Google come Facebook: editori potranno dare notizie a pagamento

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Google come Facebook: gli editori potranno fornire un tot di notizie gratuitamente e poi chiedere un pagamento agli utenti. L’editoria online si evolve verso nuovi modelli di business che non tengano solo in considerazione la possibilità di farcire le news con banner pubblicitari. Il colosso di Mountain View, sulla stessa falsariga del social network di Mark Zuckerbeg, annuncia l’adozione di un modello flessibile che consentirà agli editori di esigere in qualsiasi momento la sottoscrizione di un abbonamento.

Sarà discrezione degli editori stessi, poi, stabilire quanti articoli fornire in maniera gratuita e quali, invece, far leggere solo dietro pagamento. La politica è quella di porre fine al “primo click gratis”, in modo da sostenere gli editori che hanno subito importanti perdite nel passaggio dalla carta al Web. Lo spiega molto bene Richard Gingras, vicepresidente di Google con delega alle news. “Le persone usano Google per cercare contenuti di qualità e il nostro lavoro è aiutarli a trovarli”, ha evidenziato.

Google e la pubblicità che non basta più

Big G, che incassa mediamente 90 miliardi all’anno dalle pubblicità presenti sui propri servizi, afferma di voler compiere questa scelta proprio per aiutare l’industria editoriale. I banner da soli non bastano a sostenere gli attuali modelli di business, “arriva il segnale che la pubblicità da sola non può più sostenere il modello economico del giornalismo”. Anche Facebook sta andando verso una direzione analoga: tramite il news feed del social network vengono ogni giorno diffusi milioni di link. Agli editori sarà data la possibilità di scegliere quali contenuti offrire a pagamento e quali in maniera gratuita.