I segreti di Hacking Team pubblicati da WikiLeaks

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C’è davvero di tutto nei documenti di Hacking Team pubblicati da Wikileaks. Oltre un milione di email contenenti informazioni riservate date in pasto al pubblico dipingono un quadro controverso delle relazioni delle attività di spionaggio internazionale fornite da Hacking Team a governi ed organizzazioni.

Hacking Team, la società Milanese che vende i propri servizi di spionaggio informatico a governi e agenzie investigative di tutto il mondo, era finita nel mirino degli Hacker il 6 Luglio. Oltre 400GB di dati erano stati trafugati e resi pubblici attraverso un torrent.

Dall’analisi dei dati erano scaturiti rapporti non sempre chiari con governi inseriti nelle black list di Stati Uniti, ONU, Nato, Associazioni delle Nazioni del Sud Est asiatico per la loro condotta antidemocratica e che avrebbero potuto usare gli strumenti di Hacking Team per mettere definitivamente a tacere le voci fuori dal coro.

Allo stesso modo era venuta fuori una falla in Adobe Flash scovata da Hacking Team e tenuta nascosta con l’idea probabilmente di poterla sfruttare in seguito.

Oggi la pubblicazione integrale da parte di Wikileaks di oltre un milione di email trafugate dagli hacker ad Hacking Team scoperchia definitivamente un pozzo senza fondo. L’archivio consultabile attraverso un motore di ricerca alla portata di chiunque, porta alla luce veramente di tutto.

Dentro l’archivio di Hacking Team ci sono politici, governi, istituzioni, agenzie di ogni genere. Rapporti controversi che dipingono un mondo in cui tutti spiano tutti e nessuno è al sicuro.

In un’email del 25 maggio 2015, il management di Hacking Team valuta l’opportunità di lavorare in Libia con un cliente Governativo, ma si domanda se il paese sia in black list e conclude con la necessità di dover chiedere l’autorizzazione al governo italiano.

Lunga la trattativa sulla falla scoperta in Adobe Flash. Hacking Team tratta con un soggetto terzo l’acquisizione dell’exploit con il probabile intento di tenere per se il codice in modo da poterlo sfruttare per i propri scopi.

In un’altra lunga serie di Email lo staff di Hacking Team fa delle valutazioni su EFF,’Electronic Frontier Foundation l’organizzazione internazionale non profit di avvocati e legali rivolta alla tutela dei diritti digitali e della libertà di parola nel contesto dell’odierna era digitale.

Le persone di EFF vengono definite come degli irresponsabili che non si rendono conto di quali possano essere le conseguenze nell’elaborare un piano per la cessazione dello spionaggio internazionale di massa.

Sotto osservazione anche la rete anonymous e le attività svolte dagli attivisti contro le attività di spionaggio e gli attacchi tesi a pubblicare documenti riservati che mettono in imbarazzo politici e governi e le loro relazioni con le industrie belliche. I membri di anonymous vengono definiti “Dei veri bastardi“.

Nonostante il quadro da brividi che emerge dai documenti di Hacking Team, è importante anche capire le finalità con cui questo agenzia investigativa ha operato negli anni. In una email del 2011 si legge:

“Non abbiamo proprio nulla da nascondere. Facciamo qualcosa di molto nobile che ha la finalità di aiutare la giustizia”.

Emerge dunque prepotentemente l’interrogativo, qual è il confine fra privacy e attività di indagine? chi può essere spiato e chi no? Un interrogativo che nell’era digitale ed alla luce di quanto sta emergendo da questa brutta vicenda è forse il vero punto focale su cui incentrare il dibattito