Il catetere smart a luce UV: interventi al cuore senza chirurgia

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UVCatetere

La medicina negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, sia nel campo della ricerca che nel campo della chirurgia, dove si elaborano sempre nuovi metodi e strumenti affinché gli interventi sui pazienti siano sempre meno invasivi.
Nel caso di operazioni delicate che interessano organi vitali come il cuore, l’introduzione di tecniche innovative come quella elaborata dal team di scienziati di Boston, permette di tirare un sospiro in più di sollievo.

Si tratta di un rivoluzionario catetere smart dotato di luce UV, in grado di correggere difetti o lacerazioni che si presentino, penetrando nella cavità, senza agire a cuore aperto. Per inserirlo, infatti, si utilizza la vena del collo o quella dell’inguine e da qui, arriva direttamente al cuore. A questo punto il medico provvede ad aprire due palloncini posizionati rispettivamente nella parte davanti della cannula che entra nella fessura, e nella parte che rimane dall’altro lato delle pareti del muscolo.

Sempre il medico specialista, procede poi a stendere un cerotto biodegradabile e attivare gli UV del catetere. La luce UV riflette all’interno dei palloncini e attiva lo strato adesivo del cerotto. Dopodiché entrambi i palloncini vengono sgonfiati e il catetere ritirato. Col tempo i tessuti si riparano in modo naturale fino a coprire il cerotto, che via via si degrada autoeliminandosi.

Si capisce bene che i benefici che potrebbe portare questa metodologia non sono da poco, visto non ci sarebbe bisogno di fermare il cuore al momento dell’intervento, cosa che di prassi si fa proprio per proteggerlo, e si eviterebbe di introdurre nell’organismo dispositivi medici destinati a rimanerci, perciò ad essere continuamente monitorati, o eventualmente sostituiti, causando al malato ulteriore stress fisico e psicologico.
Non solo, questa tecnica potrebbe essere applicata per chiudere ferite anche in altre parti del corpo ed essere la svolta per evitare incisioni traumatiche ed permanenti, come afferma Conor Walsh, tra gli autori del progetto, nonché founder del Biodesign Lab di Harvard:

This really is a completely new platform for closing wounds or holes anywhere in the body