nella testa che sono contenuti i sensori che consentono di individuare il movimento della pallina, la velocità, la traiettoria e ogni altro parametro utile per elaborare una risposta.

Il cervello operativo del robot è invece posizionato esternamente e collocato nel suo case.

Vedere una partita è comunque spettacolare, perché il robot non è programmato per vincere ma per sostenere incontri di lunga durata, così i suoi dritti e rovesci sono perfetti per allenare un partner e prendersi anche qualche bella soddisfazione

iPad Air 2 ecco i primi leak (dal Vietnam)

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L’evento è stato ufficialmente annunciato: il 16 Ottobre Apple presenterà i suoi nuovi prodotti. Tutti aspettano iPad Air 2 naturalmente.

In attesa dell’evento immancabili arrivano i primi leak. Questa volta è il vietnamita Tinhte.vn a pubblicare per primo immagini rivelazione di quello che dobbiamo aspettarci dal nuovo iPad.

Apparentemente il nuovo iPad avrà uno spessore di soli 7 mm, ovvero circa mezzo millimetro più sottile della generazione attuale. Il tasto del volume potrebbe essere maggiormente incassato nel case, mentre il sensore Touch ID che nei nuovi device di Apple occupa un ruolo fondamentale potrebbe trovare spazio insieme al tasto Home.

Ricordiamo che Apple Pay, il sistema innovativo di pagamento che Apple ha presentato il 9 Settembre vedrà la luce probabilmente proprio il prossimo mese, ed il Touch ID è uno dei componenti fondamentali concepito per utilizzare correttamente Apple Pay.

Come sempre un leak e un leak e come tale potrebbe rivelarsi un falso clamoroso oppure una verità indovinata. Avremo le nostre certezze solo il 16 Ottobre se come è ipotizzato il nuovo iPad verrà presentato.

È anche vero che Tinthe.vn non è nuovo a queste rivelazioni e aveva già anticipato l’aspetto di alcuni mostri sacri come iPhone 4s e iPhone 5s prima che venissero annunciati ufficialmente al mondo.

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Apple nuovo evento ufficiale il 16 Ottobre

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È trascorso più o meno un mese dallo show andato in onda il 9 Settembre Al Flint Center durante il quale Apple ha presentato iPhone 6, Apple Watch e iOS 8 ed Apple è pronta a salire di nuovo sul palco.

Fino ad ora erano solo rumors e ne avevamo parlato qui, oggi invece la data è ufficiale: il 16 Ottobre Apple andrà in scena di nuovo! Il testo sull’invito formale lascia poche incertezze è recita: “Abbiamo aspettato anche troppo…

Sarà di nuovo il Flint Center ad ospitare l’evento e questo è nuovamente da considerarsi un simbolo. Al Flint Center Apple ha annunciato i prodotti delle grandi svolte a partire dall’annuncio del primo Mac nel 1984, passando per Blue iMac nel 1998, iMac SE nel 1999 e ai nostri giorni iPhone 6 e iWatch.

Quale posto migliore dunque del Flint center pere presentare probabilmente il nuovo iPad Air 2 e, si mormora, anche un nuovo Mac Mini?

L’attore protagonista per il 16 Ottobre sarà comunque presumibilmente il nuovo iPad. In attesa della presentazione ufficiale tuttavia iniziano a fare la loro comparsa i primi leak. Tinthe.vn ha già mostrato alcune immagini del possibile design del nuovo iPad. Nelle immagini si osservano alcuni bototni arrotondati ed incassati maggiormente nel case. Il TouchID potrebbe comparire posizionato insieme al tasto Home.

Nessun leak ancora per l’iMac ma sono in molti a scommettere su un display Retina. Infine il 16 Ottobre probabilmente arriverà anche Yosemite, del quale sappiamo già moltissimo e che probabilmente almeno a nostro avviso contenderà la scena all’iPad.

10 trucchi per il forno a microonde… sorprendenti!

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Tutti in casa abbiamo un forno a microonde ma molti di noi lo usano solo per scaldare o, al limite, scongelare gli alimenti… si può fare di più. Ovviamente non ci metteremo a fare un elenco di ricette, per questo c’è Google e centinaia di siti dedicati. Quello che vogliamo fare è stuzzicare l’immaginazione con trucchi per il microonde sfiziosi e poco noti.
Prima di iniziare, una nota: i tempi che indichiamo possono variare leggermente in dipendenza della potenza dei forni, ma restano validi come indicazione di massima.

 

10. Patatine “fritte” al volo

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Beh, ovviamente qui non si frigge niente, ma il gusto e la salute ci sono tutti! Affettiamo le patate sottilmente, passiamole in un po’ d’acqua, asciughiamole, irroriamole con un filo d’olio e disponiamole su un piatto, senza sovrapporre le fettine. Possiamo cuocere a più strati, utilizzando in pila dei fogli di carta assorbente sui cui adagiare altre fettine. 3 minuti alla massima potenza, poi giriamo le fettine e facciamo andare per altri 3 minuti a metà potenza. Tiriamo via le fettine già pronte e continuiamo la cottura per un altro minuto fino a che tutte le patatine saranno ben dorate.

 

9. Sciogliere del miele cristallizzato

Rimuoviamo il tappo e scaldiamo bel microonde per un tempo che va da 30 secondi a un minuto (a seconda della dimensione del contenitore). Riavremo il nostro miele perfettamente fluido e privo di cristalli.

 

8. Cucinare le uova in un lampo

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Uova in camicia oppure a occhio di bue, tutto al microonde: per l’occhio di bue, riscaldiamo leggermente il piatto, aggiungiamo una noce di burro e rompiamo l’uovo direttamente nel piatto da portata, quindi cuociamo per 45 secondi. Per l’uovo in camicia, rompiamo l’uovo in una tazza o una ciotolina adatte al microonde, aggiungiamo acqua fino a metà recipiente (opzionalmente una goccia di aceto), copriamo con un piattino e cuociamo per 60 secondi.

 

7. Riscaldare il cibo uniformemente

Bordo microonde

Se il cibo si trova su un piatto, cerchiamo di disporlo in modo da creare un cerchio, con un buco al centro. In caso contrario, proviamo a posizionare il recipiente che contiene il cibo sul bordo del piatto rotante del microonde.
 

6. Pulire e deodorare un paio di calzini

calzini

Da usare in caso di emergenza, qualora dovessimo aver bisogno di un paio di calzini puliti in poco tempo. Immergiamoli in una bacinella con acqua e sapone, quindi trasferiamo la bacinella con i calzini nel forno e facciamo andare per 10 minuti. Voilà!

 

5. Cuocere le verdure al vapore, perfettamente

vapore

L’ideale è utilizzare un recipiente apposito per il microonde, chiuderlo con la pellicola, aggiungere un po’ d’acqua se le verdure ne hanno poca e tagliare le verdure in modo uniforme (circa 3/4 cm di lunghezza). Importante: bucherelliamo la pellicola per permettere al vapore di uscire. Il tempo di cottura è di circa 3 minuti, ma dipende molto dalla quantità di verdura che vogliamo cuocere.

 

4. Cuocere un bacon super croccante

bacon 2

Capovolgiamo una ciotolina e adagiamola su un piatto. Sulla sommità della ciotola, disponiamo le fettine di bacon da cuocere, quindi facciamo andare il forno, contando un minuto per ogni fettina. Tutto il grasso in eccesso scivolerà sul piatto, e noi avremo del bacon croccante e asciutto.

 

3. Non utilizzare contenitori squadrati

Le zone in prossimità degli spigoli tendono a ricevere una maggiore quantità di energia, riscaldandosi più velocemente. Ciotole e contenitori dalle forme più smussate, consentono di riscaldare il cibo più uniformemente.

 

2. Sbucciare i pomodori

pomodori

Bucherelliamo la buccia e disponiamoli, in cerchio, su un piatto. Cuociamo per 30 secondi alla massima potenza, quindi aspettiamo circa 10 minuti. La buccia verrà via “da sola”.

 

1. Pulire il forno a microonde senza fatica

Versiamo dell’acqua in una ciotolina adatta la microonde, riempiendola per metà. Tagliamo a metà un limone e spremiamone il succo nella ciotolina, quindi immergiamoci anche le due metà del limone. Mettiamo la ciotolina nel forno e facciamo andare alla massima potenza per 3 minuti, l’acqua inizierà a bollire. Trascorsi i tre minuti, lasciamo chiuso il forno e aspettiamo 5 minuti. Il vapore saturerà l’interno del forno e ne sgrasserà le pareti. Per finire, rimuoviamo il piatto del forno (se presente) e ripassiamo con un panno il piatto, le pareti e lo sportello.

 

foto by Ryan LiTim SacktonClara AlimWyn LokChris IsherwoodbarkVilseskogen, Neil Gonzalez

Nobel per la fisica agli inventori dei LED Blu

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Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura sono i tre scienziati che si sono aggiudicati il nobel per la fisica 2014. La scoperta con cui hanno ottenuto il meritato riconoscimento è già di utilizzo comune: il LED blu.

I LED blu sono sostanzialmente una delle parti essenziali nella costruzione di un qualunque sistema di illuminazione moderno. Ormai siamo abituati alla purezza della luce led ed ai relativi bassi consumi, ma la ricerca è stata iniziata dai tre scienziati negli anni 90, solo oggi tuttavia il loro lavoro così importante per l’impatto che ha sulla vita moderna è stato riconosciuto.

LED è sinonimo di Light-emitting diode. Non sarebbero una scoperta particolarmente innovativa ed in realtà i LED di colore rosso e verde sono noti al mondo già da molti anni. Tuttavia la sola componente rossa o verde non è sufficiente a comporre la luce bianca, ed è qui che la scoperta dei LED blu assume particolare rilevanza. Infatti solo con l’arrivo di questo particolare tipo di LED il settore dell’illuminazione ha potuto sperimentare la rivoluzione a cui tutti stiamo assistendo oggi.

Le lampade LED di recente costruzione derivate proprio dal lavoro dei tre scienziati hanno un’efficienza quasi 20 volte maggiore di quella di una lampadina elettrica e 4 volte maggiore di quella di una lampada a Neon. Inoltre possono durare quasi 100 volte in più rispetto ad una comune lampadina ad incandescenza.

Foto by Larry Jacobsen (CC BY 2.0)

Lumo Lift un aiuto contro il mal di schiena

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Il mondo va veloce, le comunicazioni corrono al ritmo di un battito di ciglia, i trasporti, il business, la produzione tutto va veloce… ma noi rimaniamo fermi.

Mentre il mondo corre noi lo pilotiamo stando ben fermi sulle nostre sedie, negli uffici, nelle case, il più delle volte con la testa china su una scrivania o con le spalle curve fissando lo schermo di un monitor.

È anche questo il segno dei tempi che cambiano, è un diverso modo di affrontare la fatica del lavoro, ma a farne le spese è quasi sempre la nostra schiena.

Stressata, maltrattata, sempre sacrificata da una postura a cui spesso poltrone, scrivanie e computer ci costringono, alla fine grida dolore e vendetta ricordandoci che è importante assumere sempre una postura che preservi la nostra colonna vertebrale.

Se è vero che è la tecnologia che ci distrugge è sempre alla tecnologia che chiediamo di darci una mano nei momenti di difficoltà, così è proprio questo accessorio piccolo quanto funzionale che ci può costringere a ricordarci di voler bene alla nostra schiena.

Il Lumo Lift è un sensore, un piccolissimo sensore con banda magnetica o con clip che può essere inserito in un qualunque punto all’interno dei nostri vestiti. Potremmo nasconderlo o invece indossarlo come un accessorio di moda ma non cambierebbe la sua reale utilità.

Il Lumo Lift in ogni momento controlla la nostra postura, verifica se le nostre spalle sono curve, se il nostro torace è inclinato e se pensa che la nostra posizione potrebbe avere un effetto negativo sulla nostra schiena ci richiama all’ordine con una delicata vibrazione.

In più Lumo Lift è anche un contapassi, un misuratore di distanze e un conta calorie. Decisamente un must per chiunque passi ore e ore seduto di fronte ad una scrivania. In vendita sullo store di Lumo  al costo di 99.99$

Facebook lancia “Audience Network”

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Avevamo parlato qui di Facebook Atlas il nuovo sistema di advertising con cui Facebook intende andare in concorrenza con AdWords. Oggi però è il turno di un altro annuncio importante quello della nascita di “Audience Network“.

Audience Network è sostanzialmente il nuovo sistema di advertising di Facebook che consente da un lato agli sviluppatori di includere la pubblicità di Facebook direttamente nelle proprie App dall’altro agli investitori di disporre di un bacino potenzialmente illimitato di App dove piazzare la propria pubblicità.

Naturalmente Audience Network consente agli sviluppatori di monetizzare attraverso l’adv mentre gli investitori continueranno ad acquistare normalmente su FB come hanno fatto fino ad ora.

La novità è che Audience Network continuerà a lavorare in piena sinergia con il meccanismo di pubblicazione delle inserzioni su FB utilizzato fino a questo momento. Non ci sarà dunque una interfaccia separata per acquistare la pubblicità.

In altre parole Facebook ha trovato un nuovo modo per allargare il proprio bacino pubblicitario e diminuire in questo modo contemporaneamente la pressione sugli utenti del social network francamente talvolta un po’ disturbati dall’eccessiva presenza di pubblicità all’interno dei propri contenuti.

Per ora i formati disponibili all’interno delle APP saranno tre: banner, interstitial, native. Chi “smanetta” un po’ con la pubblicità sa già che i formati più impattanti saranno interstitial e native tuttavia non ci sarà bisogno di utilizzare creatività separate per questa tipologia di formati, verrà adattata invece la stessa creatività utilizzata per pianificare l’advertising all’interno delle pagine di Facebook.

Naturalmente con questa mossa Facebook si pone in netta concorrenza con Google Admob. Ed è il secondo passo di Facebook sul terreno dell’advertising che va a contrapporsi allo strapotere di Google.

Ambi Climate risolve il problema dei condizionatori

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Ho caldo, ho freddo, c’è troppa aria, poi quando esco dalla stanza mi verrà un raffreddore da competizione.

Quante volte avete ripetuto queste stesse parole a casa o in ufficio appellando i vostri condizionatori con parole non esattamente lusinghiere?

A mettere la parola fine ad ogni controversia, a portare la pace fra i colleghi, a riportare le famiglie ad una condizione di serenità c’è oggi Ambi Climate.

Il funzionamento di Ambi Climate è semplice. Si scarica l’apposita App, si posiziona Ambi Climate nella stanza dove si vuole ottimizzare l’uso del condizionatore ed il gioco è fatto. Ambi Climate inizierà a monitore la temperatura dell’aria all’interno della stanza, la temperatura dell’ambiente circostante, l’umidità relativa ed una serie di altri parametri, infine effettuerà un mix fra tutti i dati raccolti e le vostre preferenze in tema di temperatura e adatterà i valori del condizionatore di conseguenza.

La comunicazione fra Ambi Climate e il condizionatore avviene sulla base degli infrarossi, perciò Ambi Climate è ampiamente compatibile con una vasta gamma di condizionatori.

Naturalemnte attraverso l’uso di Ambi Climate è previsto un notevole risparmio in fatto di consumi energetici. In ultimo, ma non per questo meno importante, Ambi Climate può essere pilotato da remoto, perciò se state per tornare a casa e desiderate trovere un ambiente confortevole basterà tirar fuori il vostro smartphone ed impostare la temperatura desiderata.

IL progetto è per ora presente su Kickstarter, il costo di un device varia da 79$ per una Ambi Climate fino a 249$ per averne tre. La produzione è prevista per Giugno 2015 giusto in tempo per rendere più piacevole la vostra estate

Twin Peaks il grande ritorno nel 2016

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Se la serie televisa Twin Peaks non evoca in voi alcun ricordo, allora probabilmente negli anni 90 non eravate ancora nati, oppure il tubo catodico non esercitava su di voi nessun fascino.

Per tutti gli altri “Twin Peaks” anzi più correttamente “I segreti di Twin Peaks” è come dire la felpa con il cappuccio, i top fosforescenti con l’ombellico bene in vista o il bomber. Tutta roba che in un modo o nell’altro ha caratterizzato un’epoca.

Twin Peaks si può considerare la serie televisiva cult, unica nel suo genere, che ha segnato un’epoca.

Unica perché il regista David Lynch è uno dei massimi esponente di quel surrealismo che in Twin Peaks emerge in tutta la sua inquietante bellezza.

I personaggi di Twin Peaks sono più che bizzarri, le atmosfere sono da film horror, le musiche sono sempre sommesse ma riecheggiano potentissime, le inquadrature sono assolutamente sovrannaturali.

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La storia inizia con il ritrovamento sulla spiaggia del cadavere della giovane Laura Palmer, ed è subito dalle prime inquadrature che Twin Peaks scuote il sonnolento mondo delle serie televisive degli anni 90 inventando un genere nuovo ed irripetibile. Le immagini di Laura Palmer che emergono da un sacco di plastica sulla spiaggia sono assolutamente inquietanti.

I personaggi che man mano si avvicendano nel corso degli episodi sono quasi sempre ambigui e comunque caratterizzati da un qualche tratto che li rende per lunghi tratti almeno eticamente contestabili, ma non solo anche fisicamente appartengono a quel genere surreale che Lynch rappresenta da grande maestro.

[youtube http://youtu.be/XHSzMvDpMBo]

Così si alternano il demoniaco nano che appare nei sogni dell’agente Cooper impegnato a scoprire la verità sulla scomparsa di Laura Palmer per fornirgli una serie di tracce da seguire, o il gigante trasmettitore di messaggi, la bellissima quanto spregiudicata Audrey Horne e lo psicotico Windom Earle.

[youtube http://youtu.be/PAinQeFr1lM]

 

Twin Peaks 2016

La grande notizia è che Twin Peaks ritornerà per mano dello stesso Lynch nel 2016 con una miniserie ambientata ai nostri giorni.
L’annuncio è arrivato attraverso un tweet dello stesso Lynch che ha scritto: “Cari amici di Twitter… sta succedendo di nuovo!” allegando poi un breve trailer che annuncia la miniserie e devo dire che Laura Palmer che schiocca le dita, la musica inquietante di sottofondo e l’atmosfera che solo Lynch sa creare già creano la stessa suspence a cui eravamo abituati 25 anni fa.

La serie questa volta però si svolgerà interamente nei nostri giorni e i 25 anni passati ad attendere avranno comunque un ruolo fondamentale nel corso degli episodi. Non sarà ovviamente un remake ma godrà invece di una propria autonomia.

Non sappiamo ancora molto dei personaggi che troveremo e cosa succederà in questa nuova serie, non sappiamo neanche se la serie incollerà davanti allo schermo lo stesso spropositato numero di spettatori della prima edizione. Quello che sappiamo è che Twin Peaks sta per tornare e comunque vada sarà comunque sempre un pezzo di storia della TV.

Reset Chrome: addio toolbar e malware

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A tutti noi è capitato di avere il browser infestato da toolbar invadenti e soprattutto non volute, così come, in molte circostanze, ci è capitato di essere attaccati da qualche malware che prende il controllo della barra degli indirizzi e comincia ad aprire pagine “a caso” e magari di dubbio gusto. Se non è capitato a noi, sarà sicuramente capitato a qualche nostro amico o congiunto che avrà cercato il nostro aiuto, sapendoci impallinati di tecnologia. Poche cose sono più fastidiose di un browser che non fa il proprio semplice ma fondamentale dovere ma, purtroppo, poche cose sono difficili da sistemare quanto un browser malfunzionante o sovraccaricato di estensioni.

Per fortuna, la soluzione ora c’è, almeno per gli utenti di Chrome su Windows: Google ha appena rilasciato un tool che si occupa di controllare il nostro sistema, alla ricerca di software malevole che possa “infastidire” il buon funzionamento di Chrome, in aggiunta a questo ci offre anche la possibilità di resettare completamente il browser, così da riportarlo allo stato originario, puro, come fosse appena installato. Ovviamente questa seconda opzione è del tutto facoltativa ed è slegata dalla prima.

Download

Usata al pieno delle sue funzionalità, questo tool di rimozione è molto efficace e può essere considerata anche come l’ultima spiaggia per riparare Chrome senza reinstallare completamente Windows. L’azione del tool si divide in due fasi: in un primo momento, viene analizzato l’intero sistema alla ricerca di qualsiasi malware, toolbar o punk app che possa interferire con il normale funzionamento di Chrome. Il secondo passaggio (torniamo a ripetere: opzionale) permette di disinstallare tutte le estensioni, resettare il browser e cancellare completamente cache e cookie.

Nella grande maggioranza dei casi non dovremo usare il tool in tutta la sua debordante forza ma, come dire, è bello sapere che ci sia, specialmente per chi ha familiari poco avvezzi alla tecnologia che si trovano puntualmente con il browser in panne per via di click improvvidi e frettolosi.

 

Il mini-tutorial

Save Run Clean

Per concludere, la guida passo passo per mettere a posto Chrome e farlo tornare come nuovo:

  1. Scarichiamo l’applicazione sul sito ufficiale di Google
  2. Se abbiamo il backup dei dati che ci interessano, avviamo il tool (non richiede installazione)
  3. Dopo l’analisi del sistema, l’app ci avvisa dell’eventuale presenza di programmi “sospetti”
  4. Se ce ne sono, possiamo eliminarli cliccando su “rimuovi”
  5. Alla fine della rimozione, è possibile che il sistema o il browser vengano riavviati
  6. Al successivo avvio di Chrome, ci verrà chiesto se vogliamo resettare completamente il browser: a noi la scelta!
Foto by Patrick Lauke

 

Screenshot rubati da FB Messenger. Pagamenti elettronici in arrivo?

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Alcuni screenshot “rubati” dall’app di Facebook attraverso il tool Cycript da uno studente dell’università di Stanford mostrerebbero una funzione già presente nel messenger di Facebook e che attende solo di essere rivelata. Lo riporta Tech Crunch qui.

In sostanza il messenger di Facebook nasconderebbe un tasto per i pagamenti in tempo reale fra utenti. Siamo ancora ad uno stato primordiale nell’esplorazione di questa funzione e soprattutto stiamo parlando di qualcosa a cui Facebook non ha ancora neanche lontanamente ufficialmente accennato. È dunque molto improbabile riuscire ad ipotizzare come questa funzionalità potrebbe essere implementata. Non sappiamo dunque se come FB potrebbe monetizzare dagli scambi di denaro fra utenti.

Certo se la cosa fosse confermata sarebbe realmente una rivoluzione senza precedenti nel mondo delle transazioni online con evidenti ripercussioni anche su concorrenti quali ad esempio Paypal.

È anche vero che a capo del progetto FB Messenger c’è David Marcus che fino a qualche tempo fa era in forza a Paypal. Di solito due più due fa quattro e anche se nella guerra fra colossi informatici qualche volta questa regola viene disattesa ci sono le premesse perché la realizzazione di una funzionalità di pagamento attraverso il messenger di Facebook possa essere realizzata.

La presenza di una funzione di pagamento in Messenger è stata rivelata qualche tempo fa dal ricercatore Jonathan Zdziarski e semprerebbe che il tool utilizzato per esploare l’app su iOS sia stato Cycript.

La notizia rivela anche che Tech Crunch ha provato a contattare Facebook per avere una conferma di questa funzionalità nel Messenger senza però essere riuciti ad ottenere un commento.

Tech Crunch mostra anche un video ed alcuni screenshot della funzionalità di pagamento. Nonostante l’affidabilità di cui è assoluto sinonimo Tech Crunh in questo campo è opportuno prendere tutto con le dovute cautele.

Se la notizia fosse confermata sarebbe una rivoluzione, ma fino ad allora nulla può essere dato per certo.

Foto by Chris Harrison (CC BY 2.0)

Le cuffie Parrot Zik 2 belle e con touch control

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Le cuffie Zik prodotte da Parrot non sono una novità assoluta, ma questo remake targato versione 2 porta alcune novità decisamente interessanti.

Prima di tutto le nuove 2.0 sono molto più belle delle precedenti, questo significa che potete portarle in giro sulla vostra testa senza assomigliare ad un pilota di aeroplano. Si certo sono ancora abbastanza grandi ma d’altra parte hanno anche una resa audio molto buona.

Il design è dovuto alla collaborazione di Parrot con la casa Francese don Philippe Starck. Indipendentemente dall’aspetto che comunque ha fatto passi da gigante rispetto alla versione precedente, mantengono invece alcune delle caratteristiche tecniche che le avevano rese così innovative all’uscita e ne aggiungono altre ugualmente interessanti.

Prima di tutto le Zik 2.0 dispongono ancora della connettività Bluetooth ed hanno un’interessante funzione di riduzione del rumore, inoltre possono essere controllate attraverso il classico gesto dello swipe su una delle cuffie attraverso un comodo touch control.

Utile anche la funzione di Head Detection che entra in azione quando le cuffie vengono spostate intorno al collo ed interrompe di conseguenza l’erogazione della musica.

Naturalmente possono essere connesse allo smartphone e sono disponibili in vari colori in modo da poter essere abbinate all’estetica del vostro telefono, perché la musica ed il suono sono importanti ma anche il look ha le sue esigenze 🙂

Primi leak di HTC Nexus 9

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Dell’imminente arrivo del Nexus 9 ne avevamo parlato qui. Avevamo supposto che il costruttore sarebbe stato HTC, oggi alcune immagini leak comparse su twitter dall’utente @upleaks sembrerebbero confermare questa tesi.

Nelle immagini si vede chiaramente il logo di HTC in basso sul dorso del tablet, mentre più evidente in verticale si osserva il logo di Nexus. Le immagini sembrerebbero provenire da FCC ovvero l’organismo di governo preposto a regolamentare le comunicazioni radio-televisive per gli stati uniti.

Ovviamente si tratta di un leak per cui fino ad ora solo supposizioni, niente che possa essere neanche lontanamente ufficiale o credibile, anche la fonte l’FCC di cui si mormora potrebbe essere una pura illazione.

Tuttavia il leak sembrerebbe dare forza a quella voce che vede HTC come probabile costruttore del Nexus 9.

Ricordiamo che qualche mese fa attraverso una storia abbastanza complicata erano saltati fuori dei documenti che sembravano già confermare HTC come produttore ufficiale. Il nuovo Nexus potrebbe avere un chip Tegra e potrebbe essere il primo ad essere equipaggiato con Android L.

Nobel per la medicina. Scoperto il GPS del Cervello

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C’è chi è in grado di perdersi anche nel parcheggio del supermercato e chi è in grado di ritrovare la strada in un battibaleno anche attraverso il labirinto più intricato.

Ma da cosa dipende la nostra capacità di orientamento? come facciamo a sapere in ogni momento qual è la direzione giusta da prendere per andare in questo o quel posto?

A spiegarcelo sono John O’Keefe 75 anni, ed i coniugi May-Britt ed Edvard Moser che per i loro studi su come faccia il cervello umano ad orientarsi hanno appena ricevuto il Nobel per la Medicina 2014.

Da oggi possiamo togliere il condizionale e affermare senza ombra di dubbio che nel nostro cervello esiste un complesso sistema di cellule nervose che mantiene in ogni momento traccia della nostra posizione e dell’ambiente circostante. Una sorta di “GPS biologico” che immagazzina informazioni sull’ambiente circostante e le mette in relazione alla nostra posizione per fornirci appunto quella capacità di orientamento che ci consente di muoverci con sicurezza nella direzione desiderata.

Lo studio sui topi

Come molte ricerche tutto ha inizio da uno studio condotto sui topi già più di 40 anni fa proprio dall’odierno premio nobel John O’Keefe. Lo scienziato osservò che nel cervello dei ratti alcuni neuroni dell’immpocampo si attivano in relazione di una specifica posizione dell’animale nello spazio formando una specie di mappa spaziale dell’ambiente circostante. I coniugi May-Britt ed Edvard Moser più tardi determinarono la scoperta di una cellula denominata griglia in grado di generare un preciso sistema di coordinate. L’insieme di cellule di posizionamento e cellule griglia consente di localizzare un luogo e poi muoversi verso il punto successivo.

I personaggi

John O’Keefe nasce a New York nel 1939 da genitori immigrati dall’Irlanda, è un neuroscienzato e professore presso l’Istituto di Neuroscienze Cognitive presso l’university college di londra. Prima di oggi ha già rivevuto diversi premi per il suo contributo agli studi neuroscientifici.

May-Britt nasce in Norvegia nel 1963, psicologa e neuroscienziato ha studiato all’Università di Oslo dove ha anche conosciuto l’attuale marito con cui condivide il nobel Edvard Moser. È attualmente direttrice del Centre for Neural Computation di Trondheim.

Edvard Moser nasce il 27 Aprile 1962 in Norvegia, e lavora sia all’università di Oslo sia all’università di Edimburgo e nel laboratorio di John O’Keefe a Londra. Attualmente è direttore del Kavli Institute for System Neuroscience in Trondheim.

Un po’ di umanità

Bellissimo il video in cui May Britt Moser discute con i suoi collaboratori del nobel appena vinto. Si vede la sincera felicità ma amche la semplicità dell’ambiente della ricerca. Nel frattempo il marito Edvard Moser è in volo in aeroplano diretto a Monaco in Germania per cui ha dovuto aspettare di atterrare per conoscere la notizia.

 

[youtube http://youtu.be/avatSGLXvLs]

 

In una intervista postata sul sito Nobelprize.org John O’Keefe ha detto:

Sono ancora sulla luna.
Stavo lavorando alla scrivania di casa mia. Qualche volta di mattina lavoro qui. Di solito tendo a scrivere il più possibile, scrivo più che posso prima di andare a lavoro… quando ho ricevuto la telefonata ho pensato che era eccezionale. Ero appena stato a Oslo un paio di settimane fa a ricevere il Premio Kavli, e ho pensato “Oh, questo non può essere, questo non può essere quello che penso che sia.” Ed invece lo era. Sono assolutamente felice, naturalmente. È un grandissimo onore. È l’apice di di una carriera scientifica e sono molto commosso di tutto ma sono anche molto contento”

[youtube http://youtu.be/uGkeOdPaOEU]

 

Foto by Allan Ajifo (CC BY 2.0)

HP si divide in due. Lavoratori a rischio

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Solitamente una compagnia che si spacca in due non sarebbe una gran notizia per questo sito e comunque non sarebbe una notiziona in nessun caso. La scissione di una compagnia è all’ordine del giorno e per gli anni in cui viviamo, un evento che si verifica con la stessa frequenza di una cena o di un pranzo e forse anche qualcosa in più.

Sarebbe una notizia di poco conto se non fosse che la compagnia di cui stiamo parlando è HP ovvero un colosso dell’informatica moderna che produce un quantitativo enorme di dispositivi sia per uso domestico sia per ambienti server e comunque di tipo business. Un colosso che comunque è una risorsa per moltissimi lavoratori che contribuiscono al successo di questa imponente azienda.

La notizia è atterrata prima di tutto sulle colonne del Wall Street Journal ed ha via via fatto il giro del mondo. La divisione Hardware per Home Computer e quella dedicata a Hardware e servizi per le aziende apparentemente non si sono mai amate ed è dunque arrivato il giorno della resa dei conti.

La scissione che vedrà da un lato una divisione dedicata al mondo dell’Home Computer e dall’altro quella dedicata all’hardware e ai servizi per le aziende potrebbe consumarsi in tempi abbastanza rapidi.

I limiti e i regolamenti entro cui prenderà corpo questa scissione non sono ancora ben noti, ma probabilmente a capo della divisione Home Computing ci sarà Dion Weisler mentre Meh Whitman potrebbe andare a capo del gruppo dedicato a mondo aziendale.

La notizia è stata confermata nel pomeriggio da questo documento ufficiale pubblicato dal SEC (Securities and Exchange Commission – Stati Uniti). Nel docimento si legge che HP ha intenzione di dividersi in due compagnie separate. La divisione orientata all’home computer continuerà con il marchio HP mentre la nuova compagnia si chiamerà Hewlett-Packard Enterprise e sarà orientata alle infrastrutture tecnologiche per l e imprese. Confermati poi i due CEO Meg Whitman per l’area business e Dion Weisler per l’area business.

Intanto WSJ riporta che ci potrebbe essere un ulteriore aumento del numero dei licenziamenti. La stima in precedenza era di 45.000-50.000 dipendenti, secondo quanto riportato da WSJ le cifre ora parlerebbero di quasi 55.000

Foto by  Don DeBold (CC BY 2.0) 

La penna magica di Microsoft

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Avete mai osservato le vostre mani mente compiono le azioni più comuni? abbottonare una camicia, scrivere velocemente una nota, usare forchetta e coltello?

Sono azioni abbastanza comuni da farci dimenticare la complessità di questi movimenti. In ognuno di questi gesti sono coinvolti circa 27 ossa, più o meno 30 muscoli e qualcosa come 30 arterie, o almeno questo è quanto dichiara Microsoft nella sua ricerca “Back to the drawing board: a vision of new possibilities for the stylus“.

 

[youtube http://youtu.be/0jvjA0cEfys]

 

Bill Buxton e Ken Hinckley sono due ricercatori dell’MSR (Microsoft Research) che stanno lavorando a nuovi strumenti che migliorino l’interazione fra il corpo umano e i device elettronici.

È in questo contesto che si colloca questa nuova evolutissima penna che innalza esponenzialmente il concetto di “penna per tablet”.

La penna studiada da Buxton e Hinckley dispone di una serie di sensori molto evoluti. Prima di tutto attraverso un giroscopio è possibile verificare l’impugnatura della penna nelle mani e l’orientamento della penna mente la si utilizza.

Secondariamente questo tipo di penna è capace di distinguere fra un contatto accidentale con la superficie ed uno voluto.

Il meglio di questa ricerca si ottiene dall’uso combinato della penna e della mano sinistra contemporaneamente. In questo modo è possibile per esempio trascinare un oggetto sul display utilizzando un dito della mano sinistra e contemporaneamente variarne l’orientamento in tempo reale direzionando correttamente la penna nella mano destra.

Una penna piuttosto sofisticata in via di ricerca ma che una volta in produzione potrebbe rappresentare un bel plus per le vendite per esempio del Surface Pro 3

Sony A5100 piccola e leggera ma senza mirino

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La Sony A5100 è davvero piccola: 110 x 63 x 36 mm per un peso di appena 283 grammi è un po’ come portare un panino nello zaino.

Detto questo, non è oro tutto quello che luccica. Alla Sony A5100 manca il mirino elettronico e questo significa che dovrete comporre i vostri scatti attraverso il display da 3in TFT in dotazione.

Non è in assoluto un male, ma se siete fra quelli che preferiscono il mirino e a cui salta la mosca al naso quando un raggio di sole inopportuno rende difficoltoso usare il display allora probabilmente questa Sony A5100 potrebbe farvi indispettire più di una volta.

Se invece non siete fanatici del mirino e anzi trovate comodo l’uso del display, allora questa macchina fotografica piccola e maneggevole potrebbe darvi diverse soddisfazioni.

A5100_wSELP1650_front_top_black

Come la a6000 ha in dotazione il sistema Fast Hybrid AF con 179 punti di messa a fuoco. Questo significa che se avete voglia di scattare foto velocemente senza dover perdere tempo a trovare il punto di messa a fuoco ideale per soggetti in movimento, senza dubbio la A5100 segna un punto a suo favore.

Il sensore è il CMOS Exmor APS-C da 24,3MP accoppiato al processore BIONZ X che aiuta moltissimo nella riduzione del rumore. La gamma di ISO è molto ampia per una macchina fotografica di questa fascia di presso e varia fra 100 e 25600.

In sostanza una macchina piccola e maneggevole, che ha nella velocità della messa a fuoco, nel sensore e nel processore i suoi punti di forza.

L’assenza del mirino potrebbe essere un problema per qualcuno, tuttavia il display è orientabile ed è apprezzabile la modalità touch attraverso la quale si può semplicemente toccare lo schermo con un dito per ottenere contemporaneamente messa a fuoco e scatto.

Il costo è di circa 549€ per il solo corpo macchina. Con zoom 16-50mm si arriva a 640€

[youtube http://youtu.be/yJMvADbT0h0]

Seek Thermal La telecamera per vedere attraverso i vestiti…

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Calma, buoni, lo sappiamo che alcuni di voi, i più zuzzurelloni stanno già spulciando l’articolo pensando “dove si compra, dove si compra?”.

Non è ancora tempo per dare libero sfogo al Pierino che è in voi. La Seek Thermal consente davvero di vedere attraverso i vestiti, e non solo, ma è una termocamera. È in grado cioè di mostrare le differenti temperature degli oggetti all’interno di un corpo.

Se stavate pensando dunque ad una telecamera a Raggi X in grado di soddisfare alcune delle curiosità che da tempo vi attanagliano, siete completamente fuori strada.

Eppure la Seek Thermal è un prodotto veramente interessante. Ha un costo per la prima volta davvero accessibile per un oggetto di questo tipo, stiamo parlando di circa 200$. Si collega all’iPhone e usa il display dello smartphone per mostrare le immagini che riprende.

Può essere utilizzata per molte applicazioni. Individuare un oggetto che ostruisce un tubo, verificare quali zone del motore sono più calde, controllare in quali parti di una parete passano fili elettrici e così via.

Ma può anche essere utilizzata per la sicurezza, ad esempio per verificare se ci sono persone che si muovono di notte in una zona non illuminata o un magazzino.

Insomma la Seek Thermal può essere un coltellino svizzero dalle mille applicazioni, ad un costo decisamente basso per un oggetto di questo tipo.

 
[youtube http://youtu.be/lRjOsdtZnL4]
 

Solarbox: le cabine telefoniche che ricaricano il cellulare

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Non potevano che fare il loro debutto a Londra le cabine telefoniche che ricaricano il cellulare. Così accanto alle tradizionali cabine telefoniche rosse icone del fascino londinese arriveranno ora le cabine verdi da utilizzare per ricaricare il proprio smartphone in caso di emergenza.

Non vi è mai capitato di rimanere con la batteria a secco proprio durante una giornata convulsa? Ecco, ora i londinesi potranno entrare in una di queste bellissime cabine verdi, trovare fra i vari connettori già disponibili all’interno della cabina quello che è adatto per il proprio modello di cellulare ed effettuare una ricarica.

I produttori assicurano che le cabine saranno in grado di effettuare il 20% di ricarica in 10 minuti circa. Le cabine saranno alimentate dall’energia solare da cui il nome SolarBox.

I promotori del progetto sono Harold Craston e Kirsty Kenny, due studenti della London School of Economy che hanno finanziato la propria idea con circa 5.000 sterline messe a disposizione dal sindaco di Londra Boris Johnson attraverso un concorso pubblico.

Harold Craston in una intervista alla BBC ha dichiarato:

“vivevo vicino ad una cabina telefonica durante il mio secondo anno di università e dovevo passarci vicino ogni giorno. Ho pensato ci sono 8.000 di queste cabine initulizzate a londra e ci deve pure essere un modo per renderle nuovamente utili”

La ricarica sarà gratuita e le spese saranno a cura degli sponsor. In particolare Tinder e Uber saranno i primi a partecipare all’iniziativa.

Londra non è nota per essere la città del sole, ma Craston e Kenny assicurano che almeno 6 clienti in un ora potranno accedere ai servizi di ricarica.

Le cabine saranno in grado di accumulare energia elettrica anche durante le grigie giornate londinesi.

Il nuovo iPad, il nuovo iMac e OSX Yosemite in arrivo per il 16 Ottobre

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L’avevamo scritto qui e qui, ma ora l’evento è imminente. Re/Code riporta che Apple terrà a battesimo il nuovo iPad, un nuovo iMac e OSX Yosemite il 16 ottobre.

L’evento molto probabilmente avrà luogo in Cupertino presso il Town Hall auditorium.

Per il nuovo iMac potrebbe arrivare il supporto del display Retina. Ad ogni modo nonostante il sito di Re/Code sia sempre molto affidabile Apple non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale.

Grande attesa anche per Yosemite che dovrebbe portare molte novità al mulino di Apple avvicinando notevolmente le interfacce desktop a quelle mobile e soprattutto introducendo il concetto di continuità fra le operazioni compiute su device differenti.
Ovvero dovrebbe essere possibile per esempio iniziare un acquisto su iPhone e poi terminarlo su desktop.

Il nuovo iPad potrebbe essere equipaggiato con il Touch ID e potrebbe avere una dimensione di 12,9 pollici, ma anche su questo Apple mantiene la massima riservatezza, per cui il 16 Ottobre potrebbe accadere di tutto.

L’evento non viene promosso con la stessa enfasi con cui è stata promossa la presentazione di iPhone e iWatch, ma la portata delle novità previste, almeno per gli addetti ai lavori, non è inferiore.

Foto by  Sean MacEntee (CC BY 2.0)

Flic è come Tinder ma seleziona le vostre foto

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Flic è una comodissima applicazione ideata da Lifehack Labs, permette agli utenti di gestire facilmente e cancellare i rullini di fotografie fatte. Strisciando verso sinistra sull’applicazione, la foto viene cancellata, strisciando verso destra invece la si tiene in archivio. Flic attualmente è disponibile per iOS.

Riepiloghiamo: intanto la modalità di utilizzo è molto simile a quella di Tinder. In pratica è tutto gestito tramite uno swipe. Ed è proprio la semplicità di utilizzo il punto di forza di quest’app. D’altra parte ci sono tonnellate di foto che risiedono a tempo indeterminato sui nostri smartphone e spesso e volentieri occupano spazio inutile.

Flic ci ricorda di tanto  in tanto con una notifica push che ci sono foto che possono essere eliminate, in modo semplice attraverso un unico gesto di swipe, per recuperare spazio.

L’idea di quest’app è venuta fuori quando abbiamo scoperto che per fare un update pulito ad iOS 8 avrebbe richiesto circa 5GB di spazio libero. In molti si sono affannati ad eliminare foto inutili e tipicamente la modalità di eliminazione bulk non è proprio comoda. Flic avrebbe risolto questo genere di problematica.

via SUOPR

Citroën C4 Cactus Airflow ibrida ad aria!

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Decisamente innovativo questo concept della Citroën C4 Cactus Airflow presentato Salone di Parigi 2014.

Prima di tutto si tratta di un concept innovativo per il portafoglio dei possibili compratori. La C4 Cactus Airflow punta tutto su consumi veramente ridotti, parliamo di soli 2l/100 km per emissioni di CO2 a partire da 87g.

Consumi così ridotti sono possibili grazie ad un miglioramento aerodinamico, alla riduzione della resistenza al rotolamento dei pneumatici e ad un peso ridotto.

Ma soprattutto, più di ogni altra cosa contribuisce alla riduzione dei consumi l’introduzione della tecnologia Hybrid Air che incide per circa il 30%.

Sostanzialmente la Citroën C4 Cactus Airflow dispone di un sistema di stoccaggio dell’energia sotto forma di aria compressa, un insieme composto da due pompe idrauliche e una trasmissione automatica, che utilizza un treno epicicloidale. L’insieme è pilotato da una centralina elettronica, che acquisisce le richieste del conducente per ottimizzare il dispendio di energia.

Sono possibili 3 modalità di funzionamento:

Modalità Air (zero emissioni) in cui il motore ad aria compressa sostituisce il motore termico a benzina
Modalità benzina, in cui funziona solo il motore termico
Modalità combinata che unisce la potenza del motore termico alla potenza dell’aria
compressa

Il risultato è naturalmente eccezionale con consumi incredibilmente ridotti adatti ad una city-car decisamente innovativa. Tecnologia fuori dal comune ma realmente utile e attenta sia al portafoglio dei consumatori sia all’ambiente

Lamborghini svela la Asterion LPI 910-4

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Se siete affascinati dal marchio Lamborghini probabilmente avete uno e un solo desiderio: schiacciare sull’acceleratore e sentire la potenza pura di uno di questi bolidi scatenarsi sotto il vostro sedile.

Ma Lamborghini è molto molto di più di sola pura potenza. Lamborghini è eleganza, ricerca, progresso e equilibrio prima che solo un brivido lungo la schiena da provare schiacciando l’acceleratore.

La dimostrazione più evidente è questa Lamborghini Asterion LPI 910-4 basata per la prima volta su tecnologia ibrida Plug-in (PHEV) e costruita completamente internamente a Lamborghini.

Si tratta di un concept di cosa già oggi potrebbe fare Lamborghini con la tecnologia che ha disposizione.

I motori

L’architettura ibrida della Asterion è formata da tre unità elettrche: un motore/generatore piazzato fra il V10 e il cambio a doppia frizione che funge anche da motorino d’avviamento e due ulteriori motori elettrici posizionati sull’anteriore.
In questa configurazione sono possibili due modalità di guida: in modalità ibrida il motore termico va a combinarsi con le tre unità elettriche garantendo una trazione integrale permanente indipendente dallo stato di carica della batteria. In modalià elettrica pura i due motori anteriori sono i soli responsabili della trazione.

Il V10 aspirato da 5.2 litri eroga 610 Cv e 560 Nm di coppia. Se unito alla potenza dei tre motori elettrici che garantinscono 300 Cv si arriva in modalità ibrida alla bellezza di 910 CV. In pratica da 0 a 100 in 3 secondi netti per 320 Km/h di velocità massima.

Sotto la sola spinta dei motori elettrici la velocità massima tocca 125 Km/h. Tuttavia la piena comprensione di questa modalità avviene se la si abbina all’eccezionale autonomia di ben 50 Km percorribili con i soli motori elettrici.

Grandissima attenzione all’emissione di Co2 con un valore certificato di 98 g/km. Il consumo di carburante è invece ridotto a 4,12 l/100 km nel ciclo combinato.

Stephan Winkelmann, Presidente e CEO di Automobili Lamborghini ha detto:

“Lamborghini ha sempre guardato avanti, investendo in nuove tecnologie, creando nuovi punti di riferimento e realizzando l’inaspettato.
Lamborghini continua a concentrarsi sulla riduzione dei pesi, considerata la via maestra per ridurre le emissioni di CO2. Questo avviene ad esempio tramite l’investimento nelle nuove tecnologie basate sulla fibra di carbonio, investimento funzionale anche alla ricerca di soluzioni che garantiscano performance e dinamiche da super sportiva. Per ridurre le emissioni in maniera significativa, però, i sistemi ibridi Plug-in rappresentano oggi per noi l’opzione migliore, perché ci permettono di mantenere intatta l’esperienza di guida fortemente emozionale che deve essere la firma di Lamborghini. Nella Asterion questo è assicurato da un motore aspirato che si combina alla tecnologia PHEV, offrendo non solo emissioni di CO2 eccezionalmente basse, 98 g/km, ma anche un’autonomia in modalità elettrica di ben 50 chilometri.
La Asterion LPI 910-4 è una vera Lamborghini: coinvolgente, dal design straordinario, potente ma allo stesso tempo focalizzata più su un’esperienza di viaggio votata al comfort piuttosto che sulle performance estreme in pista”.

Il design

Lo splendido design degli esterni è tipicamente Lamborghini con l’anteriore realizzato in un pezzo singolo in materiali come carbonio forgiato e titanio e una linea decisamente elegante e potente al tempo stesso.

Gli interni sono minimal ma moderni e caratterizzati dall’uso di pelle nei colori Bianco Celaeno (avorio) e Marrone Attis.

[youtube http://youtu.be/p86l0WQ7yrY]

Un nome una garanzia

Il nome è derivato come da tradizione Lamborghini dall’acronimo delle caratteristiche tecniche. LP sta per ‘longitudinale posteriore’, la posizione del motore termico, I indica il sistema ibrido, 910 ricorda la potenza complessiva e il 4 si riferisce alla trazione integrale permanente.

Asterion sarebbe secondo leggenda il vero nome del mitico Minotauro, figura mitica metà uomo e metà toro che simbolicamente rappresenta la perfetta fusione tra intelletto e istinto.
In questo modo, Lamborghini rimane fedele alla tradizione di scegliere il nome per i propri modelli dal mondo dei tori.