Apple, parla l’avvocato: “ecco perché cedere all’FBI è pericoloso”

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Apple - FBI

Apple non molla nel braccio di ferro con l’FBI e il perché lo spiega l’avvocato dell’azienda di Cupertino: “Se l’agenzia di sicurezza avrà la meglio, sarà Stato di polizia”. La ‘Mela’, dunque, replica indirettamente anche a Bill Gates, fondatore di Microsoft che nei giorni scorsi, in un’intervista rilasciata al ‘Financial Times’ aveva chiesto ad Apple di collaborare con le autorità americane che richiedono da tempo lo sblocco dell’iPhone di uno degli attentatori di San Bernardino. Curiosamente, nonostante le parole di Gates, Microsoft ha presentato al tribunale un documento a sostegno della Mela e contro le richieste del governo americano.

Una situazione che rimane intricata nonostante si stiano muovendo colossi a sostegno sia di una posizione sia dell’altra. Apple ha già depositato il suo appello contro l’ultimatum del tribunale che impone lo sblocco dell’iPhone 5c di Syed Rizwan Farook: la posizione dell’azienda di Cupertino è stata così spiegata alla Cnn dall’avvocato Ted Olson:

“Se la Apple perderà questa battaglia ci ritroveremo in uno stato di polizia, un governo con poteri illimitati che potrà sempre ascoltare le nostre conversazioni telefoniche”.

Apple: chi è a favore e chi è contro

Sulla stessa falsariga, la posizione del Ceo Tim Cook, che parlando alla Abc ha ribadito come chiedere lo sblocco forzato di un iPhone sia “l’equivalente software del cancro”. “Ci stanno chiedendo di scrivere un programma che potrebbe esporre le persone a pesanti vulnerabilità”, ha aggiunto il numero uno di Apple. Le richieste dell’FBI, sostanzialmente, stando a quanto sostiene l’azienda violerebbero il primo e il quinto emendamento della Costituzione americana, oltre ad essere una violazione della privacy senza precedenti, che esporrà ogni cittadino americano a potenziali abusi in nome di una “maggiore sicurezza”.

Secondo le ultime indiscrezioni provenienti dai media a stelle e strisce, i colossi Google, Facebook e Twitter sarebbero pronti a supportare la battaglia legale di Apple, mentre Microsoft, nonostante la sua petizione, si sarebbe posta in una “terra di mezzo” con la richiesta di nuove leggi che regolino la materia.