Amazon diventa una banca: prestiti ai venditori affidabili

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Amazon, da e-commerce a banca. Il marchio di Jeff Bezos ha deciso di concedere prestiti ai rivenditori terzi che utilizzano la propria piattaforma: l’erogazione sarà stabilita da algoritmi interni che prenderanno in considerazione alcuni aspetti, come la popolarità raggiunta dai prodotti di un dato venditore, dalla frequenza con cui esaurisce le scorte e i cicli d’inventario. Insomma, Amazon ha deciso di aiutare chi sembra poter alimentare il business, anche al di fuori dai confini di USA e Giappone, dove il servizio è già attivo da tempo.

Il servizio si chiama Amazon Lending ed è attivo nei due Paesi già dal 2012: entro l’anno 2015, annuncia il colosso dell’e-commerce, sarà invece disponibile in altri otto Paesi, ossia Italia, Canada, Francia, Germania, India, Spagna, Regno Unito e Cina. Una risposta bella e buona ad Alibaba, colosso cinese che fa concorrenza ad Amazon e che offre un servizio analogo di prestiti, già da diverso tempo. Con questa mossa, in ogni caso, Jeff Bezos conferma ancora una volta di saper diversificare il proprio business iniziale. Dopo aver messo tra i propri scaffali virtuali prodotti che nessun altro store online vende, dunque, Amazon ha ora deciso di fare anche da sportello bancario “ad inviti”.

Gli interessati ad ottenere un prestito, infatti, non dovranno fare alcuna esplicita richiesta all’azienda: sarà la stessa, dopo aver analizzato tramite gli algoritmi interni il business del venditore, ad inviare la proposta di prestito. Secondo le prime indiscrezioni, Amazon offrirà prestiti tra tre e sei mesi ai rivenditori terzi della piattaforma e la cifra andrà da un minimo di 1.000 ad un massimo di 600.000 dollari. I guadagni per l’azienda, deriveranno da un duplice canale: quello degli interessi sui prestiti, che vanno dal 6 al 14%, e quello delle vendite effettuate tramite il marketplace, visto che i rivenditori terzi occupano al momento il 40% delle vendite totali del sito di e-commerce.