Apple: solidarietà di Google, Twitter e Facebook contro FBI

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Apple vs FBI

Apple ottiene il sostegno di Google, Twitter e Facebook nella chiusura ad alcune richieste dell’FBI: l’intelligence americana è andata davvero oltre il lecito questa volta? Il braccio di ferro tra Apple e l’agenzia americana di intelligence, si arricchisce di un nuovo capitolo, con altri colossi dellla tecnologia che si schierano dalla parte della ‘Mela’. L’FBI aveva chiesto all’azienda di Cupertino di fornire assistenza tecnica per riuscire a carpire informazioni importanti da uno degli iPhone sottratti agli attentatori della sparatoria di San Bernardino. La richiesta di accesso completo ai dati contenuti nello smartphone è stata però rigettata da Apple, portando il caso davanti alla giustizia americana.

Il giudice federale di Los Angeles ha intimato alla società leader nella vendita di prodotti informatici, di rendersi disponibile nei confronti dell’intelligence e ora dalle parti di Cupertino hanno a disposizione solo tre giorni per rispondere all’ingiunzione. Intanto, altri colossi della tecnologia, come Facebook, Google e Twitter, hanno fatto quadrato attorno ad Apple, consapevoli che presto o tardi una richiesta analoga potrebbe essere fatta a loro stessi.

Si tratta di un momento molto delicato, dunque, poiché per garantire la sicurezza dei cittadini americani, l’episodio in questione potrebbe rappresentare un precedente “scomodo” per le aziende, ma al contempo potrebbe rappresentare una vera e propria svolta in merito alla privacy e alle informazioni personali che fin qui società come Apple sono state chiamate a garantire. Le posizioni sono molto chiare: L’FBI ritiene le informazioni contenute nell’iPhone di uno degli attentatori molto importanti per le proprie indagini, mentre da Cupertino fanno chiaramente intendere che non vi sia da parte loro alcuna intenzione di proteggere dei criminali, ma solo quella di garantire la privacy e la sicurezza dei dati personali.

Apple capitolerà, con quali conseguenze?

Fin qui, infatti, Apple, così come altre aziende di settore, sono state chiamate a fare da custodi incorruttibili nei confronti dei dati dei consumatori. Ecco perché, mentre McAfee si propone per decrittare personalmente l’iPhone in questione, società come Google, si schierano apertamente dalla parte della Mela. L’AD di Big G, Sundar Pichai, ritiene che accondiscendere ad una richiesta del genere significherebbe sostanzialmente creare un precedente molto pericoloso. Subito dopo, è toccato a Facebook (con WhatsApp al seguito) e Twitter esprimere solidarietà ad Apple. Secondo quanto lasciano intendere i media americani, entro i tre giorni prestabiliti, l’FBI otterrà in qualche modo quanto chiede, ma la questione a quel punto diventerebbe ancora più delicata: è giusto rinunciare ad una “fetta” di privacy per ottenere un grado maggiore di sicurezza dalle proprie istituzioni.