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Una clessidra per alimentare 1000 case

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Non è proprio una clessidra, ma ha la forma di una clessidra. Oltre ha essere un capolavoro di architettura è anche un gigantesco generatore di energia solare in grado di alimentare più di 1000 abitazioni.

Il progetto appartiene al designer Santiago Muros Cortés ed è il vincitore del Land Art Generator Initiative per il 2014, concorso che quest’anno ha chiesto ai designer di immaginare prodotti dove la produzione di energia rinnovabile possa favorire la coesione con cittadini, natura e ambiente urbano.

La gigantesca clessidra è un simbolo. Oltre ad essere un progetto di grande valore architettonico che mira però alla creazione di energia pulita, proprio la sua forma a clessidra ci ricorda costantemente che il tempo scorre e non ne abbiamo poi molto per poter salvare il pianeta dalla nostra voracità. Il tempo che ci rimane deve essere utilizzato per creare fonti di energia che siano in grado di salvaguardare il pianeta e le sue risorse.

Throwboy i cuscini a forma di “Faccina” sono già un cult

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Ci sono oggetti semplici semplici che diventano prodotti di enorme successo dimostrando che la semplicità vince sempre e la fantasia e l’inventiva sono pur sempre la nostra maggior risorsa. È il caso di questi bellissimi Throwboy, semplici cuscini a forma di Emoticon.

I cuscini sono belli, colorati e sicuramente destinati a diventare un fenomeno di costume. In realtà l’azienda produttrice ha già realizzato dei cuscini di dimensioni normali, quelli che vuole realizzare adesso sono dei minicuscini con tanto di clip da agganciare allo zaino, allo specchietto dell’auto o comunque da portare sempre a spasso per il proprio piacere i Throwbabies.

L’idea è di produrre 6 tipologie di cuscini-emoticon da quello più sorridente a quello più perplesso in modo che possiate utilizzare ogni giorno quello che rispecchia maggiormente il vostro stato d’animo.

Attualmente i Throwboy sono disponibili su Kickstarter e potete acquistarne tre al costo di circa 15€, purtroppo per noi europei sarà necessario però aggiungere circa 9€ per le spese di spedizione.

Cyanogen rifiuta Google

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Non capita tutti i giorni che Google bussi a casa di qualcuno facendo un’offerta per comprare baracca e burattini e si senta rispondere che l’azienda non è in vendita.

È quanto ha fatto Cyanogen non più di un paio di giorni fa. La storia non è molto diversa da come ve l’abbiamo raccontata. Il motivo del gran rifiuto è che Cyanogen vuole essere libera di poter lasciare il suo sistema operativo il più aperto possibile.

Ovviamente c’è anche e soprattutto un motivo commerciale rispetto a tutto questo. Cyanogen mira a diventare il terzo sistema operativo più utilizzato al mondo dopo Android e IOS.

Ricordiamo che Cyanogen produce un fork di Android molto più aperto e non controllato dalla stessa Google. CyanogenMod già oggi conta su una base di installazioni piuttosto imponente anche se non ci sono numeri ufficiali.

In questo modo Cyanogen sfrutta il sistema operativo Android e dunque tutto ciò che la casa di Mountain View produce in termini di sviluppo per poi creare su queste basi una distribuzione più open e costruita costruita attraverso il proprio staff tecnico.

L’obiettivo di Cyanogen è quello di fare crescere ulteriormente la valutazione dell’azienda fino ad un miliardo di dollari in modo da poter convincere gli investitori a finanziare i progetti di Cyanogen per un valore superiore a quello del 2014 che comunque ammonterebbe già a circa 30.000.000 di dollari.

Se a tutto questo si aggiunge che Cyanogen ha stipulato un accordo con Micromax per produrre un paio di smartphone completamente equipaggiati con Cyanogen si capisce del perché non si siano fatti conquistare dal fascino dell’offerta di Google

The Physical Web è il domani visto da Google

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The Internet of Things è il nome che la nomenclatura moderna assegna a un mondo fatto di connessioni fra oggetti intelligenti, la rete e l’ambiente che li circonda.
Di questo mondo fa per esempio parte Nest il termostato in grado di regolare la temperatura della casa sulla base delle vostre abitudini di vita.
Fa parte di questo mondo anche Sen.se Mother la Matrioska in grado di avvertirvi quando i vostri figli rientrano a casa da scuola.

Notion che con i suoi sensori è in grado di comunicarci se abbiamo lasciato le luci accese e ancora Crock-Pot la pentola che cucina quando non ci siete, e ancora Porkfolio e Nixie e PlayBulb.

Se siete assidui lettori di TStyle sapete già cosa vuol dire Internet Of Things e anche se non lo sapete avete già capito che viviamo in un nuovo capitolo della storia del mondo. Un capitolo in cui oggetti intelligenti connessi ad altri oggetti intelligenti formano una rete di conoscenza tale da dare luogo e forma a quel concetto altrimenti vaporoso che prende il nome di Internet Of Things.

The Physical Web

Internet Of Things è una novità ma non lo è così tanto se paragonata a ciò che Google immagina per noi. Il progetto si chiama The Physical Web e rappresenta l’ulteriore evoluzione dell’Internet of Things.

Allo stato attuale, comunemente, ciascun oggetto appartenente all’Internet of Things dispone di un App specializzata in grado di interfacciare gli oggetti con l’uso che le persone intendono farne nel quotidiano. In altri termini per poter utilizzare i nostri oggetti intelligenti abbiamo bisogno di App specializzate, una per ciascuna periferica da controllare.

The Physical Web rappresenta un’ulteriore specializzazione del concetto di connessione. Secondo Google è possibile inventare uno standard in cui non è necessario scaricare un App diversa per ciascun oggetto da utilizzare, ma è invece possibile creare un ecosistema di oggetti che aderiscono ad un unico standard e che non hanno bisogno di app per essere utilizzati.

Un mondo interconnesso

Così ad esempio potremmo parcheggiare la nostra auto in garage e una notifica potrebbe arrivare sul cellulare quando il nostro tagliando orario sta per scadere. Potremmo visualizzare sul display l’arrivo del prossimo autobus quando siamo in prossimità di una fermata. Potremmo accendere il forno di casa qualche minuto prima del rientro e così via. Tutto senza dovere scaricare una particolare App per queste operazioni ma utilizzando un unico standard.

Infine ciascuno dei nostri device potrebbe essere utilizzato semplicemente attraverso un sensore di prossimità. Immaginate di poter pagare il rifornimento di benzina semplicemente avvicinando il cellulare alla pompa, oppure al supermercato e così via.

Internet of Things è già una realtà. Cisco prevede oltre 50 miliardi di dispositivi connessi alla rete entro il 2020. Per il Physical Web dovremo aspettare ancora qualche tempo ma probabilmente meno di quanto possiamo immaginare.

Foto by  Betsy Weber  (CC BY 2.0)

Ara: il telefonino componibile

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Ci sono le cucine componibili, ci sono i Lego e probabilmente ci sarà anche un telefonino componibile. Ovviamente l’idea viene fuori dai magici laboratori di Google da cui ogni giorno arriva l’annuncio di un qualche progetto decisamente futuristico.

Questa volta è il turno del Progetto Ara, ovvero un telefonino componibile costruito sulla base di un processore e un display fissi ed una galassia di componenti sostituibili con tecnologia HotSwap ovvero a caldo. In pratica sarà sufficiente rimuovere il pezzo voluto anche a telefonino acceso e sostituirlo con uno nuovo, per ottenere un effetto totalmente diverso.

 

[youtube http://youtu.be/IoTOOUQWSiE?t=2m32s]

 

Non stiamo parlando solo di sostituire un pezzo difettoso, ma di cambiare le caratteristiche del telefonino sulla base di componenti assemblabili sul momento.

Immaginate per esempio di rimuovere la telecamera e sostituirla con una più potente o dalle caratteristiche diverse di quella in dotazione, oppure aggiungere un sensore di temperatura, un gps, un diverso impianto audio.

Insomma l’idea del progetto Ara è quella di fornire una base su cui costruire un telefono del tutto personalizzato sulla base delle vostre esigenze.

Il sistema operativo con cui sarà equipaggiato questa meraviglia sarà invece probabilmente Android L.

Quando accadrà tutto ciò? Probabilmente Ara potrebbe vedere la luce già nei primi quattro mesi del 2015. Non ci sono tuttavia ancora indicazioni precise.

Arduino sta costruendo una stampante 3D sotto i 600 euro

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Arduino lo conosciamo ormai un po’ tutti. In pratica esistono una vagonata di periferiche piccole e grandi che vivono grazie alle meraviglie offerte da Arduino. Piccolo, potente ed equipaggiato con software OpenSource, Arduino è il sistema che ha accellerato in modo esponenziale la la diffusione dell’Internet Of Things.

Non avete capito un fico secco di quanto c’è scritto qui sopra? ok riassumiamo dicendo che Arduino fa funzionare tantissime periferiche di uso comune, dalle lavatrici ai televisori, alle aspirapoveri. Va meglio così?

Ok, detto questo sappiate che i tecnici di Arduino, che fra l’altro vanta fondatori italiani, stanno lavorando ad una stampante 3D da proporre ad un costo base abbastanza accessibile per il grande pubblico.

Certo i costi non sono proprio per tutte le tasche, parliamo di 600 euro circa, e a giudicare dalle specifiche tecniche almeno inizialmente non sarà un mostro di potenza.

Ma è una stampante entry-level per chi vuole avvicinarsi alla stampa 3D senza spendere un capitale. In più il marchio Arduino è sinonimo di progresso e siamo sicuri che in breve tempo quei geniacci di Arduino sapranno stupirci come già hanno fatto in passato.

La stampante si chiamerà Materia 101 e sarà costruita in collaborazione con Sharebot.

Di seguito le caratteristiche tecniche:

Printing technology: Fused Filament Fabrication
Printing area: 140 x 100 x 100 mm +/- 5mm
X and Y theorical resolution position: 0,06 mm
Z resolution: 0.0025 mm
Extrusion diameter: 0.35 mm
Filament diameter: 1.75 mm
Optimal temperatures with PLA: 200-230°
Tested and supported filaments: PLA
Unsupported but tested filaments: Cristal Flex, PLA Thermosense, Thermoplastic Polyuretane
(TPU), PET, PLA Sand, PLA Flex
External dimensions: 310 x 330 x 350 mm
Weight: 10 kg
Usage: 65 watt
Electronical board: Official Arduino Mega 2560 with Open Source Marlin Firmware
LCD display 20 x 4 with encoder menu
Preloaded with PLA printing presets
Extruder block with filament pressure regulation

Facebook dichiara guerra a Google con Atlas

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Google è un gigante dalle molte facce. È il motore di ricerca per antonomasia, è uno dei maggiori player nel campo del mobile attraverso Android, è fornitore di una piattaforma tecnologica di assoluta eccellenza, ed offre anche una serie di soluzioni in ambito aziendale di primaria importanza in ambito business.

In realtà Google è anche molto di più di tutto ciò, e volendo elencare tutti gli ambiti in cui Google eccelle o è semplicemente presente impiegheremmo diverso tempo e probabilmente non esauriremmo la lista.

C’è però un campo facilmente individuabile e che è certamente fonte di un volume di affari imponente per Google, ovvero il mercato della pubblicità.

Ora, potremmo anche andare per le lunghe e spiegarvi perché e come funziona il mercato dei banner pubblicitari per Google, ma probabilmente causeremmo a quelli di voi che non sono esperti in materia un effetto ninna nanna praticamente immediato. Così preferiamo partire da un assunto: il mercato della pubblicità vale molti molti molti soldi e Google in questo mercato dispone di una fetta importante.

C’è però adesso sulla scena un nuovo competitor e non si chiama Pinco o Pallo ma si chiama Facebook! Anche lui un gigante dalle molte teste attivo in altrettanti campi di importanza vitale per il Web.

 

Un po’ di storia

Ora, la storia è questa, erogare la pubblicità sul web con numeri piuttosto grandi non è uno scherzo da ragazzi. Non basta un softwarino e due pc messi in rete per far funzionare il quantitativo stratosferico di banner che ogni giorno circola in rete, ma bisogna chiamarsi Google o Facebook per avere mezzi e strumenti per fare una cosa del genere.

Da anni Google ha sia i mezzi sia gli strumenti, Facebook invece ha comprato nel Febbraio del 2013 una società che in precedenza faceva capo a Microsoft e di nome Atlas.

Da Febbraio 2013 ad oggi Facebook ha lavorato sodo per sviluppare Atlas in modo da poter competere con quei geniacci di Google sul terreno della pubblicità.

 

La sfida dei profili

Il terreno di battaglia sarà la profilazione degli utenti. Già perché come qualcuno ha sostenuto i nostri interessi e le nostre abitudini sono merce in vendita. Facebook dispone del più grande database di utenti profilati al mondo e Atlas lo interrogherà per capire quali sono le pubblicità migliori da offrirci sulla base dei nostri interessi.

Non che Google non possieda un database simile ma è diverso lo strumento di tracciatura dei profili, e Facebook è pronta a scommettere che il suo sistema di profilazione è migliore e più accurato, perché, e qui ci perdonino i non tecnici, non basato sui cookies ma su una tracciatura di profilo più precisa in grado per esempio di individuare il percorso d’acquisto anche quando si sviluppa su piattaforme diverse. Ad esempio un utente potrebbe iniziare ad acquistare un prodotto sullo smartphone per poi concludere l’acquisto sul web.

Per gli utenti comuni ovviamente non cambia niente ma per inserzionisti ed editori rappresenta l’ingresso di un nuovo competitor nel mercato e tipicamente la concorrenza è sempre portatrice di miglioramenti.

Detto questo, c’è sempre Ello che sostiene che un mondo diverso è possibile, sarà vero?

Foto by  Marco Paköeningrat (CC BY-SA 2.0)

Intel Basis presenta il suo Fitness Tracker

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Basis sviluppava già uno dei Fitness Tracker più interessanti del settore, ma il nuovo Intel Basis Peak ha una qualità che nessuno dei predecessori potrebbe mai vantare: è il primo prodotto da Basis dopo essere stata acquisita da Intel.

Non è una caratteristica da poco, perchè sicuramente Intel ha portato a Basis forza e capitali per supportare le già importanti qualità in possesso dell’azienda.

Per tornare alle caratteristiche tecniche, quelle che caratterizzano Basis Peak sono relative al display touchscreen, ad un rinnovato sensore per la frequenza cardiaca che offre un migliore isolamento del rumore, e alla presenza di una radio Bluetooth che connette il dispositivo al cellulare in modo da poter ricere le notifiche più importanti. Il resto delle funzionalità sono quelle tipiche di un fitness tracker, pedometro, conta calorie, misuratore delle distanze.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=sSjDcSzbk5A]
In realtà da questo punto di vista Basis ha tentato di limitare le notifiche al minimo indispensabile: sms e chiamate, proprio per evitare di interrompere una sessione di allenamento con troppa frequenza.

Infine Basis prevede di rilasciare una serie di API agli sviluppatori in modo da aumentare la base di applicazioni disponibili.

Il costo è di circa 200$, arriverà sul mercato in tempo per diventare uno dei regali di Natale più richiesti

Philips lancia BlueControl un aiuto contro i problemi della psoriasi

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Il problema della psoriasi purtroppo affligge 125 milioni di persone nel mondo. Non è un problema semplice né di facile risoluzione. Si tratta di una malattia che provoca disagi piuttosto importanti in chi la vive. La comparsa di macchie sulla pelle già di suo è fastidiosa, ma di più per le caratteristiche di questo tipo di malattia ciascuna macchia corrisponde ad una infiammazione del tessuto cutaneo, con conseguenze spesso dolorose.

Non esistono cure vere e proprie per questo tipo di malattia ma esistono dei consigli e dei rimedi che affievoliscono il disagio nei momenti più acuti.

Philips ha appena annunciato, nei giorni scorsi, il rilascio di una “fascia” denominata BlueControl. Bluecontrol agisce sul tessuto cutaneo con una serie di sorgenti luminose attraverso cui viene rallentata la divisione delle cellule che è appunto una delle basi per la creazione dell’infiammazione.

Philips è sicuramente un marchio garanzia di affidabilità e nel comunicato stampa che accompagna il rilascio di BlueControl si legge:

Philips ha condotto due test clinici in partnership con l’University Hospital di Aachen per investigare sull’efficacia e la sicurezza di Philips BlueControl nella sua azione di ridurre i sintomi della psoriasi vulgaris. Nella seconda prova che si è svolta in un arco temporale di oltre 4 mesi (completata in Giugno 2014), i pazienti sono stati sottoposti a 12 settimane di trattamente. I risultati hanno mostrato un riduzione del 50% dei sintomi della malattia, misura effettuata sulla base del Local Psoriasis Area Severity Index (PASI) che misura la gravità delle placche di psoriasi (spessore, rossore, dimensioni). Nessun effetto negativo è stato osservato sul trattamento a LED blu.

Ovviamente nonostante l’affidabilità del marchio e la serietà della ricerca, prima di ogni passo consultate sempre il vostro medico.

 

Philips Blue Control
Phiips Blue Control allieva i problemi derivanti dalla psoriasi

È divorzio fra eBay e Paypal

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Non tutte le coppie sono destinate a durare per sempre e non è sufficiente certe volte andare solo d’accordo per decidere di rimanere insieme tutta la vita.

È il caso di eBay e Paypal. Nessuna delle due ha dei risentimenti nei confronti dell’altra ma ambedue hanno necessità di muovere alcuni passi in piena autonomia nel proprio mercato di riferimento per potere crescere più rapidamente.

Così Paypal uscirà fuori da casa eBay e le due compagnie vivranno di vita propria. Devin Wenig sarà a capo di eBay, mentre per Paypal il grande capo sarà Dan Schulman.

I motivi della scissione sono complessi, ma possiamo immaginare che a fronte di una crescita esponenziale di Paypal che recentemente ha anche acquistato alcune compagnie come BrainTree non sia corrisposta una crescita altrettanto forte del settore relativo al commercio elettronico diretto sostenuto da eBay. Non che eBay non funzioni o non sia un’azienda di successo e con fatturati di estremo rilievo, ma è anche vero che Paypal ha assunto dimensioni di reale importanza nel mercato delle transazioni elettroniche.

Possiamo ipotizzare che il controllo di eBay iniziasse a stare stretto ad Paypal che ha invece uno sguardo largo anche su altri partner.

Insomma un accordo che le ormai due compagnie hanno trovato senza troppe difficoltà e con reciproco soddisfacimento. Se tutte le formalità burocratiche saranno espletate in tempo e non ci saranno intoppi di tipo contrattuale, la separazione finale potrebbe avvenire a metà del 2015

 

Foto by Kārlis Dambrāns (CC BY 2.0)

Il cappello che vince l’insonnia

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Ore e ore a guardare il soffitto? contare le pecorelle non basta? Se siete fra quelli che passano la notte girandosi fra le coperte senza dormire, allora forse la notizia dell’esistenza di questo cappello potrebbe esservi gradita.

Prima di andare avanti nel raccontarvi le meraviglie di questo magico cappello dobbiamo anche dire che il progetto è presente su kickstarter ed il creatore fornisce anche alcune spiegazioni scientifiche di come ha realizzato la sua creatura. Tuttavia nelle nostre ricerche non abbiamo individuato nessuna associazione medica che ratifichi la bontà del prodotto e che anzi certifichi che il suo utilizzo non abbia conseguenze negative.

Per cui se per caso spinti proprio dall’insonnia decidete di dare una chance a questo oggetto sappiate che è importante prima di ogni cosa consultare il vostro medico e verificare con lui le fondamenta scientifiche della tecnologia su cui si basa. Meglio andarci piano e prendere tutte le informazioni del caso prima di ritrovarvi un bel mattino con il cervello fritto.

Detto questo, il cappello delle meraviglie si chiama Sleep Shepherd, si indossa di notte e si basa su una senzazione di una sorta di massaggio ritmico da orecchio ad orecchio.

In realtà le spiegazioni fornite non sono proprio esaustive o probabilmente le conoscenze dei comuni mortali non sono sufficienti. Ad ogni modo il cappello magico continua a svolgere il suo lavoro fino a che non vi addormentate, una volta che il sonno vi ha vinti, si assopisce anche lui.
Se per caso vi risvegliate durante la notte, il buon cappello se ne accorge e si rimette all’opera fino a quando non cadrete di nuovo fra le braccia di Morfeo.

Il costo non è basso: 139$ per un cappello, per cui anche se siete in preda al delirio dell’insonnia verificate prima con il vostro medico se ci possono essere controindicazioni per voi e se il medico ha fiducia in questo tipo di tecnologia, poi fate due conti anche con il prezzo

[vimeo https://vimeo.com/106508359]

 

Il Download di Windows 10 Technical Preview è già disponibile!

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Microsoft ha appena rilasciato la Technical Preview di Windows 10. Se siete curiosi di provare il nuovissimo sistema operativo, prima di tutti gli altri, potete collegarvi a questo indirizzo. Per poter scaricare questa anteprima di Windows 10 e provare tutte le nuove cartatteristiche del futuro OS di casa Microdoft è necessario iscriversi al Windows Insider Preview Program.
Windows 10 Technical Preview è disponibile in versioni ISO a 32 e a 64 bit. Benché sia disponibile solo in inglese cinese e portoghese, può essere installata anche in Italia.
Se volete provare il brivido della novità, ricordate di fare prima un buon back-up del sistema: ricordiamo infatti che il Sistema Operativo non è ancora in versione definitiva e non è prevista alcuna procedura di disinstallazione.

Windows 10 ecco cosa cambia

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Alla fine la nuova versione di Windows è arrivata, con molte conferme e qualche sorpresa. L’evento del 30 Settembre era riservato principalmente alle aziende e doveva servire a rassicurare i clienti dell’area business che le loro osservazioni e preoccupazioni circa Windows 8 erano state ascoltate e che il desktop sarebbe ritornato centrale nella nuova versione di Windows. In fondo è stato proprio così e gli utenti business probabilmente si sentono finalmente “di nuovo a casa”.

Il nome

La prima sorpresa è che la nuova versione si chiamerà Windows 10, saltando quindi completamente il 9 nella numerazione ufficiale. Scaramanzia informatica ? Joe Belfiore, che ha condotto la maggior parte della presentazione, non ha dato spiegazioni se non aggiungere che le motivazioni di questo “salto” saranno più chiare in seguito.
Quindi si è arrivati subito alla domanda che tutti aspettavano: c’è di nuovo il desktop come interfaccia principale in Windows 10, con il suo bottone Start e tutti gli elementi che gli utenti sono stati abituati a riconoscere da 30 anni a questa parte ? La risposta breve è: si. Quella più elaborata è: c’è tutto il buono di Windows 7 e tutto il buono di Windows 8 in un sistema multipiattaforma.

 

[youtube http://youtu.be/84NI5fjTfpQ]

 

Ben tre interfacce diverse

Windows 10 non avrà una interfaccia unica ma ne avrà ben tre: una per i PC tradizionali, quelli che non hanno il supporto per i touch screen e questa funzionerà in modo identico a quanto succedeva con Windows 7; la seconda è per i PC ibridi, quei PC che hanno anche schermi sensibili al tocco ma operano principalmente con tastiera e mouse; la terza sarà l’interfaccia “touch” (Metro, per capirci… ma shhh! Non chiamatela così…!) che troviamo in Windows 8 e che sarà standard per smartphone e tablet.
Confusi ? Non è il caso perché l’obiettivo di Microsoft è che Windows 10 diventi un sistema operativo comune su tutti gli schermi, “dai 4 agli 80 pollici”.

 

Le novità per i desktop

La presenza del “vecchio” desktop come interfaccia principale dopo il login non è una assoluta novità perché questa modifica era stata introdotta con Windows 8.1 ma sui PC tradizionali la novità è la scomparsa dell’interfaccia Metro, o almeno della schermata Start. Sui sistemi non-touch, Windows 10 si avvia come Windows 7 e, dopo il caricamento, ci si troverà sul familiare desktop, con la familiare barra degli strumenti ma con un nuovo pulsante Start.
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Quest’ultimo incorpora tutte le funzionalità della schermata Start di Windows 8, con l’elenco dei programmi, le live tile che possono essere organizzate e ridimensionate a piacimento e la funzione di ricerca universale per il PC ed il Web. L’obiettivo che Microsoft intende raggiungere con Windows 10 è dare la possibilità agli utenti di ottenere un alto livello di personalizzazione del proprio ambiente di lavoro.
Le applicazioni di nuova generazione (Metro) non scompaiono ma vengono integrate nelle funzionalità del desktop. Oltre che essere visualizzate sulla barra degli strumenti, minimizzate e chiuse con i classici pulsanti di gestione (novità introdotta con Windows 8.1), con Windows 10 possono essere visualizzate anche all’interno di finestre che sarà possibile ridimensionare ma anche agganciare allo schermo nella modalità snap-view. Con Windows 8.1 le applicazioni Metro erano sempre eseguite a schermo intero mentre con Windows 10 diventano parte del desktop.
Tutta nuova è invece la modalità “task view” che combina la presenza di desktop multipli con la visualizzazione “in anteprima” delle finestre delle applicazioni. Microsoft vuole migliorare la capacità di personalizzazione dell’ambiente di lavoro e di eseguire più attività contemporaneamente ed ha quindi aggiunto la possibilità di creare scrivanie multiple che sarà possibile organizzare a piacimento, in modo da passare da un ambiente all’altro con estrema semplicità. E’ stato quindi necessario anche estendere la visualizzazione delle anteprime che avveniva attraverso la barra degli strumenti per includere le anteprime di tutti i programmi in esecuzione su tutti i desktop. Una buona notizia per tutti gli utenti avanzati che usano moltissime applicazioni contemporaneamente ed una brutta notizia per tutti i partner di Microsoft che avevano sviluppato soluzioni per la gestione di desktop multipli !

Ah… una chicca per i geek : con Windows 10 sarà possibile usare CTRL+V per incollare testo in un prompt dei comandi senza usare il menu contestuale! Finalmente !

 

Sistemi ibridi e touch

Presentato così Windows 10 sembra un ritorno al passato, cancellando Windows 8. Invece non è così. Come detto il nuovo sistema avrà la possibilità di operare in tre modalità differenti. La seconda delle due modalità è quella disponibile per i sistemi “convertibili”, cioè quei PC ibridi con supporto touch. Per tutti questi sistemi, Windows 10 può attivare una speciale versione del desktop che consente di operare con più semplicità attraverso i touchscreen, con elementi più grandi (ad esempio i pulsanti delle finestre) e con una schermata di Start per sistemi touch molto vicina a quella di Windows 8, inclusa la presenza di live tile.
La terza modalità è invece quella riservata ai sistemi mobile come gli smartphone, sui quali sarà presente solo l’interfaccia di nuova generazione, senza desktop. La novità è però che su tutti questi device si avrà la stessa versione di Windows, cioè la 10, che unifica finalmente le piattaforme Microsoft in una sola. Un importante valore aggiunto per gli sviluppatori che potranno creare applicazioni una volta sola e distribuirle su tutti i dispositivi.

 

Altre novità

La versione di Windows 10 presentata ieri era ancora lontana dall’essere definitiva e probabilmente le modifiche più importanti sono quelle che non si vedono rispetto a ciò che si vede. Joe Belfiore ha confermato che il vero problema legato a Windows 8 non era il gradimento o meno dell’interfaccia quanto la paura delle aziende di dover intraprendere lunghe e costose attività di formazione per spiegare come usare la nuova interfaccia. Questo ha spaventato molte aziende che hanno preferito rimanere in un ambiente più familiare per i propri dipendenti, rinunciando all’aggiornamento.
Con Windows 10 gli utenti aziendali ritrovano il desktop e gli utenti di sistemi touch possono continuare ad usare la bellissima interfaccia Metro che ha rivoluzionato il design dei sistemi con schermi sensibili al tocco, come è evidente anche dalle modifiche apportate alle ultime versioni di Android e iOS.

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Belfiore ha anche confermato che le aziende saranno in grado di usare Store personalizzati, probabilmente per distribuire le applicazioni aziendali e gestirne l’aggiornamento. Non sono stati forniti altri dettagli su come sarà implementata questa personalizzazione (attraverso lo store ufficiale ? Con store aggiuntivi aziendali ?) ma ci sono decine di aziende che fremono per poter configurare store privati per distribuire applicazioni aziendali su sistemi desktop e mobili e certamente questo annuncio non è passato inosservato.
Così come non è passato inosservato l’annuncio di un programma specifico per tutti coloro che vorranno far parte del processo di sviluppo di Windows 10. Il Windows Insider Program consentirà di stabilire un canale diretto con Microsoft e fornire suggerimenti, segnalare bug e partecipare al processo di sviluppo della nuova versione dei sistemi operativi client e server.

Quando ?

Windows 10 sarà disponibile verso la fine del 2015 ma le technical preview potranno essere scaricate già oggi all’indirizzo : http://preview.windows.com. Sarà così possibile provare subito il nuovo sistema operativo di Microsoft.
Maggiori informazioni ed altre novità su Windows 10 saranno fornite alla conferenza Build che si terrà ad Aprile 2015.

TOP 10 – Le migliori funzioni segrete di iOS 8

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10. “Hey Siri!”

novità di iOS 8 - siri si attiva solo con la voce

Tra le novità di iOS 8 più interessanti. Possiamo vederla come la risposta di Apple a “Ok Google”: ora è possibile utilizzare anche Siri senza toccare il telefono. Questa funzione è però disponibile solo quando il telefono è sotto carica e va preventivamente attivata da Impostazioni -> Generali -> Siri -> Consenti “Hey Siri” option. Fatto questo, potremo lanciare l’assistente Siri in qualsiasi momento, semplicemente pronunciando “Hey Siri!”. Una innovazione che risulterà sicuramente molto comoda in automobile: ricordiamo che, mentre si è alla guida, meno si tocca lo smartphone, più si viaggia sicuri.

 

9. Modalità “bianco e nero”

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Stanchi di tutto il chiasso che fanno quelle coloratissime icone? Volete sentirvi protagonisti di Mad Man per la prossima settimana? Vi consigliamo caldamente di sperimentare questa modalità. Si fa così: Impostazioni -> Generali -> Accessibilità -> “Scala di grigi”. Il vostro umile recensore ha provato un grande sollievo agli occhi e se l’è goduta per un paio di giorni… poi però è tornato al coloratissimo ovile.

 

8. Home Screen senza icone

Se ci sentiamo in vena di minimalismo, è la nostra occasione: possiamo spostare tutte le icone dalla prima schermata, semplificandone fino all’estremo l’aspetto. Un’ottima mossa per chi si sente assediato da troppe icone e troppe notifiche.

 

7. Testo formattato e gif animate nelle note

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Il testo che scriviamo nelle note, ora può essere sottolineato oppure formattato in grassetto e corsivo. Non solo: ora è anche possibile copiare una gif animata trovata su internet e incollarla in una nota o, in alternativa, inserirla dopo averla scelta tra le foto presenti nella nostra libreria fotografica.

 

6. Le notifiche accettano lo swipe

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Ora possiamo interagire con il centro notifiche: facendo scorrere il dito sulle singole notifiche, potremo effettuare alcune delle operazioni più utili e frequenti. Le opzioni disponibili con lo swift verso sinistra cambiano a seconda del tipo di notifica, quelle generalmente disponibili sono “Completato”, “Ritarda” e “Cancella”

 

5. Scansione automatica del numero di carta di credito

Quando si fanno acquisti online, una delle operazioni più seccanti è l’inserimento del numero di carta di credito. Con iOS 8, in queste circostanze, possiamo scattare una foto alla nostra carta di credito: l’iPhone “leggerà” il numero e lo riporterà nell’apposita casella. Comodo.

 

7. Foto nascoste

FOTO NASCOSTE 7

Se nella nostra collezione ci sono foto che non vogliamo siano immediatamente visibili al primo che prende il mano il nostro iPhone (fidanzate, colleghi curiosi…), abbiamo ora l’opportunità di nasconderle: basta fare un tap prolungato sulla foto, così apparirà l’opzione “nascondi”. La foto sarà ancora visibile negli album, ma non apparirà più nelle Raccolte, in Momenti e in Anni.

 

5. Condivisione personalizzabile

ios8 condivisione 5

In passato, fu molto apprezzata l’introduzione della possibilità di condividere alcuni contenuti su Facebook e su Twitter. Ora, qualsiasi app scaricata dall’app store ha la possibilità di agganciarsi agli share sheets. Noi utenti possiamo personalizzare l’elenco con un tap sull’icona delle condivisione in qualsiasi app che le supporti (come Safari), scorrendo fino all’icona “+”. specificando l’ordine con cui si presentano le opzioni di condivisione e le app che vogliamo appaiano in elenco.

 

2. Attivare notifiche solo per “alcune” mail

Se stiamo seguendo un’importante scambio di mail e vogliamo essere avvisati di ogni risposta, possiamo attivare le notifiche per quello specifico thread, evitando essere infastiditi dal suono delle notifiche per tutte le altre mail ricevute.

 

1. Statistiche sull’utilizzo della batteria

ios8 batteria 1

Dulcis in fundo. Finalmente potremo scoprire qual è quella odiosissima app che succhia via tutta l’energia della nostra batteria! Basta andare su Impostazioni -> Generali -> Utilizzo -> Utilizzo batteria

Matchstick il clone di Chromecast

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Matchstick
Matchstick compete con Chromecast ma il sistema operativo è Firefox OS

Chromecast è la pennetta di Google che collegata al televisore consente di trasmettere contenuti prelevati dalla rete all’amata TV. È un prodotto rivoluzionario perché è un ponte tra i contenuti video e sonori presenti in rete e la televisione, facile e semplice da utilizzare.

Chromecast ha due difetti. Il primo è che fino a ieri era il solo prodotto sul mercato con queste caratteristiche, il secondo è che ha un costo di circa 35€.

Oggi c’è un concorente di Chromecast, si chiama Matchstick ed essenzialmente svolge egregiamente le stesse funzioni del più blasonato predecessore, ma è basato sul sistema operativo Firefox OS invece che su Chrome OS. Firefox OS è un sistema operativo totalmente opensource basato su Linux e gestito da Mozilla.

Prezzo ottimo, sistema OpenSource

In teoria tutto ciò dovrebbe tradursi in applicazioni più numerose e costi di produzione molto più bassi. Sul primo punto è difficile esprimere un’opinione poiché la base di installazioni di Firefox OS è ancora numericamente troppo distante dai suoi rivali.

Sul costo di produzione inferiore invece Matchstick sembra già nettamente vincitore. Di fatto attualmente su Kickstarter il prodotto può essere prenotato al costo di circa 15€, probabilmente nei negozi arriverà con un prezzo di circa 20€ che comunque sono un bel po’ in meno rispetto a Chromecast.

Nulla ancora si può dire sulle prestazioni anche se l’hardware sembra di tutto rispetto: CPU dual-core Rockchip 3066, storage da 4GB,1GB di memoria DDR3.

Ad ogni modo la vera battaglia si svolgerà sulle applicazioni. Se Matchstick si rivelerà affidabile come il suo competitor allora forse avrà una chance di conquistare una fetta di pubblico abbastanza ampia.

Rimane comunque un’ottima alternativa per chi vuole un sistema operativo sviluppato da una comunità e basato sulla filosofia OpenSource e a costi accessibili

Sen.se Mother la Matrioska tuttofare per la casa

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Mother è una matrioska, ha occhi luminosi e fosforescenti, ha un fisico a pera come nella più antica tradizione delle matrioske ed è collegata in ogni momento a quattro biscotti. Strano collegamento per una matrioska 🙂

Ma in realtà i quattro biscotti sono dei sensori wireless, e Mother è un HUB di raccolta dati.

I biscotti possono essere posizionati un po’ ovunque nella casa e anche a distanza infinita da Mother e raccolgono continuamente dati.

Che tipo di dati?

In realtà quasi qualunque dato. Possono funzionare da pedometro, da conta calorie, possono segnalare se una porta si apre, possono misurare la qualità del sonno, possono ricordare se è l’ora di prendere un medicinale, possono avvertirvi quando la vostra riserva di caffè è quasi al termine, possono mandarvi un SMS quando uno dei componenti della famiglia ritorna a casa, possono misurare la temperatura di un ambiente. Un quantitativo veramente immenso di dati.

Naturalmente Mother è solo un HUB di raccolta dati, l’elaborazione vera e propria viene effettuata a mezzo di app specializzate in un compito specifico. Attualmente esistono 9 app specializzate che rispondono più o meno a tutte le funzionalità di cui sopra.

 

Unico limite dei biscotti, perdono il collegamento con Mother superata la distanza di circa 20 metri. Continueranno a raccogliere i dati anche oltre questa soglia ma non saranno in grado di trasmetterli a mother fino a che non ritorneranno nel range di azione dell’HUB.

Sen.se Mother App
Con una app si possono tenere sotto controllo tutti i dati raccolti dai sensori

Costo 290€. Se siete amanti delle comodità vale la pena dare un’occhiata al video di presentazione prima di decidere se dare o meno una chance a questo prodotto

 

[vimeo https://vimeo.com/80887929]

Porkfolio il porcellino salvadanaio intelligente

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Un salvadanaio ha sempre il suo fascino. Ce ne sono di tante forme e colori, tipicamente allegri e divertenti. Il più comune di tutti, il capotistipite di tutti i salvadanai, il patriarca del risparmio è il porcellino. Di terracotta, di porcellana o di qualunque altro materiale, almeno una volta ha fatto la sua comparsa in ogni casa italiana.

Inutile dire che c’è un sottile piacere nell’infilare la monetina nella pancia del porcellino e sentire il classico “din” che sancisce l’avvenuto risparmio. Ho visto anche dipingersi sul volto di alcuni un sorriso beota nell’atto di agitare l’amato porcellino e sentire le monete sbattere contro le pareti.

Un po’ meno piacevole dover rompere il salvadanaio e contare una ad una le varie monete, ma certo se poi la fatica vale la pena allora il sorriso torna completo.

Tuttavia anche i porcellini salvadanaio si evolvono. Rimangono romantici ed allegri come sempre sono stati, ma diventano più intelligenti.

Parliamo di questo Porkfolio, porcellino salvadanaio bluetooth collegato alla relativa app. Ha un naso che si illumina ogni volta che infilate una moneta dentro, ma soprattutto conta i soldi da solo e comunica in tempo reale l’ammontare della somma risparmiata. Ohhhh era ora che qualcuno ci alleviasse il compito di contare e ci comunicasse in tempo reale l’ammontare del nostro patrimonio nascosto!

Non solo ma Porkfolio tiene anche conto dell’andamento temporale dei nostri risparmi, ovvero in quale mese abbiamo risparmiato di più e in quale di meno.

Infine ben sapendo che un bel porcellino fa gola a molti, dispone di una modalità che invia una modifica sullo smartphone se qualcuno di non autorizzato sposta il salvadanaio dalla sua posizione preferita.

Che dire, rompete il salvadanaio e compratevi un Porkfolio! Il costo è di 35$.

 
[youtube http://youtu.be/ugJZFGOupe0]

OS X Yosemite vicino al rilascio

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Casualmente, del tutto casualmente, nello stesso giorno in cui Microsoft era occupata ad annunciare al mondo le meraviglie del suo nuovo sistema operativo: Windows 10, Apple ha rilasciato agli sviluppatori una versione “Golden Master Candidate” di OS X Yosemite atteso aggiornamento del sistema dedicato ai Desktop di Apple.

Coincidenze del tutto casuali ovviamente 🙂 In ogni caso tipicamente la versione “Golden Master” è una versione quasi ufficiale, rilasciata al solo fine di testare le ultime piccole modifiche prima di dare in pasto un nuovo OS X al grande pubblico.

OS X Yosemite è stato annunciato durante la developer conference di Giugno e ci si aspettano novità importanti soprattutto per quanto riguarda un’uniformità di interfaccia e modalità di lavoro fra i vari sistemi operativi dedicati al mobile iOS 7 e iOS 8 per primi e il nuovo sistema dedicato al Desktop.

Si attende anche una nuova funzionalità chiamata “Continuity” che dovrebbe consentire di iniziare un task su un device per poi terminarlo su un altro.

A questo punto dello sviluppo, Yosemite potrebbe vedere la luce già nel prossimo mese

Foto by Achim Hepp https://www.flickr.com/photos/achimh (CC BY-SA 2.0)

Il nome del prossimo Windows sarà Windows 10

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Così mentre tutti ci aspettavamo Windows 9, Windows X o semplicemente Windows, Microsoft ha voluto giocare l’effetto sorpresa. Il nuovo Windows si chiamerà Windows 10.

Il numero 10 salta una release in effetti, ma è per Microsoft un’impronta di quanto questa nuova versione segni profondamente le linee di sviluppo della casa di Redmond. Microsoft parlando di Windows 10 lo indica come la “piattaforma più completa di tutti i tempi”.

Sotto l’unico logo di Windows 10 prenderanno posto un numero incredibilmente elevato di componenti che lavoraranno in maniera omogenea con il nuovo sistema operativo. Secondo Microsoft, Windows 10 supporterà qualunque tipo di prodotto o architettura.

Joe Belfiore ha poi mostrato una versione beta che assomiglia molto a quelle che avevamo visto nei leak che erano fuoriusciti fino ad oggi.

 

[youtube http://youtu.be/84NI5fjTfpQ]
Per tutti coloro che si aspettavano di poter correre nei negozi a comprare il nuovo sistema operativo invece la brutta notizia è che il rilascio non sarà domani e neanche nel 2014, viceversa molto probabilmente dovremo aspettare un qualche giorno non meglio precisato del 2015 per vedere Windows 10 comparire ufficialmente negli scaffali.

Il mantello dell’invisibilità di Harry Potter è quasi realtà!

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Se siete fan di Harry Potter forse conoscerete il mantello dell’invisibilità. Basta infilarsi sotto al mantello per scomparire alla vista di chiunque sia nei paraggi. Farebbe proprio comodo in certe occasioni, bisogna ammetterlo.

Sul tentativo di rendere gli oggetti invisibili ci sono diversi progetti in corso, ma quello dell’Università di Rochester sembra decisamente a buon punto.

In realtà non si tratta di un mantello e non si tratta di una qualche stoffa sintetica costruita con materiali fantascientifici, ma si tratta di un gioco di luci attraverso il quale è possibile nascondere alla vista qualunque oggetto sia posto fra due particolari lenti.

La particolarità è che l’oggetto continua a rimanere invisibile anche muovendosi di un angolo fino a 15 gradi rispetto alle lenti.

Potrebbe sembrare una ricerca da poco, in fondo cosa volete che sia nascondere un oggetto attraverso un paio di lenti. Invece non è per niente un’invenzione di scarso interesse.  Per un po’ non sarà ancora possibile nascondersi sotto un mantello e diventare invisibili, ma potrebbe invece essere possibile fare un ulteriore progresso in vari campi, ad esempio in medicina.

Immaginate che un chirurgo possa continuare a vedere gli organi che sta operando anche quando sono parzialmente nascosti dalla propria mano, ovvero rendendo la propria mano trasparente grazie ad una lente.

Oppure molto più modestamente e senza voler tirare in ballo cose importanti come la medicina, immaginate di rendere trasparente il pezzo della vostra macchina che rende difficoltosa la visibilità in caso di retromarcia.

Oppure date voi stessi uno sguardo al video qui sotto e lasciate andare la vostra fantasia

 

[youtube http://youtu.be/vtKBzwKfP8E]

 

Tutto è possibile perché i costi di questa tecnologia sono veramente bassi, forse qualcuno potrebbe addirittura farlo a casa come nel video di cui sotto

 

[youtube http://youtu.be/GAmWs6zfTj8]

 
Foto by alancleaver licenza (CC BY 2.0) 

Garmin Vívosmart braccialetto per il fitness con l’anima da Smartwatch

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Garmin Vívosmart
Garmin Vívosmart una fitband con l'anima da Smartwatch

Sul Garmin Vívosmart dobbiamo subito scrivere qualcosa che ci danza sulla punta delle dita sin da quando abbiamo iniziato a pensare a questo articolo: il Garmin Vivosmart è bello, è veramente bello!

È  un oggetto di tendenza con il suo display e le notifiche a scorrimento e un peso inferiore ai 20 grammi. Ed è elegante con la sua forma semplice ed essenziale ma curata in tutti i dettagli. Chiunque potrebbe portarlo al polso non solo perché è una fitband ma anche perché è un accessorio di moda che potrebbe completare un qualunque look metropolitano e moderno.

 

[youtube http://youtu.be/4b0_zHpV1x8]
Con questo abbiamo dato sfogo al nostro entusiasmo per le qualità estetiche del Garmin Vívosmart. Con molta più essenzialità ma con altrettanto entusiasmo possiamo passare a descrivervi le caratteristiche principali di questa fitband.

In teoria il Garmin Vívosmart è un braccialetto per il fitness, come tutti i suoi colleghi ha funzioni di pedometro, misuratore della qualità del sonno, contatore del consumo calorico, e ha la classica barretta motivatrice che vi stimola a raggiungere gli obiettivi quando la pigrizia vi assale.

Detto questo, il Garmin Vívosmart ha qualcosa in più. come tutti si collega allo Smartphone per raccogliere i dati di performance relativi all’attività fisica svolta nel corso della giornata, ma a differenza di tutti gli altri consente di ricevere sul display anche alcune notifiche dallo smartphone. Ad esempio è possibile ricevere una notifica per l’arrivo di una nuova email o di una telefonata, questo lo rende per certi versi simile ad uno Smartwatch. Certo non ha le funzionalità estese di uno Smartwatch ma è un parente molto vicino.

Il display è veramente fantastico. Non ci sono tasti, ma ci si muove fra le informazioni attraverso le swipe verso destra e verso sinistra, ed è tutto veramente naturale oltre che comodo. Naturalmente ha anche un orologio, che potrebbe sembrare una funzionalità accessoria ed invece completa in modo totale le funzionalità di questa fitband, che può essere utilizzata quotidianamente facendo anche le funzioni appunto di orologio.

Infine il Garmin Vívosmart è resistente all’acqua fino a 50 metri cosa che sicuramente non guasta.

Il prezzo è di 169.99$, non troppi non pochi per questo tipo di prodotto.

Ecco Jamstik la chitarra che suona con l’iPad

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Jamstik è un controller musicale che emula una chitarra, anzi è una vera e propria chitarra che suona in congiunzione con l’iPad.

 

[youtube http://youtu.be/D5Dy8ZXg5V8]

 

Tecnicamente è un controller, è dotato di 6 corde e 5 tasti ed è in grado di riconoscere i movimenti delle vostre dita mentre scorrono su tasti e corde e riprodurre il suono attraverso l’iPad.

Quello che importa è che, nonostante la sua natura di controller, il Jamstik è a tutti gli effetti una chitarra. Si può suonare con le dita oppure con un plettro e si può persino riprodurre l’effetto vibrato.

 

[youtube http://youtu.be/ruXYMlf1HZA]

 

Altrettanto importante è che Jamstik lavora perfettamente in congiunzione con un iPad e di fatto con l’app JamMix un sequencer/recorder che consente di creare de mix realmente professionali.

C’è anche JamTutor per chi non è un vero esperto di chitarra ma vuole utilizzare Jamstick per divertirsi con le proprie esibizioni amatoriali.

La particolarità di Jamstik comunque risiede proprio nel fatto che intercetta direttamente il movimento delle dita sulla tastiera in tempo reale questo lo rende estremamente veloce e accurato nella riproduzione musicale

Costo $ 299.99 sul sito jamstik

Windows c’è, il nome no

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Invito Microsoft 30 Settembre
Microsoft invia l'invito per un evento organizzato per il 30 Settembre a San Francisco

Microsoft si prepara ad annunciare il rilascio della prossima versione del suo sistema operativo Windows.

L’appuntamento è quello del 30 Settembre a San Francisco. Praticamente in queste 24 ore dovrebbe consumarsi quello che da tutti è atteso come l’evento che darà i natali al sistema operativo che piloterà i computer di una buona parte del pianeta nei prossimi anni.

Se del nuovo Windows si sa quasi tutto, quello su cui invece c’è ancora il massimo riserbo è il nome. Nei giorni scorsi è comparso uno screenshot relativo ad un sito di Microsoft dedicato agli sviluppatori con in buona evidenza un’etichetta “Windows TH” che però potrebbe essere semplicemente indicativa del nome in codice Windows Threshold con il quale fino ad ora è stata identificata questa release.

In molti sono pronti a scommettere che il nuovo sistema si chiamerà semplicemente Windows, questo anche per dare maggiore sostanza a quel meccanismo di rilasci continui che tutti si aspettano come nuova politica di update da parte del colosso di Redmond.

Su Twitter nel frattempo è comparso un messaggio di Terry Myerson, uno dei responsabili del progeto che dice “Stiamo ancora decidendo, ma grazie per il vostro voto” accompagnato da un’immagine di Terry Myerson che porta le dita alle labbra nel classico gesto di “shhhh” mantenete il segreto.
Dietro le spalle di Myerson compare il logo di Windows con la relativa etichetta Windows ma con l’ultima parte del marchio oscurato.

Il Tweet è in risposta ad una provocazione dei giornalisti di ZDNet che mostravano un cartello con scritto X e a loro volta mimavano il simbolo del silenzio, giocando sul fatto che loro erano certi che il nuovo sistema si sarebbe chiamato Windows X ma non lo avrebbero rivelato a nessuno.


In ogni caso ben presto il mistero sarà svelato. L’appuntamento per l’evento di San Francisco è fra poche ore.

Nixie il primo drone “indossabile”

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Nixie il drone indossabile
Nixie il drone indossabile, finalista al Make it wereable di Intel

Di droni ormai ne sentiamo parlare quasi ogni giorno. I piccoli velivoli che viaggiano in assenza di pilota sono una realtà. Ne abbiamo parlato anche qui, a proposito dell’utilizzo che intende farne Google per il trasporto delle merci, o qui a proposito della video-sorveglianza sui cieli dell’expo.

Il Drone di cui parliamo oggi si chiama Nixie ed ha una particolarità importante, ovvero è “indossabile”. Le sue eliche si piegano in modo da formare un braccialetto da portare al polso. Al momento giusto Nixie si può sganciare e può essere lanciato in aria per prendere il volo e filmare ciò che accade intorno a noi.

 

[youtube http://youtu.be/_VFsdPAoI1g]

 

Perché tutto questo? semplice, perché un drone del genere può essere utilizzato per riprendere eventi che fino ad ora era difficile filmare. Immaginate di stare compiendo una delle imprese più storiche della vostra vita tipo arrampicarsi su una complicata parete rocciosa, potete portare Nixie con voi e al momento giusto liberarlo nell’aria per consentirgli di documentare la vostra scalata.

Qualunque tipo di avvenimento che abbia come particolarità il fatto di dover avere le mani libere e dover trasportare addosso il minor numero di oggetti e il minor peso possibile è adatto alle caratteristiche di Nixie.

Naturalmente potete anche portarlo a spasso con voi per altre occasioni, non è ingombrante, non pesa, per cui se decidete di fare una passeggiata al parco oppure di andarvene a spasso con lo skateboard, con i pattini o con la bici potete sempre portare Nixie con voi e al momento giusto liberarlo in aria per riprendere lo spazio circostante.

Il progetto è parte del contest “Make it Wearable” di Intel e usa un chip Edison per controllare la vostra posizione e contemporaneamente evitare gli ostacoli. Per adesso si tratta di un prototipo ma ha già raccolto 50.000$ di capitale che sono abbastanza per vederlo volare abbastanza di frequente nei prossimi anni… mesi…giorni…

Ricarica l’iPhone con lo skateboard

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Supponiamo che sia una bella giornata di sole, così prendete il vostro skateboard e decidete di andare a fare un bel giro nel parco.

Potete farlo utilizzando un normale skateboard oppure potete decidere di utilizzare un Chargeboard.

La differenza è che con il primo potete “skettinare” come saette su e giù per il parco compiendo evoluzioni tali da essere acclamati come star indiscussi dello skateboard, con il secondo se volete potete anche fermarvi, inserire l’iPhone nell’apposita feritoia posta nella parte inferiore dello skate e ricaricare il vostro telefonino. Non solo ma se volete potete utilizzare lo skate anche come dockstation per ascoltare un po’ di buona musica. Fico no?

Si tratta di un’invenzione creata da un tale Bjorn van den Hout come parte della sua tesi di laurea. L’energia cinetica prodotta dal movimento delle ruote viene conservata in batterie poste sotto lo skate.

Ci sono anche degli speaker che consentono di inserire l’iphone e usare lo skate come uno stereo.

C’è una porta USB per Android e Windows Phone e un jack per i player MP3. A parte questo non potete utilizzare iPhone sotto il 4S perché non c’è nessun cavo lightning, per il resto potete divertirvi come folli con il vostro ChargeBoard

Per adesso non è in commercio e non è neanche su kickstarter ma su vimeo l’autore ha scritto:

Chargeboard è ancora un prototipo in via di studio. Se c’è un’azienda, o qualcuno interessato nel produrre Chargeboard allora potrebbe essere ulteriormente sviluppato

Horological Machine N°5 CarbonMacrolon di MB&F

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Ispirato alle supercar

A guardarlo così a prima vista si fatica a credere che sia un orologio. Questo spettacolare misto fra tecnologia ed eleganza si ispira infatti alle supercar più che ad un orologio in stile anche vagamente tradizionale.

Il colore scelto è il nero, la forma scelta quella di una supercar. Eccetto il colore che è e rimarrà sempre il nero, sembra quasi di avere una Porshe, una Lamborghini, o una Ferrari in miniatura, allacciata al polso.

[vimeo http://vimeo.com/107384702]

Mentre nella parte superiore trovano spazio le lamelle parasole che consentono alla luce di penetrare  all’interno per ricaricare le indicazioni al Super-LumiNova dei dischi; e i tubi di scappamento per il drenaggio dell’acqua, nella parte anteriore compare il display.

La cassa è realizzata in CarbonMacrolon, una denza resina di policarbonata rafforzata da nanotubi di carbonio. Praticamente industruttibile, resistente ai graffi e lucido. Un materiale studiato e realizzato appositamente per MB&F

Il movimento è contenuto in una cassa internate impermeabiile con un rotore di carica automatica viola iridiscente accompagnato da dettagli viola intorno al display.

Sull’HM5 la funzione delle lamelle parasole è quella di consentire alla luce di penetrare fino ai numeri in Super-LumiNova sui dischi di indicazione delle ore e dei minuti e per caricarli. In realtà i dischi sono posti in modo orizzontale sul movimento (sotto le lamelle) e non verticalmente sul fronte, anche se la posizione è celata da una piccola magia ottica. L’apertura e la chiusura delle lamelle cambia anche l’intensità della luce del quadrante. Il meccanismo di apertura e chiusura è guidato da una slitta inserita nel lato della cassa.

I dischi ruotano in senso orizzontale sul movimento, ma le indicazioni sono visibili in posizione verticale sul “cruscotto” sul fronte della cassa. Per ottenere questo effetto, MB&F ha lavorato con un fornitore di vetro ottico ad alta precisione e ha sviluppato un prisma riflettente in vetro zaffiro che piega la luce di 90° e la ingrandisce del 20% per rendere più agevole la lettura dell’ora.

Togliendo l’involucro esterno all’HM5, si scopre una seconda cassa. L’esistenza di questa seconda cassa cosente di proteggere il movimento dall’acqua e da eventuali colpi accidentali. Le lamelle infatti così come consentono alla luce di entrare, consentirebbero anche il passaggio dell’acqua. L’impermeabilizzazione è ottenuta dunque attraverso una seconda cassa e questo spiega anche la presenza dei tubi di scappamento che consentono all’acqua che eventualmente possa entrare dalle lamelle di fuoriuscire.

HM5 CarbonMacrolon viene proposto in edizione limitata a 66 esemplari

LG progetta uno smartwatch con connettività 3G?

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Sul sito di FCC è comparso negli scorsi  giorni un documento emesso da LG che mira ad ottenere una licenza per poter usuffruire di alcune frequenze radio da associare ad uno Smartwatch.

Tradotto in soldoni, sembrerebbe che LG stia per costruire uno smartwatch che possa essere utilizzato per comunicare anche quando non connesso ad uno smartphone. L’ovvio pensiero va al rivale Samsung Gear S.

Apparentemente questo smartwatch potrebbe inizialmente funzionare sulle frequenze CDMA di Verizon , per cui stiamo per ora parlando del mercato americano. Ma la notizia è importante perché sarebbe il secondo smartwatch dopo il Samsung Gear S a poter funzionare autonomamente e, senza dubbio, LG non è abituata a rimanere confinata in un territorio ristretto.

Naturalmente è ancora presto per fornire delle specifiche ufficiali ma il nome in codice è VC100 e nel documento tecnico viene riportata una dimensione di 57.7mm x 35.5mm non è dato ancora sapere se la forma sarà rettangolare o ovale. Il Gear S comunque misura 58.3 x 39.8 mm per cui l’eventuale nuovo smartwatch di LG sarebbe leggermente più piccolo.

Naturalmente la presenza di una connettività autonoma significherebbe poter scaricare applicazioni, fare telefonate e navigare su Internet senza doversi appoggiare ad uno Smartphone.

Ci vorrà ancora un bel po’ comunque per avere notizie più certe

In Belgio si progetta il primo “Birrodotto” europeo

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Non potevamo che battezzarlo “Birrodotto” questa conduttura sottorreanea che il Birrificio Brouwerij De Halve Maan avrebbe intenzione di costruire in collaborazione con la città di Bruges.

L’idea è divertente, complicata ed assolutamente affascinante. Il birrificio opera ancora all’interno della città di Bruges ma da tempo le operazioni di imbottigliamento e spedizione vengono effettuate fuori dalla città. Così ogni giorno centinaia di camion sono costretti a viaggiare sulle strade per spostare la birra da Bruges verso lo stabilimento periferico.

Perché non costruire un condotto sotterraneo che trasporti birra evitando di dover mettere sulla strada ogni giorno così tanti camion?

Il percorso dovrebbe copire una distanza di circa 5km, e ridurrebbe la velocità di trasporto dagli attuali 20 minuti a circa 15. Il sistema potrebbe trasportare circa 6.000 litri l’ora. Ma soprattutto verrebbe salvaguardato maggiormente l’ambiente attraverso una significativa riduzione dei mezzi che giornalmente sono costretti a coprire il tratto di strada che consente il trasporto della birra. Inoltre si prevede un risparmio sia sulla manutenzione dei camion sia sulla manutenzione delle strade.

Foto by quinndombrowski (CC BY-SA 2.0)

Kano il computer che anche un bambino può costruire

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C’era una volta il meccano. Alzi la mano chi ha più di 30 anni e non ci ha mai giocato! Ci abbiamo passato ore e ore ad assemblare dadi e asticelle di vario genere, con lo scopo di costruire l’automobile dei sogni. Ma ci sono stati anche i lego, ed il piccolo chimico ed un sacco di altri giochi che ci hanno insegnato come si costruiscono gli oggetti dei nostri tempi.

È dal meccano che abbiamo imparato cosa è e come funziona una gru, dai Lego abbiamo imparato come si costruisce una casa e dal Piccolo Chimico abbiamo saputo come si trasformano le cose.

Ma c’è un’altra generazione che si affaccia al mondo. I bimbi dei nostri tempi usano il computer, conoscono meglio di noi un tablet, hanno dimestichezza con uno smartphone. Non stiamo qui a valutare se tutto ciò sia un bene o un male ma è certamente un fatto.

Una generazione avanti

Manca nel mezzo però un tassello. La nuova generazione non sa come si costruisce un computer, non sa come nasce un tablet. Sono utenti cento volte migliori di noi, ma arrivano nel mondo con questi oggetti già pronti e disponibili pur non sapendo come sono arrivati nelle loro mani.

Così Kano ha pensato che il mondo dispone di una generazione stupenda, forse la migliore che sia mai esistita, una generazione più pronta a conoscere di quanto noi non lo fossimo in passato, più reattiva e veloce ad apprendere di quanto qualsiasi generazione precedente sia mai stata.

Per questi motivi Kano ha progettato per questa generazione quello che per la nostra è stato il meccano. Kano computer è un kit di assemblaggio per un computer semplice dedicato ai bambini. Ma attenzione non è solo un gioco è un vero e proprio computer. Arriva in un kit da assemblare, con naturalmente un libro annesso con tutte le istruzioni di montaggio come accade nella migliore tradizione dei giochi per bambini.

Sì certo si può scegliere il colore. La tastiera è fatta con materiali che possono piacere ad un bambino. Tutto è pensato per le dimensioni e l’età del piccolo assemblatore… ma il risultato finale non sarà una macchinina o un palazzo ma un vero e proprio computer funzionante in ogni sua componente.

[youtube http://youtu.be/iNc6NRX2JG4]

Il kit di Kano

Il cuore di Kano è costituito da una scheda Rasberry Pi Model B, ma c’è anche una scheda SD da 8GB, uno speaker, una tastiera, un cavetto HDMI e uno Micro USB, un connettore per il Wi-Fi, un plug per la corrente e diversi stencil e adesivi.

Il tutto arriva in scatola di montaggio e con libro di istruzioni annesse. Il primo passo è naturalmente assemblare e fare funzionare il tutto.

Una volta che tutto è montato ed il monitor collegato il computer funziona sul serio, ed il viaggio all’interno del mondo dell’apprendimento continua senza sosta.

Si può programmare

C’è un’interfaccia semplice montata su un sistema operativo Linux. Ci sono una serie di giochi, come pong, snake, minecraft ma quello che è più importante il bambino dispone di un’interfaccia di programmazione.

Può scrivere il proprio codice, certo ci sono dei passi per farlo, ma può entrare al cuore della logica della programmazione, può capire cosa succede dietro un computer, come si animano le cose, quali sono gli algoritimo di movimento etc. Può fare i suoi Hack!

 

[youtube http://youtu.be/5Tx-JQRxkNw]

 

Troppo? forse si, eppure funziona. Non c’è niente che esca dalla dimensione del gioco. I bambini possono continuare a giocare insieme e socializzare costruendo i loro hack per Kano. Possono condividere le cose che costruiscono e restano sempre soltanto e solamente in una dimensione di gioco e di apprendimento o almeno questo è quello che garantiscono in Kano.

La dimensione di quanto successo stia riscuotendo questo progetto, per quanto incredibile sia, sta nella cifra raccolta su KickStarter per dare il via alla costruzione dei primi Kano: ben 1.5M di dollari, non proprio briciole.

Ed oggi i primi 18.000 Kano sono usciti dalla fabbrica pronti ad arrivare in altrettante case

 

Il Nuovo Mac Mini forse in Ottobre insieme a iPad Air 2

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Apple ci ha abituato quasi ogni anno ad annunciare nuovi prodotti a pioggia. Ed in effetti dall’evento del 9 Settembre in cui ha effettivamente presentato dei nuovi prodotti, ogni giorno una novità o un accessorio viene rivelato al grande pubblico così che sembra proprio che lo show di Apple non duri poche ore ma qualche mese.

Questa volta è il turno di iPad Air 2, atteso in Ottobre. Ma l’ulteriore novità è il possibile rilascio di un nuovo Mac Mini. È macrumors a darne la notizia riprendendola a sua volta da TechRadar.

Il nuovo Mac Mini molto probabilmente arriverà con preinstallato Yosemite l’attesa major release di OSX.

Le notizie sono ancora troppo poche per poter dire qualcosa relativamente all’hardware e a che tipo di processore verrà montato su Mac Mini. I processori BroadWell di Intel non sembrano poter arrivare sul mercato in tempo utile e i processori Haswell non sembrano  essere all’altezza.

Dunque tutto ancora rimane avvolto nel mistero ed è da considerarsi un rumors non sicuramente una notizia confermata da fonti ufficiali.

Ad ogni modo ne sapremo di più nei prossimi giorni, quando lentamente, dai retroscena del lungo show di Apple verranno fuori le altre indiscrezioni che preludono all’evento finale.