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Fujifilm X30: la compatta che fa foto da Reflex

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FujiFilm X30 Black
FujiFilm X30 Black VIsta Frontale

La fotografia è un’arte, e la fotocamera è il mezzo grazie al quale riusciamo ad esprimerla. Quando vi dicono che per fare una grande foto non conta il mezzo, ma “il manico”, ovvero la bravura del fotografo, ma sappiate che non è proprio così. Se usate una buona fotocamera, siete già a metà dell’opera.
Tra le ultime uscite, è particolarmente interessante la Fujifilm X30, una fotocamera compatta, ma capace di prestazioni semi-professionali grazie all’utilizzo dell’ormai rodato e conosciuto sensore X-Trans da 2/3”, che non utilizzando il filtro passa-basso per limitare l’effetto moiré permette di ottenere foto dalla superiore nitidezza.

La X30 va a sostituirsi alla X20 e, pur mantenendo diversi punti di contatto con il modello precedente, si presenta con un nutrito numero di novità. Cambia, ad esempio, il mirino. Abbandonato l’Advanced Optical Viewfinder, Fujifilm punta adesso sul nuovo mirino Real Time Viewfinder, più ampio e veloce non solo di quello del precedente modello, ma anche di gran parte delle concorrenti dirette. Il nuovo mirino offre un ingrandimento pari a 0,65X, quasi identico a quello delle reflex di fascia bassa con sensore APS-C, e un ritardo di visualizzazione limitato a soli 0,005 secondi.
Viene quindi eliminato il mirino ottico, ma in compenso il nuovo mirino elettronico può contare su un pannello OLED con 2,36 milioni di pixel capace di adattare automaticamente la sua luminosità grazie al sensore di luce ambientale e di mostrare in anteprima l’effetto sulle foto delle impostazioni scelte dall’utente.

Nuovo anche il display posteriore, che adesso ha una diagonale utile pari a 3”, una risoluzione di 920.000 pixel ed è basculante verso l’alto ed il basso, così da migliorare la facilità di scatto in situazioni limite. Le novità continuano con la seconda ghiera aggiunta all’obiettivo, sistemata immediatamente dietro lo zoom. Questa ghiera permette di regolare in modo immediato diversi parametri di scatto, in base alla modalità impostata sulla fotocamera. Può ad esempio essere utilizzata per modificare l’apertura del diaframma, il tempo di scatto e altri parametri quali la sensibilità ISO, il bilanciamento del bianco e molto altro. Interessante l’introduzione del WiFi con possibilità di scatto remoto da smartphone e tablet.

Rispetto alla X20, invece, non cambia la risoluzione del sensore, che rimane fissata su 12 megapixel, e l’ottica utilizzata, uno zoom stabilizzato con focale di 28-112mm equivalenti con apertura massima f:2,0-2,8. Identico anche il sistema di messa a fuoco ibrido e la velocità di scatto a raffica, pari a 12 foto al secondo.

Nexus X a Novembre: ecco i primi dettagli

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In arrivo Nexus X il successore di Nexus 5
In arrivo Nexus X il successore di Nexus 5

Gli smartphone Nexus rappresentano il Nirvana per chi adora utilizzare Android. Sono smartphone di fascia alta, caratterizzati dall’essere supportati direttamente da Google e dotati dell’ultima versione disponibile del S.O. dell’androide verde.

Al momento in cui scriviamo, il top di gamma è il Nexus 5, ma Motorola ha quasi pronto il suo successore, che, badate bene, non si chiamerà Nexus 6 come logica vorrebbe, ma Nexus X. Il nome è stato cambiato per via di alcuni problemi di copyright sorti con Philip K. Dick, l’autore di “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?”, da cui è stato poi tratto un capolavoro della cinematografia quale Blade Runner.

A modo suo, anche il Nexus X sarà un capolavoro. Sarà infatti dotato di un display da ben 5,9” con una risoluzione di 1.440×2.560 pixel, di un processore Qualcomm Snapdragon 805 quad core con frequenza di lavoro massima pari a 2,7 GHz all’interno del quale troviamo anche una GPU Adreno 420, di una fotocamera posteriore da 13 megapixel che potrà sfruttare anche uno stabilizzatore ottico d’immagine per ottenere risultati straordinari, e di una anteriore da 2,1 megapixel.

Non è noto il prezzo di questa icona di tecnologia, che ovviamente sarà adeguato a quanto offerto e presumibilmente in linea con il prezzo dei precedenti modelli Nexus, mentre pare ormai assodato che il suo rilascio avverrà entro il prossimo mese di novembre e che per il suo lancio non sarà realizzato alcun evento speciale dedicato.

Smartwatch rotondo anche per Samsung?

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A quanto pare la forma circolare esercita in questo periodo un fascino irresistibile per i produttori di smartwatch. Così dopo le indiscrezioni rispetto al probabile rilascio di uno smartwatch rotondo marchiato LG per contrastare l’imminente lancio di Moto 360, trapelano notizie anche sul possibile arrivo sul mercato di un dispositivo circolare targato Samsung.

A rivelarlo è il noto sito Sam Mobile che in una nota riporta rumors circa un nuovo dispositivo di forma circolare che sarebbe allo studio da parte di Samsung.

Non ci sono indiscrezioni tecniche sul prodotto e allo stesso modo non è riportata alcuna data di rilascio. Presumibilmente stiamo parlando di un paio di mesi dopo il lancio del Galaxy 4.

Delusione dunque per quanti si aspettavano un probabile annuncio all’IFA 2014. A dire il vero siamo pur sempre nel campo delle indiscrezioni più fantasiose e tutto potrebbe ancora succedere  e tuttavia un lancio ad IFA viene dato come poco probabile.

Brevemente si fa riferimento al sistema operativo, ma anche qui lasciando una consistente velo di incertezza, sarà Tizen o Android Wear?

 

Tennis: la maglietta che monitora i battiti del cuore

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La maglietta che monitora i battiti del cuore
La maglietta che monitora i battiti del cuore

Sta facendo molto discutere questa maglietta progetta da Ralph Lauren. Apparentemente sembrerebbe una normale maglietta adatta a chi pratica sport. Nel dettaglio invece si tratta di una maglietta costruita con un sottile filo d’argento e altri sensori che consentono di misurare il battito cardiaco, la velocità del respiro e altri fattori di sforzo.

La maglietta che monitora i battiti del cuore
La maglietta che monitora i battiti del cuore

Non è esattamente la tendenza di quelli che sono i moderni accessori wearable ma introduce un altra modalità di utilizzo della tecnologia. Non consente di vedere le telefonate in arrivo, le email e non ha nessuna delle funzionalità di uno smartwatch per esempio ma fa quelle poche cose necessarie alla sua funzione, consente di visualizzare su un display la misura dello sforzo.

Il principio è quello di liberare gli sportivi da ulteriori oggetti che non siano i vestiti e  gli strumenti necessari per praticare lo sport amato.

“Vogliamo usare la tecnologia e renderla applicabile alla nostra vita in un modo che sia raffinata e confortevole per chi la utilizza”, ha detto Mr. Lauren, il vice presidente esecutivo per la pubblicità, il marketing e la comunicazione aziendale per la Ralph Lauren e figlio del designer.

La maglietta ha fatto il suo esordio agli US Open di Tennis attualmente in corso a New York, indossata da Marcos Giron durante il riscaldamento pre-partita e da alcuni raccattapalle.

“È affascinante guardare questi ragazzi al culmine della loro giovinezza e la loro forza fisica, e osservare lo stress a cui sono sottoposti, quando Roger Federer sta per lanciare una palla,” ha detto David Lauren.

Di vestiti da indossare con speciali caratteristiche hi-tech ne avevamo parlato anche qui

GoPro Fetch: una telecamera per Fido

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Fetch Go Pro
Fetch Go Pro

Negli ultimi mesi sta prendendo sempre più piede la moda di “dotare” i propri animali domestici di una videocamera tipo GoPro ed effettuare così riprese dal loro punto di vista.

La cosa, di per sé, non è niente di che. Anzi, è un modo simpatico per capire il mondo anche dalla prospettiva dei nostri amici a quattro zampe. Il problema è che spesso le videocamere vengono sistemate in modo approssimativo, con legacci e arzigogoli tutt’altro che confortevoli per l’animale di turno. Per fortuna c’è anche chi pensa a loro, ed ecco arrivare Fetch, una imbracatura realizzata da GoPro stessa per offrire agli amanti degli animali un collare e allo stesso tempo un solido e comodo supporto per installare una videocamera sul dorso del proprio amico di qualunque taglia esso sia, o quasi, visto che il collare-imbracatura è disponibile per cani da 6 a 55 Kg.

Come funziona

Due le posizioni di installazione disponibili per la GoPro: una più vicina alla testa, così da avere una visuale più stretta e simile a quella del proprio cane, ed una più arretrata, sopra le scapole, così da avere una visuale panoramica. Ovviamente, trattandosi di un oggetto destinato ad un utilizzo tipicamente da esterno, il tutto è realizzato in materiale che non teme né l’acqua, né tantomeno il fango o gli strappi. L’imbragatura è infatti lavabile ed è ottimamente imbottita per offrire il massimo del confort anche al nostro amico a quattro zampe. Inoltre, è stato predisposto un sistema di aggancio e sgancio rapido per la videocamera e anche un laccio di sicurezza con il quale assicurarla per evitare di perderla qualora dovesse allentarsi il sistema di blocco. Per il momento questo guinzaglio-imbragatura è disponibile esclusivamente sul sito di GoPro USA (http://it.gopro.com/camera-mounts) ad un prezzo di 59,99 dollari, ed è compatibile al 100% con la Hero 3+, la Hero 3, la Hero 2 e la HD Hero.

Leica M-P Typ 240: Il mito si rinnova

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Leica M-P Typ 240
Leica M-P Typ 240

Il nome Leica evoca sempre una forte suggestione negli amanti della fotografia, digitale o analogica che sia. Fa un po’ specie, quindi, che l’azienda tedesca abbia fatto debuttare in sordina la nuova Leica M-P Typ 240, una fotocamera che deriva direttamente dalla M Typ 240 e che apporta solo poche modifiche al progetto originario.

In effetti, probabilmente Leica non ha pubblicizzato più di tanto questa nuova versione perché, sostanzialmente, si tratta di una semplice rivisitazione del modello precedente. Una sorta di affinamento tecnologico sulla cui necessità di potrebbe anche disquisire per ore.

Estetica e Tecnica

Esteticamente cambia poco: guardando attentamente il corpo macchina si nota solo l’eliminazione del bollino rosso con il marchio Leica, sostituito da una più sobria e discreta scritta sulla parte superiore dello chassis. Tra le altre novità introdotte citiamo il raddoppio del buffer di memoria, che passando da 1 a 2 GB permette alla Leica di migliorare le prestazioni nello scatto a raffica, non tanto nella velocità di scatto, che rimane fissata a 3 foto al secondo, quanto nella quantità di foto che possono essere scattate prima che la fotocamera si fermi per svuotare il buffer. Prima erano 8 le foto che potevano essere scattate in sequenza, ora sono più che raddoppiate, anche perché mentre scatta la fotocamera scarica contemporaneamente il buffer.

Cambia anche il display posteriore, non nella qualità e nella quantità dei pixel presenti, ma nel rivestimento, che adesso non è più in Gorilla Glass 2, ma in cristallo zaffiro considerato più resistente del precedente rivestimento, tanto che Leica lo definisce “praticamente indistruttibile”. Piccola modifica anche all’oculare nel quale viene visualizzata la scena inquadrata, che guadagna un trattamento antiriflesso su entrambi i vetri, che ne migliora la visibilità in ogni condizione di luce.

Non cambiano il sensore CMOS da 24 megapixel Leica Max 24 P e il processore digitale d’immagine Maestro, mentre cambia, e di molto, il prezzo. Il nuovo modello costerà, infatti, circa 1000 dollari più del precedente, ovvero 7.950 dollari, e sarà disponibile nei colori nero e argento cromato.

Lapierre Overvolt FS la Mountain Bike Elettrica

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La Mountain Bike Elettrica Lapierre Overvolt
La Mountain Bike Elettrica Lapierre Overvolt

Ok, il rischio che correte nell’utilizzare questa Mountain Bike Elettrica è che i vostri amici con i quali pedalate allegramente da anni su e giù per monti e per valli possano rivolgersi a voi appellandovi come “scansafatiche”.

Ma se non siete un super-atleta, un atleta e neanche un aspirante atleta ma volete lo stesso godere del salutare benessere prodotto da una scampagnata in bicicletta, accompagnata dal fresco e dalla bellezza dei nostri boschi, allora la Lapierre Overvolt FS potrebbe fare al caso vostro.

La Lapierre Overvolt è sviluppata dall’omonima azienda Lapierre. Dispone di sospensioni anteriori e posteriori da 140mm, ha ruote da 27,5 pollici, cambio posteriore Shimano XT 10 speed e freni idraulici.

Naturalmente la novità di questa Mountain Bike è quella di poter disporre di una pedalata assistita. In questo caso il motore elettrico è di marca Bosh da 250W alimmentato da una batteria a ioni di litio da 400Wh  in grado di coprire distanze da 30 a 110 miglia. La batteria è rimovibile e può essere ricaricata tramite un adattore proprietario.

Tutto ciò in pratica significa che durante una lunga salita potete starvene comodatamente seduti senza alzarvi sui pedali e andare su con il vostro passo facendovi assistere dal motore elettrico. Certo non potete smettere di pedalare ma potete avere un aiuto fino al 50% dello sforzo e forse anche qualcosa in più.

Ci sono ovviamente anche dei lati negativi

La velocità massima che si può ottenere con una bici elettrica è di 15 miglia all’ora. Tuttavia il peso della Lapierre Overvolt è di 22Kg, ovvero molto di più del peso medio di una buona Mountain Bike tradizionale. Questo significa che mentre nelle lunghe salite i vostri compagni di percorso vi odieranno notevolmente perché molto probabilmente arriverete alla cima molto più freschi e riposati di loro, nelle discese e nei percorsi di pianura dove tutti gli altri, grazie al peso ridotto delle loro biciclette, andranno come fulmini, a voi toccherà pedalare e sudare un bel po’ per ottenere lo stesso risultato.

Il prezzo

La Lapierre Overvolt costa circa 4.000€ non esattamente bricioline, ma è anche vero che il costo medio di una Mountain Bike tradizionale può facilmente superare i 2000 euro e tocca spesso senza problemi anche i 3000 e oltre, per cui la Lapierre tutto sommato per le sue caratteristiche innovative non ha un prezzo così alto.

Ovviamente molto dipende da quanto siete appassionati di Mountain Bike e quanto pensate che una pedalata assistita possa togliere o aggiungere al vostro piacere, ma tutto ciò è ovviamente molto soggettivo

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Motorola Moto X+1: stile e tecnologia con la cover in legno

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Motorola Moto X1
Motorola Moto X1

Se siete tra coloro che impazzivano per il Motorola Moto X, questa news è tutta per voi. Pare infatti che Motorola sia sul punto di svelare ufficialmente il suo successore, che si chiamerà Moto X+1 e che dovrebbe essere presentato al pubblico il 4 settembre nel corso di un evento appositamente organizzato a Chicago.

Un display generoso

Le specifiche non ancora ufficiali parlano di un display molto grande, ovvero 5,2 pollici, dotato di una risoluzione Full HD di 1.920×1.080 pixel, di una fotocamera posteriore da ben 12 megapixel, una anteriore da 2 e di un processore Snapdragon 800, un quad core con frequenza massima di 2,3 GHz. Praticamente quella di un notebook di qualche mese fa. C’è anche qualche probabilità che al posto dello Snapdragon 800 si utilizzi l’801, leggermente più veloce -2,5 GHz- e dotato di una GPU più performante. Praticamente certa, invece, la presenza di 2 GB di memoria RAM e 16 GB di memoria di massa, oltre alla consueta dotazione che uno smartphone di fasci alta non può farsi mancare, ovvero Bluetooth, NFC, WiFi, GPS e pieno supporto per le reti LTE.

Una cover in legno

Lo smartphone sarà disponibili sia con cover tradizionali di colore bianco o nero, sia con una cover realizzata in legno, una soluzione azzardata, ma stilisticamente molto gradevole, proprio come gradevole risulta il design complessivo del telefono, caratterizzato da una notevole pulizia delle linee e da una certa somiglianza con gli smartphone Samsung.

Il prezzo

A parte la cover e la dotazione, la cosa più interessante è che questo smartphone dovrebbe essere venduto ad un prezzo tutto sommato ragionevole, mediamente più basso rispetto ad altri telefoni simili. Si parla di circa 400 dollari sul mercato americano, il primo che vedrà la sua commercializzazione in esclusiva per Verizon, anche se non è scontato che questo prezzo possa essere mantenuto anche nelle versioni destinate all’esportazione negli altri paesi.

Lechal: la scarpa che ti dice dove andare

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Lechal la scarpa che ti dice dove andare
Lechal la scarpa che ti dice dove andare

Molti di noi neanche sanno dove sia l’Andra Pradesh, eppure proprio da una società nata in questo luogo, la Ducere Technologies, sta arrivando una grande novità per i camminatori incalliti e tecnologici. Krispian Lawrence e Anirudh Sharma, i due fondatori dell’azienda, oltre che ingegneri del MIT, hanno difatti inventato una scarpa rivoluzionaria chiamata Lechal ed in grado di connettersi tramite bluetooth ad uno smartphone o un tablet sul quale gira un’apposita applicazione che, interfacciandosi con Google Maps, consente di ottenere informazioni sulla direzione da prendere per giungere in un dato posto.

Un esempio pratico

Supponiamo che vi troviate alla stazione centrale di Milano e vogliate visitare il Duomo. Se non siete mai stati a Milano, non conoscerete sicuramente la strada più veloce per giungervi. La soluzione perfetta è quella di avviare Google Maps, impostare punto di inizio e di arrivo del percorso che si intende fare e poi lasciar fare all’app, che farà vibrare la scarpa destra o sinistra in base alla direzione da prendere.

Ma le scarpe non fanno solo questo: grazie ai sensori incorporati possono essere utilizzate anche per misurare l’attività svolta, ad esempio le calorie bruciate, e per valutare i metri –o i chilometri- percorsi. Le scarpe saranno messe in vendita ad un prezzo di circa 150 dollari, ma visto che tutta la tecnologia di cui sono dotate risiede nella soletta, è possibile anche acquistare solo quest’ultima e inserirla in un paio di scarpe che già possedete per ottenere gli stessi risultati.
A proposito: non preoccupatevi di dover cambiare smartphone per trovarne uno compatibile con l’app che gestisce queste solette intelligenti. L’app è difatti disponibile per dispositivi basati sia su Android che su iOS (iPhone e iPad) e Windows Phone.

Goldrake, il Reboot

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Sequel e remake di film e serie televisive sono sempre andati di moda e continuerà a succedere, ma recentemente hanno preso piede due nuovi e interessanti filoni: i prequel e i reboot.
I prequel al contrario dei sequel, raccontano gli antefatti di una storia per come la si è conosciuta cinematograficamente, ma anche tramite videogiochi, televisivamente, tramite fumetti e libri.
I reboot invece raccontano un nuovo inizio di una storia con la totale o parziale riscrittura degli eventi avvenuti nel racconto originario.

Grendizer Giga

Come un fulmine a ciel sereno in questi giorni è stato annunciato, per la gioia e sicuramente curiosità degli appassionati, un reboot con il botto: farà assolutamente discutere come verrà proposto al pubblico la riscrittura di Goldrake… pardon, Grendizer Giga (da leggere Ghiga), progettato dal sommo Go Nagai ma non disegnato da lui, in quanto è alle prese con un’altra realizzazione, quella di Gekiman: storia mai raccontata prima sulla genesi di uno dei soggetti più famosi e riusciti dell’autore, Mazinga Z. Il che fa ipotizzare che Grendizer Giga sia un completamento o sequel di Shin Mazinger Zero vs Ankoku Daishogun (che sarebbe il Generale Nero).

Il primo capitolo sarà composto da 43 pagine copertina a colori compresa, sarà “ospitato” inizialmente sulle pagine di Champion RED (rivista di manga seinen giapponese pubblicata dalla Akita Shoten) con data prevista per il 19 Settembre 2014, giorno in cui vedrà anche la pubblicazione del quinto tankobon (è un formato di pubblicazione cartacea 13×18 cm, formato solitamente di circa duecento pagine) di Shin Mazinger Zero vs Ankoku Daishogun. La storia di Grendizer Giga racconta di una flotta di dischi volanti (i soliti vegani? nel senso del popolo di Vega eh…) con conseguente giramento di scatole di Actarus, aka Daisuke Uryu, e risveglio dei suoi poteri nativi. Per ora non ci sono altri dettagli.

È un elicottero? no è una bici volante!

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Metà elicottero, metà biciletta, è l'HoverBike
Metà elicottero, metà bicicletta, è l'HoverBike

Hoverbike è il progetto a cui sta lavorando Malloy Aeronautics nel cuore dell’Inghilterra. E’ un elicottero, o meglio funziona sul principio su cui si basa il volo di un elicottero, ma è anche una bicicletta poiché ha la forma di una bici anche se il sellino è posto dove normale si trovano i pedali. Una foto chiarisce senza dubbio l’aspetto dell’HoverBike.

Una HoverBike comodamente parcheggiata
Una HoverBike comodamente parcheggiata

L’idea di fondo alla base del progetto HoverBike è costruire qualcosa che abbia le stesse funzionalità di un elicottero ma che sia molto più leggero, maneggevole e facile da utilizzare. Potrebbe essere adoperato per esempio per sfrecciare nei cieli di una città e aiutare nei compiti di sorveglianza, ma anche per radunare il bestiame ed in definitiva potrebbe essere un mezzo di locomozione volante pratico e a basso costo da utilizzare per spostamenti rapidi.

Uno scenario fantascientifico certo, ma non vi vengono in mente certi film dove mezzi dalla forma fantasiosa prendono il posto delle automobili sfrecciando alti nei cieli? wow lasciarsi andare all’immaginazione è cosa di un secondo!

Lo stato attuale

Ma per tornare con i piedi per terra, per ora l’HoverBike è solo un progetto. La sperimentazione avviene su droni e la Malloy Aeronautics dichiara che non tenterà mai di immettere sul mercato nulla che non abbia la stessa sicurezza e solidità costruttiva propria di un elicottero. La HoverBike affronterà tutti i test che normalmente vengono effettuati su mezzi di questo tipo prima di poter diventare un progetto in produzione.

Inizialmente l’HoverBike è stata pensata come un bi-copter ovvero con due eliche all’estremità anteriore e posteriore ma attualmente il progetto sta muovendo rapidamente verso un quad-copter ovvero con quattro eliche. Le specifiche dell’HoverBike in forma di quadcopter saranno rilasciate nelle prossime settimane. Nel frattempo possiamo dire che il progetto prevede che l’HoverBike possa volare a circa 9.800 piedi di altezza per 148Km di autonomia. Non esattamente uno scherzo insomma…

Al momento è aperta la campagna per la raccolta fondi su kickstarter , il valore raggiunto è di 46.000£. Un progetto dunque che premia ancora una volta competenza e fantasia pur senza budget faraonici
 

Lg proporrà uno Smartwatch rotondo?

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LG R sarà il nuovo smartwatch di LG
LG R sarà il nuovo smartwatch di LG

UPDATE 28/08/2014 by redazione:

Dopo tante indiscrezioni  stamattina LG ha finalmente rivelato le caratteristiche del nuovo LG G Watch R, lo smartwatch rotondo di casa LG che sta generando moltissima attesa.

LG G watch R che sarà presentato all’IFA di Berlino la prossima settimana sarà equipaggiato con Android Wear. La novità più importante sarà probabilmente il display circolare in plastica su tecnologia P-OLED che coprirà il 100% della superficie dell’orologio.

La dimensione dell’orologio di 1.3 pollici e la tecnologia P-OLED sembrano tracciare la direzione di quelli che saranno i punti di forza di questo orologio: ovvero massima leggibilità in tutte le condizioni di luce, immagini brillanti e contrastate.

LG G Watch R
LG G watch R avrà un display P-OLED

Di cosa ci sarà sotto il display possiamo dire che lo smartwatch sarà equipaggiato con un processore Snapdragon 400 da 1.2.GHz, 4GB di storage e 512MB di RAM. La batteria sarà da 410mAh. Naturalmente sarà waterproof con un valore di protezione IP67 il che significa che potreste stare tranquillamente stare sott’acqua per 30 minuti alla profondità di un metro. Meglio non chiedersi perché dovreste farlo ma diciamo che se vi capita di bagnare lo smartwatch non avrete buttato i vostri soldi in una vasca da bagno…

Per il resto abbiamo la solita vagonata di sensori. cardiofrequenzimetro, bussola, barometro, giroscopio

UPDATE 27/08/2014 by redazione:

Stamattina sulla pagina Facebook di LG è comparsa un’immagine con un nuovo teaser del LG G Watch R. L’immagine riporta un range di date tra il 5 e il 10 Settembre 2014, quindi è praticamente certo che LG G Watch R sarà presentato al prossimo IFA di Berlino.

Dall’immagine non è possibile desumere ulteriori indicazioni tecniche. Giocando un po’ con Photoshop alcuni hanno fatto qualche ipotesi su un pulsante circolare e sull’aggancio del cinturino, non molto su cui discutere  a dire il vero.

LG G Watch R svelato
Teaser del nuovo LG Watch R

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La lotta per accaparrarsi il nuovo mercato degli smartwatch equipaggiati con Android Wear è iniziata. La nuova frontiera della tecnologia sembra essere proprio rappresentata in buona parte dagli oggetti hi-tech da indossare.  Gli smartwatch senza dubbio sono i rappresentanti per eccellenza di questa nuova tendenza. Sono belli, sono utili, si collegano al telefono e hanno tante funzionalità che li rendono gli oggetti del desiderio del momento.

Fra gli smartwatch equipaggiati con Android Wear, il più atteso era fino ad ora il Motorola Moto 360. Data prevista per il lancio il 4 Settembre. A favore del Motorola Moto 360 giocano la sua forma circolare e il suo design veramente elegante. Ma i concorrenti non potevano certamente stare a guardare Motorola conquistare le ambite fette del mercato degli smartwatch senza muovere un dito. E sia LG sia Samsung rispettivamente con Samsung Gear Live e LG G Watch  sembravano non disporre di prodotti che potessero competere almeno sul tema dell’eleganza con l’attesissimo Moto 360.

Lo smartwatch rotondo LG G Watch R

Così la prima reazione sembra essere quella di LG. Su Youtube compare un video intitolato “LG’s New Wearable : Official Teaser” in cui appare chiaramente un marchio R che è abbastanza rappresentativo di “Round”. L’intero video gioca sull’abbattimento di lati,angoli e spigoli per culminare poi proprio nel disegno di un orologio. Non ci sono molti altri particolari tecnici a trapelare dal video. Si può solo desumere che il nuovo smartwatch si potrebbe chiamare LG G Watch R. In alcuni frame del video sembrerebbero intravedersi un contapassi, una bussola e un misuratore di distanza ma realmente il video è così veloce che nulla si può dire rispetto alle funzionalità che è lecito attendersi.

Il nuovo smartwatch potrebbe essere presentato a IFA 2014 che si terrà a Berlino dal 5 al 10 Settembre, ovvero pochissimi giorni dopo l’atteso annuncio della disponibilità del Moto 360.

iPhone 6 disponibilità limitata al lancio?

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iPhone6 in arrivo per Settembre
iPhone6 in arrivo per Settembre

Le solite indiscrezioni raccontano di più di un produttivo che almeno in una fase iniziale potrebbe portare ad una disponibilità limitata negli store al lancio del nuovo gioiellino di Apple

La casa fatta con i Lego è una realtà

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LEGO House vista dall'alto
LEGO House vista dall'alto

Non è esattamente una casa ma un museo anche se il suo nome originale è ‘the LEGO house’, sarà ultimata entro il 2016 e si trova in Danimarca in Billund. La particolarità è che l’intero edificio sarà costruito con degli enormi mattoni che ricalcano in tutto e per tutto i mattoncini prodotti da Lego. Il progetto è stato commissionato da LEGO a Bjarke Ingels Group, la posa dei primi mattoni è avvenuta proprio in questo Agosto 2014. A pieno regime si prevede che il museo ospiterà circa 250.000 visitatori l’anno. La straordinaria costruzione avrà un’altezza di 23 metri per una superficie di 12.000 metri quadrati.

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Lo stato dell’arte

Sul progresso del progetto in costruzione, Kjeld Kirk Kristiansen nipote del fondatore e proprietario del gruppo LEGO corrente ha dichiarato:

Per la mia famiglia e me, il gruppo LEGO è sempre stato molto più di una semplice azienda e i nostri prodotti più che semplici prodotti. Sono molto appassionato dei giochi e di come i bambini imparano attraverso il gioco con i mattoncini LEGO. Tutto questo rappresenta l’idea di LEGO ed è rappresentato dalla LEGO House.  Non vedo l’ora che il sogno di una vita di costruire un posto in cui chiunque possa sperimentare l’idea di LEGO diventi realtà.

L’architetto Bjarke Ingels responsabile del progetto ha aggiunto:

Per noi il mattoncino LEGO incarna il concetto di creatività sistematica – il rigore e razionalità del mattone LEGO permette ai bambini di tutte le età infinite possibilità di creare i propri mondi e di abitarli attraverso il gioco. Siamo stati ispirati dalla modularità del mattone LEGO per creare una casa contenitore di tutti gli oggetti LEGO. La ‘LEGO House’ apparirà come un insieme di mattoncini LEGO interconnessi fra loro. L’interno dei mattoncini formerà gli spazi che consentiranno ai visitatori di visitare la mostra. Esternamente invece il gioco di mattoncini interconnessi formerà i tetti per una piazza, una serie di terrazze e un parco giochi per i cittadini di Billund.

I primi visitatori sono attesi per il 2016

LEGO House vista notturna
LEGO House vista notturna

 

 

 

 

Windows 9 arriverà forse il 30 Settembre

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Windows 9 arriva l'assistente vocale Cortana
Windows 9 arriva l'assistente vocale Cortana

The verge riporta la notizia che Windows 9 sarà ufficialmente presentato il 30 settembre attraverso un evento appositamente realizzato per  illustrare le novità di Treshold. La notizia non è stata ufficialmente confermata da Microsoft ma l’indiscrezione andrebbe a rafforzare quanto già trapelato nei giorni scorsi

Vi piacerebbe un robot maggiordomo? eccolo

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Savione il robot maggiordomo
Savione il robot maggiordomo

Si chiama SaviOne è un robot e di mestiere fa il maggiordomo. Vi potrebbe capitare di vederlo trotterellare allegramente lungo i corridoi dell’albergo dove alloggiate e potrebbe essere lui a portarvi il prossimo drink o la cena.

Avete capito bene SaviOne è un robot maggiordomo, è prodotto da Savioke ed è ideato per esaudire i desideri degli ospiti di hotel e alberghi. E’ alto circa 90cm,  pesa 45Kg e cammina più o meno alla stessa velocità di un uomo. Si muove agevolmente tra i piani dell’albergo anche usando l’ascensore e vi porta l’oggetto desiderato tenendolo ben al sicuro all’interno di un vano coperto da uno sportellino.

Pochi secondi prima di giungere allegramente davanti alla porta della vostra camera vi allerta con una telefonata. Quando gentilmente aprirete la porta per consentirgli di portare a termine la sua impresa, si accorge della vostra disponibilità grazie alla telecamera di bordo e apre il suo sportellino per consentirvi di ritirare l’oggetto desiderato.

Ringrazia con un robotico smile e torna alla sua postazione pronto per un’altra consegna.

Bisogna dire che vedere questo robot all’opera è veramente divertente. Allo stato attuale potete incontralo presso l’Aloft Hotel a Cupertino dove presta servizio. Savioke  pensa che nel 2015 gli alberghi ad avere un maggiordomo robotico saranno molti di più.

Expo 2015 progetto scuola

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Progetto Scuola Expo 2015
Progetto Scuola Expo 2015

La scuola come elemento fondante per il nostro futuro non poteva mancare ad EXPO 2015. PoliCulturaExpoMilano2015 è il progetto per le scuole, italiane e del mondo,  frutto di una collaborazione tra Politecnico di Milano ed EXPO SpA.  Ogni classe partecipante deve realizzare una narrazione multimediale che illustri la sua attività didattica connessa ad EXPO2105.

Lo scopo è “rendere consapevoli dei temi di EXPO2015 i cittadini di domani” e visto il tema trattato da Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita” ci sembra il minimo indispensabile.

Il progetto

A rendere speciale PoliCulturaExpoMilano2015 sono le classi che partecipano al progetto. L’idea di consentire ai nostri ragazzi di esprimere l’amore per la natura e loro sensibilità verso ciò che è bello e pulito del nostro pianeta attraverso dei progetti multimediali è quanto di più semplice e al contempo innovativo che si possa fare per la nostra scuola. I video sono tutti belli ed entusiasmanti, un’opera che per la genuinità e la purezza dell’esposizione riconcilia tutti gli spettatori con la bellezza del nostro pianeta.

Il progetto Pilota

E’ importante sottolineare che PoliCulturaExpoMilano2015 è complementare ad altri bandi ovvero raccoglie anche progetti nati in altri contesti. L’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia ha lanciato un suo bando per idee di progettualità didattica collegate ad EXPO: LE SCUOLE DELLA LOMBARDIA PER EXPO MILANO 2015 ma esistono tanti altri progetti attivi. Un progetto pilota è stato svolto  nel 2013-2014.

Al progetto pilota hanno aderito in ben 39 classi, formando dei veri e propri laboratori aperti allo scambio e all’applicazione delle idee. Per gli insegnanti, sono stati organizzati dei corsi di formazione a titolo gratuito che hanno permesso, ai docenti, di ottenere tutte le informazioni necessarie per adoperare correttamente gli strumenti multimediali nella costruzione dei progetti. Dopo questa fase preliminare sono stati formati dei laboratori con lo scopo di coinvolgere gli studenti  attraverso dei veri e propri brainstorming tesi all’ideazione dei progetti. I lavori che ne sono venuti fuori sono stati veramente fuori dal comune, tutti multimediali,  emozionanti e coinvolgenti. Bellissimi, non solo se ricondotti a EXPO 2015 ma in per generale la genuinità da cui traspare in modo netto l’amore che i ragazzi hanno per un tema così importante come “Nutrire il pianeta, energia per la vita”

Tutti sono vincitori

I progetti sono molto diversificati tra loro, rispecchiando non solo le risorse e le capacità dei partecipanti ma anche gli interessi, la libertà creativa e l’orientamento multimediale scelto dagli studenti. Fra i tanti  un esempio significativo è quello di  “C’era una volta un orto…” della scuola ICC SALVO D’ACQUISTO classe 2^C   che ha deciso di basare la propria opera sul lavoro attivo con la terra e i suoi frutti. Il lavoro è una sintesi dell’approccio continuato che i ragazzi hanno avuto direttamente con la natura, documentandone le fasi e le scoperte. Il progetto multimediale, strutturato come un libro dal linguaggio semplice e quasi fiabesco, evidenzia la “riscoperta” del mondo attraverso i sensi, quali il gusto e il tatto, ed il senso di responsabilità che la coltivazione comporta.

Altro lavoro entusiasmante è quello de  “il pane quotidiano” Istituto Comprensivo S. D’Acquisto – Scuola Media E. Sala. Diverso dal precedent, il progetto si struttura come un video che racconta tramite la voce degli studenti il ruolo ed il valore del pane a livello non solo nutritivo, ma anche culturale e storico. Un progetto quindi che si propone di far comprendere ai ragazzi l’importanza non solo della nutrizione ma anche delle risorse nella vita dell’uomo.

Bellissimo il progetto  “Stay Hungry Stay Healthy, don’t be Foolish: food blog” IPSSEC “A. Olivetti” monza classe 4H. In questo caso gli studenti hanno optato per una scelta estremamente moderna che ricalca l’utilizzo stesso dello strumento: internet. Il blog in questione si struttura con una serie di ricette e di consigli culinari, in italiano e in inglese, con una descrizione e collocazione anche territoriale. Il progetto è dunque in continua evoluzione grazie agli interventi scritti da tutti gli studenti partecipanti, offrendo sempre nuovi spunti sul tema del cibo e della sua origine dal territorio.

Come partecipare

Il progetto pilota si è rivelato un vero successo. Le iscrizioni per il 2015 apriranno il 6 ottobre, sono ammesse tutte le classi di ogni ordine e grado. L’iscrizione non è ammessa per utenti singoli, le classi devono partecipare  nella loro interezza.

Esiste un concorso che premia i lavori più belli ed entusiasmanti. Tuttavia tutti i lavori vengono considerati come vincitori e hanno visibilità sia sul portale sia sul canale youtube del progetto, lo scopo infatti è sensibilizzare i ragazzi verso un tema così importante, il concorso davanti a questo tema rimane uno stimolo ma non la finalità

Addio vecchio menù, arriva il tavolino multimediale interattivo

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Interactive Restaurant Technology at Ebony
Interactive Restaurant Technology at Ebony

C’era una volta il normale tavolino, fatto di 4 gambe o anche di più e un tavolo su cui poggiare il pranzo. C’è oggi il tavolino multimediale interattivo. Rimangono identiche le caratteristiche essenziali eccetto che il piano su cui poggiare il pranzo è un bellissimo enorme tablet ultrapiatto!

A che serve?

Vi sedete, scorrete le immagini dei piatti preferiti con tanto di descrizione multilingua, filmati e qualunque altro tipo di informazione che può aiutarvi nella scelta, effettuate l’ordine con le eventuali variazioni, et voilà il gioco è fatto.  L’ordine arriva in cucina, il cuoco esegue e la vostra pietanza preferita arriva in men che non si dica.

Se poi mentre mangiate avete voglia di cambiare il colore del tavolo magari per adattarlo alle vostre esigenze del momento, potete sempre agire sul vostro mega-tablet-da-tavolo e scegliere un background che più si intona con la situazione attuale. Certo non vorrete mica mettere un bello sfondo con delle colorate rose rosse mentre parlate con il vostro capo no? a meno che non nutriate un certo affetto verso di lui/lei.

I pagamenti

Il cassiere dispone di una speciale versione che controlla gli ordini di tutti i tavoli, prepara il conto, verifica le prenotazioni. A voi non resta che pagare, ma anche in questo caso se volete sapere quanto pagherete prima di trovarvi davanti ad una bella sorpresona alla cassa, potete sempre seguire l’evoluzione del vostro conto tramite una funzione del vostro table-tavolino.

Gli extra

Naturalmente c’è ancora qualcosa in più che si può fare, prenotare un taxi ad esempio, lasciare una valutazione sulla vostra esperienza presso il ristorante o più semplicemente chiamare un cameriere affinché avete bisogno di un consiglio o una qualche altra esigenza che il vostro tavolino non soddisfa.

La tecnologia si chiama Interactive Restaurant Technology (IRT) ed è già disponibile per esempio a Cipro presso Oshi o a Dubai presso Ebony e qualcuno sta già sperimentando i camerieri drone.

Qualche approfondimento su questa tecnologia lo trovate anche su “SenzaUnOrdinePreciso” bellissimo Blog sempre all’avanguardia su tutto ciò che è curioso, fantasioso, innovativo o semplicemente bello. SenzaUnOrdinePreciso è anche il primo che ci ha segnalato la notizia. Grazie!

 

Star Wars VII anticipazioni e spoilers

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Ok, sgombriamo totalmente il campo da ogni certezza, tutto quello che è scritto in questo articolo non è ufficiale, non  è frutto di nessuna dichiarazione di Disney, LucasFilm o Bad Robot e tutto potrebbe essere tale e quale a come lo scriviamo oppure cambiare totalmente da qui fino all’uscita del film.

Insomma si tratta di indiscrezioni, rumors, fuoriuscite di notizie che potrebbero non avere alcun fondamento ma che hanno creato un certo entusiasmo fra i fan di Star Wars, per cui vi raccontiamo tutto quello che abbiamo raccolto frugando negli scantinati polverosi della rete, nei salotti buoni del web, e fra le tortuose strade dei blogger più o meno informati.

Questo qui sotto è dunque uno spoiler bello grosso, per cui se non avete voglia di anticipazioni potete farvi un giro su qualche altro post a caso, per esempio qui tanto vi divertirete lo stesso.

Prima di tutto la trama

Due esploratori interpretati da Daisy Ridley e John Boyega  ritrovano su un pianeta deserto la spada di Luke Skywalker e forse anche la mano. Partono dunque alla ricerca di Skywalker. Nel corso della loro viaggio incontrano Han Solo e Chewbecca che nel frattempo hanno smesso di pilotare il Falcon passato nelle mani di Oscar Isaac.  Han e Chewie non possono esimersi dal partecipare alla ricerca dell’amico.

Tuttavia Luke non si è semplicemente nascosto al mondo usando i suoi poteri Jedi, ma in realtà è prigioniero dei nuovi cattivi del film, gli inquisitori!

Il look di Han Solo

Sempre il sito di Indie Revolver riporta alcune foto in cui viene illustrato il nuovo look di Han Solo. In realtà una delle due confermerebbe la presenza di un pianeta ghiacciato visto che il giubbotto di Han pare essere tipicamente invernale. Nell’altra invece Han indossa un abito western.

I villains ovvero i cattivi

Gli inquisitori non sono una razza del tutto nuova in Star Wars, se ne trova traccia nella saga di guerre stellari. Si tratta di una divisione segreta dell’intelligence imperiale formata interamente da agenti passati al lato oscuro della Forza. Il comando degli inquisitori era stato storicamente affidato a Darth Vader. La prima notizia è che Darth Vader probabilmente farà di nuovo una breve apparizione nel film. La seconda notizia è che il nuovo comandante degli inquisitori è veramente brutto e cattivo. E’ alto e magro, con gli occhi rossi incandescenti e una spada laser altrettanto rossa. Non è completamente umano ma alcune parti meccaniche, non porta maschere ma ha una mascella d’acciaio.

La parte più inquietante è il probabile braccio cibernetico che è stato anche protagonista di molte indiscrezioni. La notizia originale è riportata da Indie Revolver e confermata da Bad Ass e Latino Review.

Il capo degli inquisitori così come appare su Indie Revolver
Il capo degli inquisitori così come appare su Indie Revolver

In realtà è stato J.J Abrams ha twittare un’immagine in cui mostra un foglio con un ringraziamento per coloro che stanno lavorando al film ma soprattutto tiene il foglio con un braccio meccanico che è stato immediatamente associato al probabile braccio meccanico del capo degli inqusitori.

 

La principessa Leia e i Flashback

Circola qualche rumors che quando Luke sarà ritrovato farà un salto indietro nel tempo per spiegare da dove sono arrivati gli inquisitori. E’ in questo punto del film che probabilmente incontreremo di nuovo la principessa Leia da giovane interpretata da Billie Lourd figlia dell’attrice originale Carrie Fisher.

Il pianeta di ghiaccio e gli Stormtrooper

Nel frattempo gli Stormtrooper , le truppe d’assalto dell’impero, stanno costruendo su un pianeta ghiacciato  una nuova arma in grado di distruggere l’intero pianeta solare. Proprio sugli Stormtrooper si concentrano le recenti indiscrezioni uscite dai meandri della rete.  Tutto nasce da un tweet di Tom Hodges che riporta un’immagine dei probabili caschi degli stormtrooper e il tweet “non è molto ma è abbastanza, non chiedetemi come ma io l’ho visto”.

stormtrooper-original

La notizia viene riconfermata dal sito Indie Revolver che posta nuove immagini dei caschi e conferma le loro linee più morbide, un solo respiratore e in generale un look più moderno. In realtà Latino Review precisa che lo snowtrooper messo in mostra da Indie Revolver non è uno SandTrooper ma uno SnowTrooper e che ci potrebbero anche essere anche delle  nuove classi di truppi , una cromata e una nera

 

 

 

I’m alive by Sandra Hassan

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Gli smartphone sono oggetti straordinari, in grado di aiutarci a sopportare la noia in treno, ricordarci cosa comprare prima di rientrare, oppure quando prendere una medicina e così via. Questo è valido per una persona normale, che vive in un Paese normale. Ma in zona di guerra le priorità cambiano…

Sono viva, mamma
Sandra Hassan, una studentessa di Beirut aveva ben altre priorità quando ha deciso di sviluppare l’app I Am Alive. Presumibilmente le priorità erano far sapere ai propri cari che, nonostante le bombe continuavano a cadere, lei era ancora viva ed in buona salute, e ricevere lo stesso feedback da amici e parenti. In situazioni di panico è difficile pensare lucidamente, comporre un numero di telefono e parlare in modo intelligibile, o ricordarsi di contattare tutti i propri cari per rassicurarli. Per questo l’app realizzata da Sandra permette, con un semplice tap sul display, di inviare un Tweet a tutti i propri follower con il messaggio “I am still alive! #Lebanon #LebanonBombing”. Chiaro, semplice, conciso. Proprio quello che ci vuole in questi casi.
Dopo il deterioramento della situazione in Libano e il riacutizzarsi della crisi nel Paese, l’app è stata scaricata oltre 5000 volte e la cosa ha convinto l’autrice a modificarla per adattarla anche alle esigenze di altri paesi che purtroppo si trovano nelle identiche situazioni del Libano. Ovviamente l’app ha un unico, grande, limite: non funziona se non è disponibile una connessione ad Internet e non serve a nulla se i propri cari o le persone cui si vuole far arrivare il messaggio non posseggono uno smartphone con connessione ad Internet, o quantomeno un computer sul quale poter controllare il proprio account Twitter.

Renovo la prima coupé con motore completamente elettrico

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Renovo la prima coupè completamente elettrica
La linea vintage derivata dalla Shelby CSX9000
Nell’epoca dove il rispetto per l’ambiente riveste un’importanza vitale, anche le case costruttrici d’automobili hanno ben pensato di produrre auto green, ovvero con un motore tale da non produrre inquinamento.
La Renovo Coupé prodotta di recente negli stabilimenti della Silicon Valley della Renovo Motors è una di quelle auto che esprimono al meglio questa tendenza. Il dettaglio più importante è da ricercarsi proprio nel motore, completamente elettrico e in grado di liberare una potenza veramente elevata, pari a cinquecento cavalli.

Eleganza Vintage

Il veicolo, presentato alla manifestazione di Pebble Beach, dove si svolge il Concorso Eleganza, ha ottenuto ottime critiche. La Renovo Coupé  ha una linea vintage, che comunque non mette da parte le nuove tecnologie, con le quali riesce a coesistere in maniera perfetta, creando un auto dallo stile antico ma dal cuore moderno sotto ogni punto di vista. Il peso del veicolo sarà di millecinquecento chili, di cui la metà è da attribuire solo alla parte del motore e delle batterie. Analizzando l’auto sotto il profilo della potenza, oltre ai cinquecento cavalli il spicca la  coppia da 1300 Nm, decisamente tanti per un auto elettrica.

Elettrica con Velocità

I produttori  hanno voluto sottolineare che la Renovo è un’auto molto veloce, e  reattiva: per poter sprigionare tutta la potenza del motore basteranno pochissimi millesimi di secondo, ed i consumi energetici saranno sempre limitati. Per la precisione, i millesimi di secondo da attendere per poter godere della massima potenza del veicolo sono circa quaranta. La velocità massima che Renovo può raggiungere è pari a centonovanta chilometri orari, e bastano solo quattro secondi per raggiungere i cento chilometri partendo da zero

Autonomia e Batterie

Sull’autonomia del veicolo, i produttori della Renovo non si sono voluti sbilanciare troppo: a seconda della velocità  il consumo energetico potrebbe variare anche di molto. Tuttavia la Renovo dovrebbe avere un’autonomia di circa cento chilometri, e tempi di ricarica della batteria pari a circa trenta minuti.

Design  Shelby CSX9000

La Renovo è stata costruita basandosi sulle forme della Shelby CSX9000, il telaio dei due veicoli risulta essere quasi identico.
Si presenta con la parte anteriore leggermente allungata, che mette in risalto il cofano dove sono contenuti motore e batterie ed i fari, possenti ed in grado di illuminare la strada anche da grande distanza. La parte posteriore invece rimane leggermente schiacciata.
Ci sono voluti ben quattro anni prima che il veicolo potesse vedere la luce: il progetto infatti venne presentato nel 2010, e solo quest’anno è stato presentato il primo modello prodotto di Renovo. Questo lasso di tempo ha permesso ai produttori  di potersi concentrare totalmente sulle caratteristiche innovative dell’auto.

Produzione e prezzi

Da notare inoltre come questo veicolo sarà venduto in edizione limitata: saranno infatti soltanto cento i modelli di Renovo Coupè che vedranno la luce nel corso del prossimo anno, ovvero nei primi mesi del 2015.
Il prezzo di vendita del veicolo è comunque stato stabilito: si parla di circa cinquecento venti mila dollari, i quali sono parai a quattrocento mila euro.
Tale somma di denaro potrebbe esser vista come molto elevata, ma che comunque permette di ridurre drasticamente il livello di inquinamento emesso dalla combustione dei vari carburanti.

Jaguar XE: è pura tecnologia in movimento

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Jaguar, oltre che sull'eleganza delle linee, punta sulla tecnologia per la XE, la sua nuova berlina sportiva

Le auto non sono più quelle di una volta. Il massimo dell’interazione tra me e la mia vecchia Fiat Punto si limita a qualche calcio sotto al cruscotto per convincerla ad avviarsi. I nuovi modelli, invece, sono tutto un fiorire di connessioni e interattività. Vi suggeriscono la strada migliore verso la destinazione desiderata, hanno migliaia di sensori che registrano di tutto e intrattengono i vostri passeggeri durante il viaggio e, come se non bastasse, vanno a nozze con smartphone e tablet.

Tecnologia ed eleganza

Prendiamo la Jaguar XE, ad esempio; la nuovissima berlina sportiva inglese promette non solo il massimo del divertimento alla guida, ma anche il massimo del confort, della connettività e dell’interattività, grazie al suo innovativo sistema di infotainment che sfrutta un touch screen da 8 pollici, può essere controllato tramite comandi vocali e offre la possibilità di collegare uno smartphone iOS o Android alla vettura per controllarne tutta una serie di funzioni.

La vettura si controlla da remoto

Dallo smartphone è possibile regolare la climatizzazione della vettura, ad esempio, oppure aprire e chiudere le porte, e se volete stupire sul serio gli amici, imitate Batman e avviate il motore a distanza! Ma non solo: il sistema di infotainment permette di accedere alle app presenti sullo smartphone tramite il touchscreen della vettura e utilizzare il sistema integrato nella Jaguar XE come un hotspot Wi-Fi per far collegare tutti gli occupanti ad internet.
Ma il sistema di infotainment della berlina inglese offre anche molte altre chicche, come ad esempio l’head-up display (HUD) con tecnologia laser, che proietta immagini con elevato contrasto direttamente sul parabrezza fornendo così utili informazioni come le istruzioni di navigazione, senza costringere il guidatore a distogliere gli occhi dalla strada.
Io, quasi quasi, ne installo uno anche sulla mia Punto. Dopotutto, non dovrebbe essere così difficile convincere il signor Jaguar ad inviarmene uno da provare…

Jaguar, oltre che sull'eleganza delle linee, punta sulla tecnologia per la XE, la sua nuova berlina sportiva
Jaguar, oltre che sull’eleganza delle linee, punta sulla tecnologia per la XE, la sua nuova berlina sportiva

NOKE: Il lucchetto 2.0 che si apre con lo smartphone

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Il Noke è il primo lucchetto con apertura automatica gestita tramite Bluetooth

Quanti di voi usano un lucchetto? Uhm… vedo molte mani alzate. Bene. Anche io ne utilizzo uno. Il problema è che proprio di recente, per un motivo ancora non ben identificato, la chiave che normalmente lo apre non ha più funzionato. Lucchetto bloccato e spesa doppia: il fabbro per “scardinare” il vecchio e il ferramenta per acquistarne uno nuovo. Tutto questo non sarebbe successo se avessi avuto un Noke. Quanti di voi lo conoscono? Oh… non vedo mani alzate. Bene…

Lucchetto intelligente

Il Noke è un lucchetto elettronico realizzato in robusto acciaio e boro e composto da trenta parti attentamente assemblate in modo da renderlo anche resistente all’acqua, oltre che ai tentativi di effrazione. Il nome è l’evidente unione contratta delle parole “No Key”, ad evidenziare proprio il fatto che per il bloccaggio e la successiva apertura non c’è bisogno di alcuna chiave. Perlomeno non di una chiave di tipo tradizionale. Per sbloccare il Noke, difatti, è sufficiente uno smartphone; basta che abbiate installato l’app fornita in dotazione e che vi troviate a non più di tre metri di distanza dal lucchetto.
Il Noke al suo interno contiene un ricevitore/trasmettitore Bluetooth 4.0 e una batteria in grado di alimentarlo per circa un anno che, all’avvicinarsi dello smartphone si collega ad esso e abilita lo sblocco della serratura. Basta quindi schiacciare una volta il lucchetto stesso per aprirlo. E se si scarica la batteria dello smartphone? Semplice: è possibile utilizzare una sequenza di pressioni sul lucchetto come sblocco d’emergenza. Se invece si dovesse scaricare la batteria del Noke, è possibile collegarvi una batteria esterna, sbloccarlo e poi cambiare quella interna. Nessun problema neanche in questo caso, quindi.

Il Noke è il primo lucchetto con apertura automatica gestita tramite Bluetooth
Il Noke è il primo lucchetto con apertura automatica gestita tramite Bluetooth

Funzioni collaborative

Particolarmente interessante la possibilità di fornire ad un amico la possibilità di sbloccare il vostro Noke. Questi potrà farlo per una sola volta, per sempre o quando lo deciderete voi. Inoltre è possibile anche stabilire degli orari durante i quali il Noke verrà sbloccato in automatico, ad esempio quando siete in ufficio se lo utilizzate per proteggere i cassetti della scrivania. Vi è venuta voglia di acquistarne uno? Dovrete attendere ancora un po’, visto che il Noke per adesso è ancora un progetto in cerca di finanziatori su Kickstarter (https://www.kickstarter.com/projects/fuzdesigns/noke-the-worlds-first-bluetooth-padlock). Potete comunque prenotarne uno per 59 dollari, più spese di spedizione. Vi segnaliamo che il Noke sarà disponibile anche in versione “da bici”, con cavo e sistema di montaggio, per 79 dollari. Le spedizioni dei primi Noke con relativa app, che sarà compatibile con tutti i device dotati di connessione Bluetooth 4.0 e sistema operativo Android 4.3 o superiori e iOS 7 e superiori, sono previste per il mese di febbraio 2015.

Il Noke può essere usato per proteggere armadietti, porte, bici...
Il Noke può essere usato per proteggere armadietti, porte, bici…

Elemoon il braccialetto chic un po’ geek

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Il braccialetto Elemoon illuminato in tutto il suo splendore
Il braccialetto Elemoon illuminato in tutto il suo splendore

“Tecnologia indossabile” ovvero oggetti che tendono a fondere la loro anima tech con gli abiti o gli accessori che indossiamo. Lo scopo? traghettare la tecnologia dall’asettico, noioso e spesso anche un po’ maschilista mondo fatto di “computer – hardware – software” ad una dimensione più umana dove perde di importanza il mezzo ed invece assume importanza il risultato.

 

Il braccialetto elemoon illuminato in penombra
Il braccialetto elemoon illuminato in penombra

Elemoon è un braccialetto che sposa in pieno questa tendenza ed anzi la porta oltre. Lo scopo di Elemoon è prima di tutto essere un oggetto di design. A prima vista potrebbe sembrare un comune elegante braccialetto disegnato da uno stilista alla moda. Ad uno sguardo più approfondito si scorgono alcuni elementi tecnologici funzionali da un lato all’aspetto estetico e stilistico del braccialetto, dall’altro a migliorare alcuni aspetti della vita pratica comune di tutti i giorni.

Prima di tutto l’estetica

Elemoon dispone di una serie di puntini luminosi disposti sulla fascia. I punti luce in questione si possono illuminare in vario modo. Prima di ogni cosa possono cambiare colore sulla base del vestito scelto. In questo modo l’abbinamento sarà perfetto qualunque sia l’abito indossato e per qualunque occasione.

Poi la pratica

Elemoon si connette al telefonino via Bluetooth. Può illuminarsi all’arrivo di una telefonata o di un sms. Naturalmente la modalità con cui avvengono le notifiche può essere configurata attraverso l’immancabile App.

Infine, se come capita spesso, all’uscita del locale o prima di lasciare l’ufficio o l’appartamento non trovate più il telefonino, potete sempre strofinare Elemoon come se fosse la lampada di Aladino e immediatamente lo smartphone inizierà a suonare.  Si certo funziona via Bluetooth per cui agisce in un raggio di pochi metri, tuttavia sufficienti per ritrovare il telefono in ambienti chiusi. Ovviamente se lo dimenticate in aeroporto o similari la vostra ricerca sarà un po’ più complessa

La moda costa

Il braccialetto non ha moltissime funzioni, solo poche e ben definite ma ha un costo di 179$. E’ abbastanza per un oggetto così limitato da un punto di vista delle caratteristiche tecniche. Tuttavia in questo specifico caso non sono le specifiche tecniche la parte più importante del braccialetto, piuttosto il mix di moda, eleganza e tecnica. In definitiva il prezzo paga sia la moda sia la tecnica

6 Lampade wireless da controllare con lo Smartphone

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In primo piano l'app per il controllo delle lampade LIFX
In primo piano l'app per il controllo delle lampade LIFX

Sono belle, sono comode, e reinventano per molti versi il senso d’utilizzo di una lampadina. La domanda è, cosa può fare una lampadina oltre che fare luce? La risposta è: può fare moltissimo, soprattutto se pilotata via wi-fi dallo smartphone. Può cambiare colore per creare un’atmosfera diversa, abbinata con l’occasione, può lampeggiare per ricordarvi questo o quell’impegno, può accendersi ad un orario preciso e a distanza per far capire che siete in casa quando invece magari siete al mare. Può registrare il consumo sulla vostra app e ancora molto altro. E se invece di una, fossero molte le lampade super hi-tech che pilotano la vostra casa? i giochi di colore e di luce potrebbero diventare infiniti.

LIFX

Prodotta dall’omonima Lifx Labs basata ampiamente su tecnologia led, consuma circa il 10% di quello che consumano le comuni lampadine e naturalmente può essere pilotata via wi-fi dal vostro smartphone.  Potete collegare una sola lampada o ovviamente più di una. La prima volta che la eseguite l’app avvierà una scansione per verificare quali sono le lampade collegate alla vostra casa. E’ importante specificare che le lampade entreranno a fare parte della vostra rete wireless domestica, quindi sfruttano la protezione della vostra lan wi-fi. In altre parole condividono la stessa password con cui proteggete la vostra rete Wireless in questo modo solo chi conosce la vostra password può gestire le lampade.

Una volta collegato il vostro impianto di illuminazione, quello che potete fare è solo limitato dalla vostra fantasia. La cosa più immediata e semplice è naturalmente variare il tono e il colore della luce attraverso la vostra app. Potete sincronizzare le lampade con una sveglia in modo tale che si accendano automaticamente quando è ora di svegliarsi, ovviamente lentamente e con una luce soffusa. Possono avvertirvi se vi arriva una email o una telefonata sul cellulare e magari siete in un altro ambiente. Potete accendere il vostro impianto di illuminazione da remoto quando siete in vacanza in modo da aumentare la sicurezza della vostra casa. Infine potete usarle per lampeggiare a ritmo di musica durante una festa.

Il costo di una sola lampada è di 99$ , per quattro lampade si sale a 380$ e per 10 lampade 910$. Il limite di utilizzo è di circa 40.000 ore ovvero circa 27 anni. Le lampade sono garantite per due anni.

 

Philips HUE

Hue è la lampada wireless prodotta da Philips. Il claim usato da Philips per la sua lampada è “Personal Wireless Lighting” ed in effetti buona parte della campagna di comunicazione si basa su quanto la lampada possa essere adattata alle esigenze personali del suo utilizzatore.
Vi sentite in vena di romanticismi e volete riprodurre quel bel tramonto che avete visto insieme alla vostra ragazza? Basta trascinare il colore desiderato su una tavolozza disponibile nella vostra App ed immediatamente HUE assumerà il colore del vostro tramonto preferito.
Avete voglia di mare? personalizzate HUE con un bel colore che vi ricorda magnifiche spiagge ed acque cristalline, ed in un attimo HUE colorerà di luce marina la vostra stanza. Naturalmente le ambientazioni possono essere salvate in modo da riutilizzarle quando sentite il bisogno di ricreare una luce che sia adatta alle vostre sensazioni del momento.

Una serie di “ricette luminose” sono già disponibili sull’app pronte da essere utilizzate al momento giusto: ricetta lettura, ricetta relax, concentrazione, energie. Tutte particolari tonalità di colore e di intensità della luce studiate appositamente da Philips in modo da rendere più piacevoli alcuni momenti della giornata.  Infine anche in questo caso HUE può essere sincronizzata con il telefono in modo che la luce diventi un timer, una sveglia, lampeggi in caso di notifica e altro ancora. Anche in questo caso può essere pilotata da remoto e naturalmente le lampade possono essere utilizzate per sottolineare il ritmo della musica.

Lo starter pack HUE che contiene anche il bridge per pilotare le lampadine oltre a due lampade ha un costo di 99,95€ sul’apple store, la singola lampadina ha un costo di 29,95€. La durata prevista è di circa 25.000 ore

BrightHUP

BrightHUP utilizza un approccio leggermente differente rispetto alle precedenti. Non distribuisce direttamente le lampadine e questo significa che potete utilizzare l’impianto che già avete, ma un plug che va connesso all’impianto elettrico, a sua volta le lampade di casa vanno collegate al plug attraverso la normale spina elettrica.  Le funzionalità rimangono molto simili a quelle viste in precedenza. La qualità della luce dipende chiaramente dal vostro impianto.

Il prezzo si aggira intorno alle 159£ per lo starter pack comprensivo dell’unità centrale necessaria per connettere le lampadine ed un plug

LuMini

LuMini di Tabu Design made in Honk Kong è la più economica delle lampade wireless presentate. Tuttavia è anche quella con meno funzionalità. La limitazione deriva dal fatto che non utilizza la classica connessione wifi ma il protocollo bluetooth. Questo fa si che le lampade siano controllabili via app solo in un raggio d’azione veramente limitato. Certamente non è possibile controllare le lampade dall’esterno o a grande distanza. Anche le possibilità offerte non sono molto estese. Consente la variazione di tono , l’accensione in controllo di prossimità e la sincronizzazione con le notifiche ma non ha il set di funzione esteso che presentano le altre. Di contro ha un basso costo di circa 30$

 

EmberLight

EmberLight non richiede nessun unità centrale di controllo. Le lampadine si connettono ai normali plug che avete in casa e automaticamente entrano a far parte della rete wi-fi. Il progetto made in San Francisco fruisce di una campagna KickStarter che ha già raggiunto circa 217.000£ di raccolta.

 

LightFreq

La particolarità di LightFreq è che non solo offre tutte le caratteristiche tipica di una lampada wireless ma funziona anche come speaker. La trasmissione dell’audio avviene via bluetooth per cui potete usarle anche come impianto di filodiffusione

Tv a schermo curvo: conviene acquistarli ora?

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Il Samsung UE55H8000, uno dei modelli più economici per quanto riguarda le Curved TV con dimensioni superiori ai 50 pollici

In un mercato che si avvia alla stagnazione occorre cercare nuovi prodotti per stimolare gli acquisti facendo nascere nuovi bisogni negli utenti. E così, dopo gli LCD, i Plasma, i LED, gli OLED, le Smart TV e l’UltraHD, ecco arrivare i “Curved LCD”, i televisori con schermo curvo. Ma ne avevamo davvero bisogno? Sono una necessità, o un vezzo tecnologico del quale possiamo fare a meno? Cerchiamo di capirlo.

L’idea viene da lontano

I primi modelli di Curved TV sono apparsi all’IFA di Berlino nel 2013, come esempio di utilizzo degli schermi OLED, ma la prima ondata di prodotti l’abbiamo vista solo quest’anno al CES, con i “soliti noti”, ovvero Samsung e LG a fare da apripista ad una pletora di altri produttori, per lo più cinesi e taiwanesi.
L’idea di utilizzare uno schermo curvo non è nuovissima. Al cinema lo si utilizza già da tempo per correggere le distorsioni introdotte dalla proiezione, soprattutto se in formato Cinemascope 23:9, delle immagini su uno schermo perfettamente piatto.

Vantaggi o promesse?

In casa, su uno schermo da 65”, ad esempio, che vantaggi avremo? Secondo i sostenitori di questa nuova tecnologia, molti vantaggi. Con uno schermo curvo riusciamo a ridurre le distorsioni ottiche provocate da un TV a grande schermo quando lo si osserva da vicino, inoltre si crea un maggior effetto panoramico, il display appare ancora più grande del reale e i riflessi dovuti alla luce ambientale vengono ridotti. Questo giusto per citare i punti di forza più gettonati.

Ma è proprio così, o queste sono solo le solite promesse da marketing aziendale? A ben guardare, non pare essere tutto oro ciò che luccica. Se è vero che un osservatore posto esattamente di fronte al TV percepisce l’immagine come più grande e senza distorsioni, è anche vero che questo non vale per chi si siede lateralmente, che percepirà un’immagine ancora più distorta rispetto a quella visibile su un TV a schermo piatto. La reale utilità della curvatura, inoltre, si avverte solo per le TV di grande formato. Su un 65 pollici siamo al limite dell’inutilità; su un 75 pollici, invece, ha un suo senso. Inoltre, pare che il consumo di questi TV sia superiore agli analoghi modelli a schermo completamente piatto, perché, per le caratteristiche costruttive, questi debbono utilizzare lampade di retroilluminazione più potenti. Vantaggi e svantaggi della nuova tecnologia saranno ben chiari solo tra qualche tempo, per adesso le lodi sperticate che abbiamo letto da più parti, non ci sembrano del tutto meritate.

Cosa farà il mercato

Ma le logiche di mercato spesso vanno oltre il buonsenso, e nei prossimi anni il futuro sarà fatto di TV OLED e TV Curve. O entrambe unite nello stesso prodotto. Secondo gli analisti di DisplaySearch, difatti, vedremo aumentare sempre di più la vendita di TV a schermo curvo e TV OLED, con la dimensione media dei pannelli che salirà fino ai 60 pollici, mentre i pannelli al Plasma saranno sempre meno numerosi e destinati ad una lenta estinzione.
Gli scenari futuri, inoltre, vedono ridursi sempre più i prezzi dei pannelli Ultra HD, con risoluzione 4K e similari, e questo farà sì che i pannelli curvi siano sempre più probabilmente associati a questa risoluzione, visto che un Full HD tradizionale avrebbe poco senso su TV da 65 e più pollici.

Cosa faremo noi?

Acquistare o non acquistare, quindi? Al momento la soluzione migliore parrebbe quella di tenersi stretto il proprio TV e aspettare ancora un annetto o poco più, quando la tecnologia sarà matura e i prezzi saranno abbordabili, più o meno ai livelli delle attuali TV di fascia alta.
Se invece siete in procinto di acquistare un TV LCD, allora magari potreste farvi tentare dal Samsung UE55H8000, che offre 3D, WiFi e schermo curvo da 55” a 2.000 euro su www.eprice.it, oppure, se il vostro budget è più limitato e non volete rinunciare alla novità del momento, potreste optare per il Samsung UE48H8000, anch’esso dotato di 3D, WiFi e schermo curvo, ma da 48 pollici.

Il Samsung UE55H8000, uno dei modelli più economici per quanto riguarda le Curved TV con dimensioni superiori ai 50 pollici
Il Samsung UE55H8000, uno dei modelli più economici per quanto riguarda le Curved TV con dimensioni superiori ai 50 pollici
Il Samsung UE48H8000 è il più economico Curved TV sul mercato: poco più di mille euro per un 48 pollici
Il Samsung UE48H8000 è il più economico Curved TV sul mercato: poco più di mille euro per un 48 pollici

Tom Hanks e la macchina da scrivere per iPad

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Hanx Writer ricrea il feeling di una macchina da scrivere tradizionale sull'iPad

Avete presente Tom Hanks? Si, proprio quello vissuto per mesi in un’isola del pacifico con un unico amico: un pallone di nome Wilson  (Cast away, 2000). O magari lo ricordate per Forrest Gump, il film del ’94, nel quale interpreta un uomo con un deficit cognitivo, ma in grado di imprese incredibili. Ecco, da oggi potrete ricordare Tom Hanks anche per un’altra impresa incredibile, o giù di lì: la creazione di un’app per iPad.

Oddio, a dirla tutta, più che realizzazione dovremmo dire ideazione, visto che in effetti l’attore non conosce un briciolo di programmazione, ma ha avuto l’idea di realizzare un’applicazione che gli permettesse di scrivere sul popolare tablet Apple come se fosse  davanti ad una macchina da scrivere. Non una moderna macchina da scrivere, ma una di quelle un po’ agée, con tanto di sonoro ticchettio dei tasti e campanellino con “ding” di fine rigo. La realizzazione del tutto è stata affidata allo sviluppatore Hitcents, che ha fatto davvero un buon lavoro.

L’applicazione si chiama Hanx Writer ed è disponibile sull’Apple Store in due versioni: una gratuita ed una a pagamento. Quest’ultima si differenzia per la presenza di altre due macchine da scrivere simulate, la Hanx 707 e la Hanx Golden Touch. Secondo quanto scrive lo stesso Hanks “With Hanx Writer, you’ll hear the rhythm of your work with SHOOK SHOOK or FITT-FITT”. L’app, accolta anche con qualche critica non del tutto positiva, è davvero carina e vale la pena provarla, soprattutto se siete tra coloro che utilizzano l’iPad anche per scrivere documenti abbastanza lunghi e non solo piccole note.

Hanx Writer ricrea il feeling di una macchina da scrivere tradizionale sull'iPad
Hanx Writer ricrea il feeling di una macchina da scrivere tradizionale sull’iPad

 

5 Braccialetti per il fitness da non perdere

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Samsung Gear Fit
Samsung Gear Fit

Si chiamano “Activity Tracker” e sono l’ultima moda in fatto di accessori hi-tech per il fitness. Hanno la forma di un braccialetto per il polso e un display. Misurano i passi, l’attività cardio durante la giornata, il consumo calorico e persino la qualità del sonno. Si infilano al polso e monitorano costantemente per tutto l’arco della giornata la vostra attività fisica. Chiamiamoli dei “motivatori da polso”, dei sistemi che vi inducono ogni giorno a fare meglio del precedente. E se vi stancate di essere motivati e volete passare una bella giornata in ozio senza lo stress di sapere quanti passi avete fatto o quante calorie avete consumato, potete sempre sfilarli dal polso e semplicemente ignorarli.

Jawbone Up

Jawbone Up è uno dei più noti e famosi Activity Tracker, probabilmente perché anche uno dei primi ad avere conquistato una decisa popolarità fra gli appassionati del fitness. Si tratta di un braccialetto in gomma anallergica privo di display. Il suo funzionamento infatti è completo solo se collegato all’omonima applicazione disponibile per Smartphone. Il collegamento allo smartphone avviene tramite jack audio, collocato ad un estremità del braccialetto e coperto da un tappo che lo rende invisibile mentre lo utilizzate. Il collegamento via jack audio è necessario sia per sincronizzare i dati fra braccialetto e telefono sia per ricaricare il braccialetto quando necessario. In ogni caso una ricarica dura più o meno una settimana.

Togliamoci subito un dubbio e diciamo che Jawbone Up come la maggior parte degli activity tracker è essenzialmente un contapassi. Non ha funzionalità di GPS, cardio o tutte le altre funzionalità avanzate che possono avere  sistemi come ad esempio Runkeeper. E tuttavia nelle sue funzioni base è estremamente preciso.

Durante la giornata conterà tutti i vostri passi, sia mentre camminate sia mentre correte magari in una session d’allenamento. Allo stesso modo stimerà le calorie consumate. Naturalmente eviterà di contare tutti quei movimenti involontari effettuati mentre magari siete comodamente seduti al computer.

Le funzioni più particolari Jawbone Up le riserva per la notte. Misurerà infatti la qualità del vostro sonno, segnalando quante volte vi siete girati, svegliati, avete avuto il sonno leggero etc. Ed in più se lo desiderate potrete impostare un allarme per svegliarvi tramite vibrazione solo nel momento in cui il vostro sonno è più leggero.

Costo: 149 ,95€ sullo store di Apple

Garmin vivofit

Mettiamo subito in evidenza due delle particolarità più interessanti del Garmin Vivofit: ha il display e non necessita di essere ricaricato. Garmin garantisce la durata delle batterie per circa 12 mesi. Il display d’altra parte è un bel vantaggio rispetto al Jawbone Up. In questo modo è possibile conoscere in tempo reale l’andamento del proprio consumo calorico giornaliero, il numero di passi effettuati e le altre informazioni tipiche di un activity tracker.  Potrete anche sapere ad esempio quanta “attività fisica” vi separa da un obiettivo prefissato. Infine cosa non da poco, a meno che non vogliate tenere il braccialetto su un polso e l’orologio sull’altro, potrete conoscere l’ora.

Le altre funzionalità del Garmin Vivofit sono quelle tipiche di un activity tracker inclusa la misurazione della qualità del sonno attraverso il giroscopio. Tuttavia è possibile utilizzare il Vivofit in congiunzione con una fascia sempre prodotta da Garmin cosa che rende possibile visualizzare i battiti cardiaci in tempo reale. Ovviamente l’uso della fascia non significa che improvvisamente avrete disponibile anche il GPS, per cui se decidete di andare a correre sappiate che il vostro Vivofit vi mostrerà l’indicazione del battito cardiaco ma non del percorso effettuato.

costo 119€ sullo store di Garmin

Fitbit Flex

Il Fitbit Flex allo stesso modo del Jawbone UP non ha display. Ha invece cinque led posti sull’esterno del braccialetto per indicare la distanza dall’obiettivo. Come il Jawbone UP ha funzioni di contapassi, distanza percorsa, calorie bruciate e misuratore della qualità del sonno. Esattamente come il Jawbone UP necessita di un collegamento allo smartphone per poter visualizzare i dati.  La batteria ha una durata di circa 5 giorni. Lo scambio dei dati è totalmente Wireless ed avviene ogni volta che il Fitbit si trova nel raggio d’azione di un dispositivo compatibile

Costo: 99,95€ sullo store di Apple 

 

Samsung Gear Fit

Prima di ogni altra cosa sul Samsung Gear Fit dobbiamo dire che è bello. Design e qualità dei materiali decisamente molto interessante. Torna il display e questa volta è un super amoled con colori e contrasto da primo della classe, che a parte rendere il Samsung Gear Fit piuttosto elegante sono un requisito essenziale se volete dare uno sguardo al display in outdoor, durante le vostre session di allenamento per esempio. Altra funzionalità interessante  è la presenza di un sensore integrato per la rilevazione del battito cardiaco, per cui aggiunge alle funzioni di contapassi e  misuratore di calorie anche quella di cardiofrequenzimetro. Ovviamente la presenza del display fa si che possa essere utilizzato anche come cronometro e orologio. Il collegamento allo smartphone questa volta consente anche di ricevere sul braccialetto notifiche per le telefonate, le email gli sms etc.

Punti a sfavore: la ricarica in teoria durerebbe tre giorni, in pratica in condizioni d’uso intenso arriva con una certa fatica fino a sera. Per coloro i quali sono abituati ai ritmi di ricarica a cui ci costringono gli smartphone potrebbe non essere un problema, tuttavia la ricarica nel caso del Samsung  Gear Fit è possibile solo attraverso la sua dock, per cui in caso di giornate lunghe dovrete portarla con voi. Ovvie le altre funzioni di misura della qualità del sonno etc.

Sulla precisione delle misurazioni, il Samsung Gear Fit sembra  invece non essere particolarmente competitivo.

Costo: 198.99€ sullo store di Samsung

 

 

Huawei Talkband B1

Togliamoci subito ogni dubbio e diciamo che Huawei Talkband B1 è un activity tracker “transformer” ovvero in caso di necessità si sfila dal polso si piega, e diventa un auricolare bluetooth per lo smartphone. Potrebbe essere una caratteristica vincente? forse si, visto che gli auricolari sono diventati ormai uno degli accessori immancabili nel nostro abbigliamento quotidiano.  Detto questo, diciamo anche che ha il display e che è decisamente un bel display visto che si tratta di un oled curvo da 1.4″. I dati raccolti sono quelli tipici per i prodotti di questo tipo: contapassi, calorie consumate e misurazione della qualità del sonno. La batteria dura circa una settimana e si ricarica via USB. Dispone di un chip NFC per trasmettere i dati all’app sullo smartphone.

Dati negativi: il calcolo delle varie misure non è in tempo reale ma viene aggiornato ad intervalli regolari

costo: 142€ su Amazon

Windows 9 preview a Settembre

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Addio Barra Charm
Windows 9 Addio Barra Charm

UPDATE 27/08/2014 by redazione:

Si aggiungono nuovi particolari su Windows 9 nome in codice Threshold. L’attenzione questa volta si concentra sul ciclo di rilascio degli aggiornamenti.

Non è una questione da poco, poiché storicamente Microsoft ha abituato gli utenti a rilasciare una nuova major release del proprio sistema operativo con scadenze regolari ma molto lunghe. Sostanzialmente ogni 2 o 3 anni Microsoft ha rilasciato una nuova versione di Windows. Tutto questo potrebbe cambiare dopo il rilascio di Threshold. Windows 9 potrebbe essere infatti l’ultima unica versione del sistema operativo. Dopo Threshold verranno invece prodotti degli update  a frequenza mensile o anche più ravvicinata con la logica di aggiornare il sistema sempre più spesso ma senza dover rilasciare ogni volta una versione completa. La notizia completa viene riportata da un articolo comparso su ZDnet che cita fonti bene informate.

Questo ovviamente a ripercussioni notevoli in termini di logica commerciale, sia gli utenti sia i reseller infatti non saranno costretti a spendere nuovi soldi ad ogni rilascio di major release e tuttavia apre scenari complessi sia da un punto di vista commerciale sia da un punto di vista di gestione del ciclo di vita del software.

Da un punto di vista strettamente commerciale non è ancora chiaro se gli utenti potranno usufruire gratuitamente degli update del sistema operativo oppure saranno costretti a sottoscrivere un abbonamento.

Da un punto di vista strettamente legato al ciclo di vita del software invece, se molte aziende hanno appreso con favore la notizia, molte altre hanno espresso preoccupazione poiché preferiscono disporre di tempi lunghi per poter certificare i propri software con determinate versioni del sistema operativo.

Nessuna notizia ancora trapela sui sistemi server

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UPDATE 22/08/2014 by redazione:

The verge riporta la notizia che Windows 9 sarà ufficialmente presentato il 30 settembre attraverso un evento appositamente realizzato per  illustrare le novità di Treshold. La notizia non è stata ufficialmente confermata da Microsoft ma l’indiscrezione andrebbe a rafforzare quanto già trapelato nei giorni scorsi

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Si avvicina la data nella quale si potrà iniziare a provare il nuovo Windows 9, nome in codice “Threshold”. Fonti confermano che una versione di anteprima sarà disponibile per tutti gli interessati entro fra Settembre e Ottobre mentre si rincorrono le voci sulle funzionalità che verranno incluse nel nuovo sistema operativo di casa Microsoft, dopo l’accoglienza tiepida della critica (nonostante i buoni dati di vendita) riservata alla coppia Windows8/8.1.

Innanzitutto sembra confermato che chi installerà la versione anteprima, dovrà necessariamente attivare l’installazione degli aggiornamenti automatici mensili che Microsoft rilascerà anche prima della pubblicazione definitiva.

Ritorna il tasto Start (Mini)

Con Windows9 Microsoft tenta di correggere o migliorare molte delle funzionalità di Windows8/8.1 che spesso non hanno convinto gli utenti desktop, rendendo più semplice l’interazione proprio per gli utenti di sistemi non-touch. Tra le maggiori novità la presenza di un menu Start “mini”, progettato per fondere le funzionalità della schermata di Start della versione 8 con il comportamento classico del bottone di avvio che era il centro del desktop fino alla versione 7.

Sempre in ottica desktop, le applicazioni “metro” saranno dotate di una finestra propria e potranno essere gestite come tutte le altre, inclusa la presenza del classico bottone di chiusura nell’angolo in alto a destra.

Addio Barra “Charm”

Sembra certa la rimozione della barra “charm”, la finestra che compare nel lato destro dello schermo nella versione 8 di Windows e che contiene comandi o funzionalità contestuali all’applicazione. Sembra che le funzionalità contestuali per le applicazioni possano essere integrate in una barra menu tutta nuova che sarà collegata alla loro finestra, senza penalizzare quindi gli sviluppatori che le abbiano usate.

Windows 9 Torna Il tasto Start in versione Mini
Windows 9 Torna Il tasto Start in versione Mini

Benvenuto Cortana

Si sussurra anche che Cortana, l’assistente vocale che è stato aggiunto a Windows Phone 8.1, possa essere integrato nel sistema operativo desktop. Cortana, in maniera simile al più famoso Siri di Apple, consente di far funzionare il proprio dispositivo con l’interazione vocale e Microsoft sembra intenzionata ad aggiungere queste funzionalità anche al proprio sistema operativo desktop.

Windows 9 arriva l'assistente vocale Cortana
Windows 9 arriva l’assistente vocale Cortana

Desktop Virtuali? Forse

Per finire, altra novità molto attesa che potrebbe vedere la luce è il supporto diretto per i desktop virtuali che consentirebbero di avere spazi di lavoro completamente separati per organizzare meglio le proprie applicazioni. Le funzionalità di desktop virtuale sono presenti in Windows sin dalla versione 3.1 e quindi da tantissimi anni ma sono state implementate soprattutto da software di terze parti. Fino ad ora Microsoft ha lasciato campo libero a queste software house, non sembrando interessata a sviluppare una soluzione integrata nel sistema operativo. Sembra che ora però la casa di Redmond abbia deciso di intervenire in prima persona, probabilmente per integrare qualche funzione particolare nei desktop virtuali.

Date di rilascio

Non resta quindi che attendere poco più di 30gg per capire se Microsoft riuscirà a convincere gli utenti desktop, rimasti scottati dall’orientamento prettamente “touch” di Windows8, senza penalizzare tutti gli utenti dei device mobili. Il compito più difficile per Windows9 sarà però convincere le aziende e tutti gli utenti business che hanno saltato il ciclo di upgrade da Windows7 alla versione 8 proprio a causa delle novità che sembravano penalizzare tutti gli utenti armati di vecchio ma indispensabile mouse.

 

5 accessori “nerd” da non perdere

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Ecco i 5 accessori che non possono mancare nella vostra collezione se in questa fase della vostra vita (qualunque sia la vostra età) vi sentite irrimediabilmente un po’ Nerd. Se non sapete cosa vuol dire Nerd potete dare uno sguardo qui, qui e naturalmente qui. Comunque se non avete visitato almeno una volta uno di questi tre link probabilmente questo articolo non fa per voi. Se invece li conoscete o forse vi riconoscete in maniera ironica in qualcuno dei tratti dei personaggi di cui sopra, forse potrebbe piacervi anche qualcuno degli oggetti seguenti:

La X-Rocker Vision 2.1 Wireless Gaming Chair

E’ la sedia che non deve mancare mai al videogiocatore incallito. Bella, comoda, confortevole, ti abbraccia con le sue morbidità, ti tiene al sicuro mentre affronti dure sessioni giocando a CoD, WoW o Starcraft. Ti avvolge con suono surrond e ti dondola quando gongoli soddisfatto per avere abbattuto insieme alla tua gilda l’ultimo boss! Costa 159£ e la puoi trovare qui. Se invece vuoi sapere come funziona puoi trovare qualche recensione qui e qui

X-Rocker Chair
X-Rocker Chair

La spada laser di Star Wars

In realtà ce ne sono centinaia di modelli in circolazione. Quella che vi proponiamo noi è un po’ particolare. Di fatto non vorrete certo girare gli hamburger nel barbecue con una pinza normale? E allora come mancare questa Star Wars Light Saber BBQ Tongs al prezzo di 31.75€ su questo sito?

La Tetris Lampada

Tetris antesignano di tutti i giochi! Profondo rifugio dei passatempo di chiunque sia stato ragazzino negli anni 80. Potrebbe mai mancare alla vostra collezione questa magnifica lampada che ripropone il gioco che ha fatto la storia di tutti i giochi? La trovate in vendita qui per 37.9€

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 La scatola dei Lego con tutti i supereroi di Marvel

Un accessori assolutamente indispensabile nella vostra collezione, come impiegare il tempo durante le vostre serate se non con questa scatola dei lego?

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La maglietta di Minecraft

Con naturalmente disegnata sopra la tavola periodica degli elementi per non farci mancare niente. In vendita qui

 

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