Una riforma reale che rispetti i giocatori e territorio, ma che non sia ideologica

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La riforma del gioco pubblico e dei casino online è indispensabile poiché l’eccesso dell’offerta sul territorio, e l’eccessiva pubblicità che ruota intorno a questo mondo, hanno fatto senza dubbio ”male”. Male sopratutto allo stesso settore che è stato “bombardato” da iniziative mirate a disintegrare questo mondo ed a mettere sul piatto azioni per mettersi di traverso in modo da non vedere proseguire il suo percorso.

Il seguito alle operazioni di ogni tipo, sono seguite le “comunicazioni a gran voce” che il gioco d’azzardo ha portato sul territorio una “percentuale che si aggira attorno al’1,5% di giocatori patologici”. Con questa percentuale diventa indispensabile una riforma ed un riordino, ma si teme che per affrontare e risolvere un problema si potrebbe arrivare a buttare via “il bambino con l’acqua sporca”! Chi ci conosce sa quanto “ci piace” sciorinare proverbi e questo attiene bene la questione che si disquisisce.
Bisogna senz’altro sostenere il percorso che il Governo sta effettuando mediante il sottosegretario Pier Paolo Baretta in Conferenza Unificata, perché il gioco ha necessità di regole certe, omogenee, nazionali che valgano, quindi, sull’intero territorio a salvaguardia delle imprese di gioco e delle risorse che vi lavorano. Senza contare poi la riduzione accelerata del numero delle apparecchiature da intrattenimento alquanto rilevante che ridimensionerebbe l’offerta di gioco e, di conseguenza, la “possibilità di giocare”.
Come si ritiene importante la riduzione dei punti vendita che offrono gioco, e la certificazione di quelli che possono accedere alla cosiddetta categoria di “tipo A”, con la loro conseguenziale riqualificazione e la formazione degli esercenti. Il tutto esplicato in modo serio e professionale: potrà servire da barriera reale sia all’illegalità che allo sviluppo dei comportamenti problematici.

La soluzione di questo ultimo problema non può essere affrontata solo dalle imprese di gioco, ma in sinergia con le istituzioni: sinergia che il mondo del gioco cerca da tanto tempo e che difficilmente si è riusciti ad impostare perché, forse, esiste ancora una sorta di retaggio ideologico che si frappone tra queste due entità.

Il moralismo e le ideologie fine a sé stesse non fanno fare passi in avanti per un progresso del settore ludico e di quello dei casino online italiani. L’interesse comune dovrebbe solo essere quello di una regolamentazione che accontenti tutti: territorio e giocatori e poi, infine, anche l’Erario che da un quadro più normale del settore avrebbe una maggiore sicurezza di ricavarne i suoi concreti introiti. Il periodo, quindi, dei falsi moralismi e delle ideologie dovrebbe finire poiché l’esperienza di questi ultimi anni dovrebbe essere servita che cavalcare questi sentimenti non ha portato ad alcunché di buono.

Ancora due parole, poi, sulla tematica degli orari che è argomento delicato perché comporta la sostenibilità economica dell’investimento che gli addetti ai lavori hanno effettuato. Non ci sarebbe da aggiungere altro sull’argomento poiché è evidente che se si tiene un’attività ludica funzionante solo per sei o sette ore al giorno questa non sostiene le spese che la stessa attività richiede per poter offrire un prodotto con professionalità.

E poi senza dimenticare che non si può ormai più vedere gli orari applicati in una città quando a due chilometri di distanza ve ne sono altri, ed a quattro chilometri altri ancora. Si impegna il giocatore ad uno slalom tra le fasce orarie più disparate e questo può avere un unico risultato: quello di “spingere” il giocatore verso un “punto anche se illegale”, basta che sia aperto e lo accolga senza tante problematiche.