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Facebook: un virus ha cambiato le impostazioni della privacy a 14 milioni di iscritti

Da Redazione

Giugno 08, 2018

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Facebook: un virus ha cambiato le impostazioni della privacy a 14 milioni di iscritti

Facebook ha ammesso in queste ore che nel mese di maggio, a causa di un virus, alcuni post pubblicati dagli utenti con restrizioni di privacy (nello specifico con la visione concessa solo agli amici) sono diventati visibili a tutti. L’inconveniente si è verificato in un periodo circoscritto ad alcuni giorni di maggio e ha coinvolto circa 14 milioni di utenti. Per fortuna, conferma ancora il social network, il problema è stato risolto e tutte le impostazioni sono ritornate alla scelta iniziale degli iscritti.

Insomma, Facebook continua ad essere sulla cresta dell’onda ma non per i risultati positivi, che comunque il servizio continua ad ottenere. Dopo il datagate e lo scandalo Cambridge Analytica che avrebbe portato all’utilizzo improprio dei dati di circa 87 milioni di utenti, Mark Zuckerberg ha dovuto ammettere un nuovo scivolone. Il nuovo problema si è verificato mentre i tecnici della piattaforma stavano lavorando ad una nuova modalità di condivisione, in particolare per le foto.

La durata dell’inconveniente è stata di circa 9 giorni, dal 18 al 27 maggio, ma già dal 22 la falla è stata tappata. Sono stati necessari poi altri cinque giorni, però, per rendere tutte i post diventati pubblici, nuovamente privati e accessibili solo agli “amici”. Prima dell’intervallo incriminato, conferma Erin Egan, non ci sono state altre violazioni della privacy degli utenti. “Abbiamo risolto questo problema e informeremo tutte le persone coinvolte chiedendogli di rivedere ogni post fatto in quel periodo di tempo”, scrive Facebook in una nota.

Prima dell’intervallo incriminato, conferma Erin Egan, non ci sono state altre violazioni della privacy degli utenti. “Abbiamo risolto questo problema e informeremo tutte le persone coinvolte chiedendogli di rivedere ogni post fatto in quel periodo di tempo”, scrive Facebook in una nota.


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