Blocco WhatsApp in Brasile, Zuckerberg furioso fomenta la lotta

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Zuckerberg

Per il fondatore di Facebook non è più tempo di restare ad osservare ma di agire, una considerazione ovvia e legittima a cui Mark Zuckerberg è giunto dopo l’ennesimo braccio di ferro con le autorità brasiliane che hanno imposto nel Paese il blocco per 72 ore del servizio di messaggistica mobile WhatsApp, di cui Facebook è proprietario dal 2014 avendo sborsato ben 14 miliardi di euro.

La reazione del numero uno di Facebook è forte e determinata, volta a far leva sull’infinito popolo della rete social più grande di sempre e che conta oltre 1,6 miliardi di utenti iscritti. Zuckerberg ha rotto il silenzio passando ai fatti direttamente dal suo profilo Facebook invitando gli utenti brasiliani di WhatsApp a fare fronte comune contro le imposizioni, ritenute ingiustificate ed eccessive, della magistratura brasiliana che per la seconda volta in meno di cinque mesi ha messo il bavaglio a WhatsApp.

Zuckerberg chiama a raccolta tutti davanti la sede del Parlamento a Brasilia per manifestare in massa contro il blocco del servizio di messaggistica. – ”Negare il diritto di comunicare nel modo che si preferisce è molto pericoloso per una democrazia” scrive il numero uno del social network che nel suo messaggio ai brasiliani ha invitato a sostenere il neonato Fronte parlamentare per internet libero che presenterà una proposta di legge per scongiurare nuovi blocchi dei servizi internet così come è successo in queste ore con WhatsApp.

Il blocco di WhatsApp per 72 ore a partire dalle 14 ora locale di ieri, intimato a tutte le compagnie telefoniche del Brasile dal magistrato Marcel Montalvao, ha assunto un risvolto inaspettato che ha inasprito ancor più i rapporti tra le autorità brasiliane e i vertici di Facebook, messi alla prova in virtù della lealtà nei confronti dei propri utenti e il rispetto della loro privacy. A marzo scorso a finire nel mirino del magistrato inquisitore, era stato Diego Dzodan, vicepresidente per l’America Latina di Facebook, arrestato proprio da Montalvao che lo accusava di aver ostacolato le indagini riguardanti un processo penale per traffico di droga caratterizzato dal segreto istruttorio. Ora, lo stesso magistrato, con la decisione del blocco di WhatsApp, ha scatenato l’ira di Zuckerberg fino a spingere il manager a incitare il popolo a scendere in piazza per protestare a gran voce.

WhatsApp is now back online in Brazil! Your voices have been heard once again. Thank you to our community for helping…

Pubblicato da Mark Zuckerberg su Martedì 3 maggio 2016