Lavoro minorile, la denuncia di Amnesty al colosso Apple

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Scioccante la denuncia di Amnesty International e Afrewatch secondo cui i grandi colossi della telefonia mobile sfruttino il lavoro minorile per la realizzazione delle batterie degli smartphone agli ioni di litio. Ad essere accusate di tali azioni dall’Organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani, sono aziende importanti e note come la Apple, Samsung, Sony ma non solo.

Parla chiaro il rapporto di  Amnesty International che illustra come le più importanti aziende di elettronica non si curino della forza lavoro utilizzata per l’estrazione del cobalto impiegato per la produzione delle batterie elettriche. L’accusa è che le aziende non facciano nessun controllo e che si approvvigionino di cobalto per i loro prodotti indipendentemente dalla provenienza e dalla forza lavoro utilizzata per l’estrazione. Il minerale viene di fatto estratto da bambini e da lavoratori sfruttati in paesi poveri in cui anche sopravvivere risulta difficile e dove proprio le multinazionali sono le prime ad approfittarsi della disperazione delle persone, calpestando ogni diritto umano.

Nel rapporto sono evidenziati gli abusi dei diritti umani nella Repubblica democratica del Congo. Si tratta per l’appunto del Paese in cui si incentra principalmente il commercio globale di cobalto. Amnesty International è riuscita a dimostrare come il giro d’affari a livello internazionale di questo prezioso elemento, parti proprio dallo sfruttamento minorile.

Nello specifico, i commercianti della Repubblica democratica del Congo acquisterebbero il minerale da aree in cui è diffuso il lavoro minorile per venderlo alla società Congo Dongfang Mining (CDM), azienda controllata direttamente dal colosso cinese Zhejiang Huayou Cobalt. La Huayou Cobalt rappresenta infatti il fornitore principale di cobalto lavorato delle aziende produttrici di componenti per batterie da cui si riforniscono le grandi multinazionali come Apple, Microsoft, Samsung, Sony, Daimler e Volkswagen.

Sono 16 le multinazionali dell’elettronica clienti della Huayou Cobalt messe sotto scacco da Amnesty International che ha dimostrato come nessuna di esse abbia messo in atto un controllo aziendale indipendente per assicurarsi che la materia prima usata per i propri prodotti non provenga dallo sfruttamento dei bambini.