Social Network autorizzazione dei genitori per gli under 16

0
1660

Un emendamento inserito all’ultimo minuto nel nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, prevede che il trattamento dei dati personali di soggetti di età inferiore ai sedici anni sia valido solo se autorizzato da un genitore o da un tutore del minore. Il regolamento sarà votato Giovedì 17 Dicembre dalla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni.

Il testo estrapolato dall’emendamento recita:

Where Article 6 (1)(a) applies, in relation to the offering of information society services directly to a child, the processing of personal data of a child below the age of 16 years shall only be lawful if and to the extent that such consent is given or authorised by the holder of parental responsibility over the child.

e ancora

The controller shall make reasonable efforts to verify in such cases that consent is given or authorised by the holder of parental responsibility over the child, taking into consideration available technology.

In altre parole, i vari social network come Facebook e Twitter, ma anche altri servizi che raccolgono dati personali dell’utente come Instagram e Google, devono controllare che tali dati siano rilasciati sotto il consenso dei genitori se l’utente ha meno di 16 anni. Non solo ma devono utilizzare ogni mezzo consentito oggi dalla tecnologia per assicurarsi che il consenso sia realmente rilasciato dai genitori o da un tutore responsabile del minore.

Non è una novità in senso assoluto, poiché allo stato attuale quasi tutti i servizi presenti oggi in rete richiedono un’età minima di 13 anni in quasi tutto il mondo, fatta eccezione per qualche paese come la Spagna che invece innalza il limite a 14 anni e i Paesi Bassi a 16. Tuttavia si tratta di una variazione notevole, già oggetto di numerose critiche. Gli osservatori si dividono fra favorevoli, che vedono l’innalzamento del limite come una protezione necessaria per utenti non ancora completamente in grado di amministrare la propria vita digitale, ed altri invece che pensano che questa limitazione possa rappresentare una barriera per l’accesso ad opportunità educative:

Crediamo che spostare i requisiti per il consenso dei genitori dai 13 ai 16 anni depriverà i ragazzi di opportunità educative e sociali in molti modi, senza fornire più protezione (forse pure meno)”

ha detto Janice Richardson coordinatore di European Safer Internet network, ripreso dal Guardian.

Se da un punto di vista etico, morale ed educativo, la discussione è aperta e le diverse posizioni legittime, è invece abbastanza certo che l’attuale tecnologia è difficilmente in grado di rilevare la correttezza delle informazioni anagrafiche dell’utente. Rimane dunque ai genitori, indipendentemente dall’età dei minori, verificare che l’eventuale accesso consentito ai servizi online sia utilizzato in modo sicuro e corretto.