Google: rimossi 1500 link pirata al minuto, 2 milioni di segnalazioni

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Google, il motore di ricerca numero uno al mondo, elimina circa 1500 link pirata al giorno. Solo nell’ultimo mese, sono giunte a Mountain View qualcosa come 2 milioni di segnalazioni al giorno in merito a pagine Web che consentono la fruizione gratuita di contenuti – video, musica, programmi e giochi – in violazione delle leggi sul copyright. Confrontando i dati con lo stesso periodo dello scorso anno, le segnalazioni sono addirittura raddoppiate. Un’escalation della pirateria online? Può essere, ma non è da escludere che si tratti semplicemente di un’aumentata dimestichezza e attenzione da parte degli addetti ai lavori con gli strumenti Google che consentono la segnalazione di tali violazioni.

Il dato diventa ancora più significativo se lo si confronta con quello del 2011: allora, Google riceveva poche centinaia di richieste di rimozione link pirata al giorno, mentre oggi, nello stesso periodo, siamo a circa 1500 segnalazioni al minuto. Nell’ultimo mese, il ‘motore dei motori’ ha ricevuto richieste da 5.600 diversi detentori di copyright, per un totale di 65 milioni di link segnalati. Tra i più attivi c’è Degban, società che si occupa della protezione di diritto d’autore multimediale, ma anche la British Recorded Music Industry (BPI) e la Recording Industry Association of America (RIAA) sono sempre molto sensibili nelle segnalazioni, rappresentando sostanzialmente l’industria discografica inglese e americana.

Google: YouTube escluso dalle segnalazioni

Tra i domini più segnalati, manco a dirlo, ci sono i vari ‘rapidgator.net’, ‘4shared.com’ e ‘uploaded.net’, da anni nel mirino delle major per la distribuzione di link che rimandano a contenuti protetti da diritti d’autore. Nel fornire questi dati, Google puntualizza come le segnalazioni di violazione copyright monitorate sono quelle che avvengono tramite il modulo web appositamente messo a disposizione degli utenti e che riguardano il solo il motore di ricerca. Escluse, dunque, le richieste tramite altri mezzi o quelle relative a YouTube, sul quale ormai da tempo c’è chi distribuisce anche film completi in barba alle norme sui diritti d’autore.