Come funziona Google… e come puoi avere il suo stesso successo

0
2170

Nel 2001 Erich Schmidt entrò in una società che all’epoca aveva appena 3 anni di vita, si chiamava Google. Negli ultimi 13 anni Google è diventata il gigante che tutti conosciamo, e lo è diventato anche grazie al lavoro e alle intuizioni di Schmidt, che in quella società ha sempre ricoperto ruoli di assoluto rilievo, compresa la mitica carica di CEO. Insieme al vice presidente Jonathan Rosenberg, e al capo della comunicazione Alan Eagle, Schimdt ha raccontato la sua esperienza in Google in un libro appena dato alle stampe e subito in vetta alle classifiche di Amazon: Come funziona Google.

Nel 2001 si era agli albori di quello che si sta prospettando come il secolo di internet: “Pensavamo di sapere tutto riguardo alla gestione del Business. Sbagliavamo.” Le barriere che proteggevano le grandi aziende rispetto alle start-up si sono sbriciolate: il mercato globale premia la grande idea e subito lo promuove a primo attore. Secondo Schimdt, il successo si poggia su tre pilastri: conoscenza tecnica, esperienza nel business e libertà di sperimentare. Chi possiede questi tre fattori è destinato a vincere.

Nei 5 punti che seguono, riassumiamo la visione di Schmidt, un sorta di vademecum per chi vuole fare impresa oggi e per tutti quelli interessati a comprendere le dinamiche di successo nel business contemporaneo.

 

1. I grandi prodotti vincono

Schmidt sostiene che sono finiti i tempi dei ciarlatani: le aziende che producono cattivi prodotti non hanno alcuna speranza di sopravvivere in un mondo in cui la circolazione delle opinioni a spostato rapidamente il potere dalle aziende ai consumatori. “Le recensioni reali di un cattivo prodotto sono capaci di smontare anche il piano di marketing meglio congegnato. Al giorno d’oggi, i prodotti che vendono di più sono i prodotti migliori.”

 

2. Costruisci una cultura che può “scalare”

Una azienda che funzioni ha bisogno di persone creative e capaci con cui costruire un ambiente in cui sia piacevole lavorare e in cui si condividano valori e modalità operative. E’ importante, soprattutto all’inizio, disegnare una mappa di ciò che per l’azienda è importante e condividere il modo in cui le decisioni vengono prese. Fissati questi punti, è necessario “vivere i tuoi propri slogan”, senza lasciarli cadere come vani propositi. L’azienda va organizzata attorno alle persone con maggiori capacità e carisma, quelle il cui impatto risulta più grande; l’ideale è avere dei piccoli team, in cui sia più facile creare connessioni efficaci. Nel processo decisionale, tutti i dipendenti coinvolti devono avere l’opportunità di essere ascoltati, in modo da poter giungere a una decisione efficace e condivisa.

 

3. Costruisci le fondamenta in modo strategico

Qualsiasi azienda tu voglia costruire, non farlo cercando di implementare “acriticamente” un business plan. Anche il meglio scritto e il più raffinato non sarà in grado di prevedere i rapidi stravolgimenti che caratterizzano il mondo contemporaneo. “Puoi anche avere un piano, l’importante è che tu sappia che cambierà. Probabilmente molto. Il piano non può che essere fluido, mentre le fondamenta devono essere stabili. I tre pilastri che caratterizzano delle fondamenta solide sono: “Crea un prodotto superiore alla concorrenza, basato su una tecnologia originale; ottimizza il prodotto perché possa crescere, non perché possa generare profitti; fai in modo di conoscere a fondo la concorrenza, ma non seguirla.”

 

4. Occupati delle assunzioni in prima persona

Per avere un team formato da “smart creatives”, è necessario comprendere che assumere le persone giuste è la parte più importante del tuo business. “Dovresti delegare buona parte delle tue responsabilità, ma non affidare ad altri l’ultima parola sulle assunzioni. Tutti, TUTTI, dovrebbero investire del tempo nei colloqui e nelle assunzioni”.

 

5. Fai in modo di “consentire” l’innovazione

“L’innovazione non può essere un semplice asset, né puoi ottenerla a comando. Non puoi neanche chiedere a persone innovative di innovare, quello che ti tocca è lasciarglielo fare”. Bisogna definire degli obbiettivi audaci e perfino inarrivabile e fare in modo che il fallimento sia comunque positivo. Infine quando si tratta di definire che direzione devono prendere i prodotti o i servizi che vuoi offrire, non stare a sentire i suggerimenti del consiglio di amministrazione, ascolta i tecnici che “vivono” il laboratorio.

 

[slideshare id=40175706&doc=howgoogleworksfinal1-141012171037-conversion-gate01]