Moria degli insetti: Intel mette un chip a bordo delle api

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I ricercatori del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) sono fermamente decisi a dare una spiegazione alla generale moria degli insetti e al progressivo spopolamento degli alveari. Per raggiungere lo scopo, il CSIRO ha appena annunciato di avere raggiunto un accordo con Intel per equipaggiare un gran numero di api con un dispositivo RFID in grado di raccogliere il maggior numero possibile di dati utili alla ricerca.

L’RFID sarà posizionato sul dorso delle api, come uno zainetto, e peserà circa un terzo del peso dell’insetto. L’alimentazione sarà assicurata da una batteria in grado di ricaricarsi grazie alla vibrazione delle ali.

I dati raccolti attraverso l’RFID saranno forniti ad un sistema Intel Edison in grado di gestire fino a 50 diversi tag. Il sistema comprende un processore Atom, 1GB di Ram, 5GB di storage, connessione WiFi e Bluetooth.

Non è la prima volta che si ricorre ad un sistema del genere per monitorare il comportamento delle api. Un esperimento è già stato condotto in Tasmania su circa 10.000 insetti taggati via RFID con buoni risultati.

Il professor Paulo De Souza membro del CSIRO ha paragonato il sistema alla “scatola nera” di un aeroplano. Attraverso le tecnologie fornite da Intel sarà possibile identificare i fattori che fin qui hanno condotto ad una generale diminuizione del popolo delle api. Saranno presi in esame fattori come pesticidi, inquinamento, contaminazione delle acque e molto altro ancora.

Le colonie di api naturali, ovvero non create in allevamento, stanno rapidamente diminuendo in tutto il mondo, suscitando notevole preoccupazione per gli scienziati. Le api sono responsabili per una quota del 33% per l’impollinazione dei vegetali che sostengono al nostra alimentazione. Senza l’aiuto di questi piccoli insetti, i prezzi di frutta e verdura potrebbero aumentare vertiginosamente, e diminuirebbe anche la loro disponibilità.

Il CSIRO ha scelto l’Australia come terra per condurre i propri esperimenti poiché la popolazione delle api australiane non è affetta dal noto parassita Varroa che attacca gli insetti ed è stato già riconosciuto come responsabile della scomparsa di molte colonie. La presenza del parassita inquinerebbe dunque i dati necessari ai ricercatori.

I dati della ricerca saranno probabilmente resi disponibili il prossimo anno e rivestiranno una particolare importanza data l’incidenza che le api hanno sull’ecosistema globale.