Batterie al rabarbaro: la svolta per le energie rinnovabili

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Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne conosciuta per i suoi impeghi in medicina, nel settore erboristico, dove viene usato in polvere, come decotto, per le sue proprietà officinali digestive e depurative del fegato. In campo alimentare, dove si adoperano i piccioli per fare torte sia dolci sia salate e marmellate, può essere ingrediente principale e non. Guai ad ingerire le foglie, che seppure simili a quelle degli spinaci, sono molte nocive.

Grazie ad un’idea nata all’Università di Harvard, ma sviluppata dall’Università di Tor Vergata e dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento il rabarbaro servirà stavolta a proteggere l’ambiente e ad immagazzinare energia e sprigionarla all’occorrenza attraverso le batterie.

La biologa Adele Vitale, nel team che si è occupata del prototipo, ha chiarito che normalmente

“Uno dei problemi delle rinnovabili è la possibilità di accumularla. Non può essere prodotta costantemente, in caso di mancanza di vento o di sole, mentre in altri momenti invece se ne produce troppa”.

Il limite delle batterie, però, è che se da un lato riescono ad accumulare energia dall’altro utilizzano sostanze inquinanti, tossiche. La svolta sta proprio nell’aver sfruttato, per mettere a punto questa tecnologia, una classe di molecole, le chinone, prodotta dalla pianta durante il processo di fotosintesi, quindi elementi naturali metal-free, che sono pure a basso costo, sostenibili e garantiscono numerosi cicli prima di degradarsi.
Rispetto alle classiche batterie, come le stilo ad esempio, l’energia presente nelle batterie al rabarbaro è immagazzinata chimicamente in serbatoi ad alto contenuto di elettroliti, che servono a condurre le cariche elettriche.

Per vederle in circolazione ci vorrà, se tutto va bene il 2017 e l’esclusiva sarà dell’Europa, a dirlo è Emilio Sassone Corsi, consigliere di Green Energy Storage:

“Abbiamo raggiunto un accordo con Harvard di licenza esclusiva in Europa e entro la metà del 2016 avremo batterie con potenza superiore al kilowatt. Puntiamo a entrare sul mercato nel 2017”.