Mark Zuckerberg hackerato e deriso. La password? dadada

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Mark Zuckerberg

Mark Zuckerberg è stato vittima di alcuni hacker che sono riusciti a violare i suoi account social. Il numero uno di Facebook è stato sbeffeggiato dagli hacker che senza troppe difficoltà sono riusciti ad accedere sia al suo profilo Twitter che quello Pinterest. Su entrambe le bacheche del miliardario trentaduenne, gli hacker che si nascondono dietro la sigla “Ourmine Team”, hanno pubblicato dei post in cui rivelavano la password di Zuckerberg, una password che si è svelata essere estremamente banale, ovvero “dadada”. Ebbene sì, dal fondatore di Facebook nessuno si sarebbe aspettato una leggerezza così grossolana, peggiorata dal fatto che per i due profili social Zuckerberg utilizzava la medesima chiave di accesso.

Mark Zuckerberg si è ritrovato a fare la figura dell’ingenuo, proprio lui che è considerato uno dei re di internet, ha dimostrato di non aver rispettato i principi base della sicurezza telematica, che suggeriscono innanzitutto di utilizzare password alfanumeriche e che siano inoltre differenti per ogni account che contenga dati sensibili, come le pass per accedere ai profili social per l’appunto, o alla propria e-mail.

Ad aggravare la posizione di Zuckerberg si è aggiunto anche un altro dettaglio, di non poco conto: a quanto pare la chiave di accesso hackerata dagli “Ourmine Team”, gruppo che per l’utilizzo di questo username potrebbe avere legami con la galassia bitcoin, era una pass già nota agli hacker. Zuckerberg avrebbe infatti utilizzato per i profili Twitter e Pinterest, la stessa password del suo profilo LinkedIn violata dai pirati informatici che nel 2012 erano riusciti ad accedere a 160 milioni di account, la stessa password che proprio lo scorso mese era stata venduta su internet.

Il fondatore del social network più usato al mondo sarebbe stato oggetto di hackeraggio anche sul profilo Instagram, o almeno è quello che è stato sostenuto dagli stessi cracker. La smentita da parte dell’azienda non è però bastata a dissolvere i dubbi anche perché Instagram è una controllata di Facebook e se ad essere violato fosse stato proprio il profilo del suo fondatore, la notizia avrebbe suscitato non solo un forte imbarazzo, ma anche una dose eccessiva di ilarità.

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