Facebook: le prime notizie etichettate come bufale

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Facebook ha cominciato a segnalare agli utenti le notizie bufala, le cosiddette fake news, etichettandole in modo che siano facilmente riconoscibili. Il fact checking è stato affidato a terzi e si tratta di un primo importantissimo passo verso una scrematura massiva delle notizie che vengono pubblicate sul noto social network. Il debutto del nuovo sistema di “etichettatura” è stato tenuto a battesimo venerdì scorso in America, ma lo stesso protocollo dovrebbe essere presto esportato anche in Europa, in primis in Francia e Germania.

Negli Stati Uniti, dunque, ogni notizia che viene riconosciuta falsa dal fact checking “esterno” presenta la dicitura “Disputed”, ovvero “Contestata”. L’utente che si troverà davanti il link condiviso da qualcuno sul social network, saprà dunque prima ancora di aprila che si tratti con ogni probabilità di una fake news, o quantomeno di un articolo con contenuto discutibile, o poco preciso. Dopo aver annunciato alla fine del 2016 i nuovi strumenti per limitare il fenomeno delle bufale, sfruttate ad arte da qualcuno per fare quattrini, Mark Zuckerberg è passato dunque all’azione.

Facebook e la bufala sullo smartphone di Trump

Le notizie etichettate come “contestate”, non saranno cancellate, ma gli utenti conosceranno appunto di avere davanti un link di assai dubbia natura. L’analisi avverrà oltre che tramite le segnalazioni degli utenti, anche su società di terze parti che passeranno al vaglio i link prima della convalida. La prima notizia segnalata dal social network numero uno al mondo, è stata quella pubblicata dal “The Seattle Tribune”, secondo cui alla base dei leak della Casa Bianca, ci sarebbe uno smartphone del presidente Donald Trump poco sicuro. Di fianco all’etichettatura “disputed”, ci sarà anche la spiegazione sul perché quella notizia non è da considerarsi attendibile.

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Ovviamente, coloro i quali sono chiamati ad analizzare i link, ci andranno almeno inizialmente con i piedi di piombo. Facebook, infatti, vuole evitare di etichettare notizie buone incorrendo così in errori che potrebbero dare vita anche a delle cause legali.