Google contro Trump: stanzia 4 milioni per l’immigrazione

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Google ha deciso di scendere in campo in prima linea contro i provvedimenti del nuovo Presidente degli Stati Uniti. Donald Trump ha infatti di recente firmato un protocollo, il ‘MuslimBan’ volto a rendere più sicuro il territorio degli Stati Uniti d’America bloccando l’ingresso di immigrati e rifugiati provenienti da sette Paesi (Iraq, Siria, Iran, Sudan, Libia, Somalia e Yemen). L’applicazione di queste nuove norme sta facendo insorgere proteste anche fuori dai confini americani, ma intanto i colossi del Web si stanno mobilitando per fare qualcosa di concreto.

In prima linea c’è appunto l’azienda di Mountain View, che dopo aver espresso pubblicamente il proprio disappunto, ha messo a disposizione 4 milioni di dollari per un fondo d’emergenza a sostegno di quelle organizzazioni che si occupano appunto di immigrazione. La metà della cifra sarà sborsata direttamente da Google, mentre 2 milioni saranno raccolti con le donazioni volontarie dei propri dipendenti. Alla raccolta parteciperà in prima persona anche Sergey Brin, uno dei padri fondatori della società, e Sundar Pichai, che ha già espresso la propria posizione tramite gli account social ufficiali.

Google ma non solo: tutte le donazioni

Una volta raccolti i 4 milioni di dollari, gli stessi saranno consegnati a quattro associazioni, ossia American Civil Liberties Union, Immigrant Legal Resource Center, International Rescue Committee e UNHCR. E non finisce qui, poiché altri colossi delle nuove tecnologie hanno deciso di fare qualcosa di concreto contro la politica del nuovo presidente degli Stati Uniti. Tra gli altri, Brian Chesky (Airbnb) ha offerto ospitalità gratuita ad immigrati e rifugiati che ne hanno bisogno. Lyft, impresa si trasporti, si è invece resa disponibile a finanziare l’attività della American Civil Liberties Union con un milione di dollari da elargire nel corso di quattro anni. Insomma, sarà pure stato votato dagli americani, ma il nuovo presidente Trump e i suoi primi provvedimenti stanno già facendo assai discutere.