Musica: streaming boom, CD e download in difficoltà

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Musica streaming

La musica in streaming continua a rosicchiare terreno sotto i piedi a download e CD. Grazie alla diffusione capillare di servizi come Spotify e il nuovo Apple Music, il mercato della musica digitale sta rapidamente cambiando volto e gli utenti sembrano sempre più orientati all’ascolto in streaming, piuttosto che al download o all’acquisto di CD nei classici store. È quanto emerge negli Stati Uniti dai dati diffusi dalla Recording Industry Association of America: nella propria indagine, l’associazione dell’industria discografica americana, ha analizzato i ricavi di servizi musicali in abbonamento come Spotify, Apple Music, le radio in streaming, i servizi gratuiti (seppur supportati da video ads) come YouTube, Vevo e lo stesso Spotify.

Secondo quanto emerge dalla ricerca, i ricavi nella prima metà del 2015 ammontano a 1,03 miliardi di dollari, con un amento del 23% rispetto all’anno precedente. Prendendo in considerazione tutto l’anno precedente, invece, l’incremento dei ricavi sale al 29% rispetto ai precedenti 12 mesi, per un totale di 2,41 miliardi, ossia il 34,3% del totale dei ricavi del mercato nazionale. Per la prima volta, dunque, i ricavi derivanti dallo streaming, superano quelli dei download digitali, ossia l’acquisto di brani e album da servizi come iTunes e simili, che registrano un calo del 10% su base annua.

Musica: in calo CD e DVD, boom dei vinili

Cala anche la vendita di CD e DVD musicali, che registrano un pesante -17%, mentre il ritorno alla mania del collezionismo, ha fatto registrare nell’anno passato un incremento del 32% nella vendita dei vinili. Il trend, insomma, è tracciato: sempre più utenti preferiscono pagare servizi tramite i quali ascoltare musica in streaming con qualunque dispositivo e dovunque si trovino. Sono sempre meno, invece, coloro i quali acquistano un album “fisico”, oppure scaricano i brani che a loro volta poi andrebbero trasferiti su smartphone e player vari, oppure masterizzati su supporto fisico. Ecco le considerazioni globali di Cary Sherman, presidente e CEO della Riaa:

“L’industria musicale – dichiara al Financial Times – è oggi un business digitale che raccoglie il 70% dei suoi proventi da un vasto numero di piattaforme e formati. La quota dei ricavi da questi format digitali supera quella di ogni altro comparto dell’industria dell’intrattenimento”.