In Italia si sviluppa il green job, complice la new tecnology

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“Green Jobs: possono essere il futuro del mondo del lavoro?” è questo il titolo del seminario che si è tenuto ieri a Firenze ed organizzato dalla Cgil Toscana e Cgil nazionale. Anche il Bel Paese sembra avere sposato la cultura del green ed in effetti sono sempre più richieste nelle aziende le professioni che strizzano l’occhio all’ambiente all’opera tra innovazione tecnologica, energia green, sviluppo di nuovi progetti industriali ecosostenibili e tutto ciò che si è reso possibile e necessario  fare per conciliare lavoro ed ambiente.

Ecco allora che nascono e si diffondono professioni green quali l’installatore di impianti termici sostenibili, l’ingegnere energetico, il responsabile degli acquisti verdi o ancora l’ecobrand manager, il tecnico meccatronico che si occupa dello studio di sistemi meccanici intelligenti, tutte figure altamente specializzate che a dispetto della crisi operano in un settore in forte movimento.

Mirko Lami, della segreteria regionale della Cgil Toscana nel corso del seminario ha confermato, dati alla mano, questa nuova tendenza lavorativa che vede la regione Toscana ai vertici in Italia per la richiesta delle nuove figure professionali di impronta ambientale. – “L’Italia è verde di lavoro – ha affermato Lami, precisando che nella sola Toscana ci sono state –  oltre 3mila assunzioni nel 2015, attestandosi così tra le regioni più in crescita e con le migliori prospettive”. Secondo Lami inoltre in Italia ad avere le migliori potenzialità in questo nuovo concetto del lavoro ecosostenibile, è il comparto agroalimentare dimostrato anche dal rilancio del progetto del polo piombinese, che prevede numerose assunzioni in ambito green.

Dati incoraggianti arrivano anche dall’Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori. Secondo l’Istituto è proprio il lavoro in campo ambientale a rappresentare la nuova frontiera dell’occupazione, tanto che “l’80% di chi frequenta corsi di formazione in ambito ambientale trova lavoro entro sei mesi dalla conclusione degli studi e nel 58% dei casi svolge una mansione attinente”.