Il
calcio odierno è arrivato ad un livello di
tecnologia tale che, pensando a quello giocato dai nostri padri, viene in mente la preistoria. Ma non c’è da sorprendersi: la
velocità è aumentata e la possibilità di far diventare
esclusive le proprie
tecniche di allenamento, rendono il ricorso alla tecnologia non solo necessario, ma addirittura
indispensabile.
L’evoluzione dunque, non è legata soltanto all'aspetto televisivo, ma anche alla
preparazione e alle
decisioni arbitrali. Dallo scorso anno, ad esempio, è stata inserita la
goal line technology come supporto (decisivo) all’arbitro nello
stabilire se un palla è entrata o meno. Gol fantasma, addio! La tecnologia
“Occhio di falco”, che era già usata in altri sport come il tennis, dispone di
sette telecamere che triangolano il movimento della palla, e le immagini raccolte vengono inviate a un
computer collegato alla porta, che ne effettua una scansione e ricava la posizione esatta del pallone. Quando la palla varca totalmente la linea della porta, l’arbitro viene avvertito da un segnale.
Da quest’anno inoltre la
Fifa ha deciso di
introdurre la moviola in campo, iniziando la sperimentazione proprio dal campionato italiano del cosiddetto
VAR, ovvero Video Assistance Refree. La sperimentazione prevede
due fasi: una offline per la stagione appena iniziata e l’altra live, si spera dal prossimo campionato. Il Var non potrà però disciplinare tutti i casi di una partita. La ratio è la
risoluzione di casi spigolosi e quindi il suo utilizzo sarà applicato a valutazioni per
falli,
palla fuori,
fuorigioco o altro prima di un gol. In più potrà essere utilizzata per decretare
espulsioni per comportamenti scorretti non visti dall’arbitro, o per assegnare un
calcio di rigore in casi di dubbio (ad esempio nei falli al limite dell’area o simulazioni). Insomma, ci saranno una serie di applicazioni e di eccezioni che renderanno il calcio sicuramente un po’ meno
imprevedibile, ma senza dubbio
più pulito e meno condizionato da
errori grossolani che a volte decidono il destino di partite o di campionati.
Anche
l’allenamento però ha visto l’introduzione della tecnologia.
L’aspetto fisico è ormai un punto cruciale della vita del calciatore e il lavoro dei
preparatori atletici diventa sempre più personalizzato. Per questo il calcio ha accolto l’ingresso del
big data, software che coadiuvano l’allenatore nelle scelte tecniche e atletiche.
SportsOne è quello sviluppato da Sap:
un software che riunisce e analizza i dati degli atleti. Il Bayern Monaco e la nazionale tedesca sono stati tra i primi utilizzatori e i risultati, almeno per la squadra di Loew, sono stati ottimi. Adesso tocca al nuovo
Manchester City di Guardiola, che, almeno a
quanto dicono gli esperti di scommesse sportive, sarà una delle squadre candidate al titolo della
Premiere League inglese. Per la raccolta dei dati,
è sufficiente indossare una canotta o un activity tracker, anche se al momento
la Fifa non consente l’uso di wearable durante le partite ufficiali e quindi tutti i dati si possono riferire ad allenamenti quotidiani o partitelle amichevoli.
Altra nuova tecnologia utilizzata nel calcio, nella parte della preparazione, sono
i droni per osservare meglio i movimenti dei calciatori nel
mettere in pratica gli schemi e apportare modifiche e correzioni. Il primo in Italia è stato
Delio Rossi nel 2013 quando era alla guida della Sampdoria. Durante le riunioni tattiche le immagini vengono visualizzate dai calciatori per facilitare la
comprensione dei movimenti da applicare poi sul campo.
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