La difesa della Privacy è un dovere morale, parola di Tim Cook

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Tim Cook, leader di Apple, a margine di un intervento, tenuto in videoconferenza, durante il convegno “EPIC 2015 Champions of Freedom” in Washington si è scagliato duramente contro il modo in cui le altre compagnie affrontano il problema della privacy e dell’utilizzo dei dati.

EPIC 2015 Champions Of Freedom è un evento organizzato da EPIC, centro di ricerca, che dal 1994 si batte per una più ampia protezione dei dati personali ed è proprietaria fra gli altri anche del sito www.privacy.org.

Tim Cook intervenendo nel corso dell’assemblea ha dichiarato:

“Come molti di voi, in Apple rigettiamo l’idea che i nostri clienti debbano scegliere fra privacy e sicurezza. Possiamo e dobbiamo fornire ambedue in egual misura. Crediamo che le protezione della propria privacy sia un diritto fondamentale per le persone. Il popolo americano lo chiede, la costituzione lo vuole, la moralità lo impone”

Ad assistere all’intervento di Tim Cook: Bruce Schneier uno dei maggiori esperti di crittografia mondiale, Marc Rotenberg presidente di EPIC, Hilary Rosen consulente del Partito Democratico, e Chip Pitts docente di diritto presso la Stanford Law School, considerato un punto di riferimento in materia di responsabilità delle imprese.

Apple, la privacy ed il rapporto con i governi

Un contesto in cui sarebbe stato difficile non schierarsi a favore della difesa della privacy. Eppure il tono e gli argomenti di Tim Cook sono andati ben oltre quelli di un intervento formale, schierandosi invece apertamente anche contro certe richieste provenienti da ambienti governativi.

Le parole di Cook si collocano nell’ambito di quelle già espresse durante una celebre intervista con Charlie Rose lo scorso anno, la presa di posizione nel caso del Celebrity Gate e il suo intervento al summit tenuto dal Presidente Obama sulla Cybersecurity a Stanford.

In tutti e tre i casi Cook aveva lasciato intendere che Apple non ha interesse nel raccogliere i dati degli utenti, leggere le loro email o i loro messaggi. Cook aveva dichiarato pubblicamente che Apple non collabora con alcuna agenzia governativa garantendo un accesso segreto ai dati personali degli utenti ed a proposito di iMessage aveva dichiarato che i dati sono criptati ed Apple non possiede la chiave.

Apple contro Facebook e Google

Tim Cook non nomina mai Facebook o Google nel suo intervento, ma in molti intravedono un evidente riferimento ai due colossi rivali quando il CEO di Apple dice:

“Vi sto parlando dalla Silicon Valley, dove alcune delle aziende più importanti e affermate hanno costruito il loro successo convincendo i loro clienti a fornire le loro informazioni personali. Queste compagnie stanno inglobando qualunque informazione sul vostro conto e stanno cercando di monetizzarla. Pensiamo che sia sbagliato, non è il tipo di azienda che Apple vuole essere”

Le parole di Cook si sono fatte ancora più dure ed esplicite quando ha cercato di spiegare il rapporto che esiste fra alcuni servizi considerati gratuiti ed il loro effettivo costo. Servizi che secondo Cook un costo molto alto in termini di scambio di informazioni personali contro vendita di pubblicità.

“Pensiamo che i clienti debbano possedere il pieno controllo delle loro informazioni personali”

ha detto Tim Cook, ed ha proseguito

“Potrebbero piacervi questi servizi così detti gratuiti, ma noi pensiamo che non valgano quanto il possesso delle vostre email, della vostra cronologia nelle ricerche, e ora anche delle vostre foto di famiglia e poterle vendere per chissà quale scopo pubblicitario. E pensiamo che prima o poi gli utenti vedranno tutto questo per esattamente quello che è”

Il CEO di Apple non nomina mai Google ma è evidente che si riferisce in parte al restyling del servizio Google Foto, ora offerto con storage illimitato e con alcune caratteristiche di classificazione automatica delle immagini.

Apple e la crittografia dei dati

Sul terreno della crittografia dei dati, Tim Cook si rivolge direttamente ai governi riferendosi ad alcuni segmenti della politica che vorrebbero poter accedere liberamente ai dati degli utenti in nome della sicurezza.

“C’è un altro attacco alle nostre libertà civile che vediamo crescere ogni giorno – è la battaglia per la crittografia. Qualcuno in Washington sta cercando di indebolire la capacità dei cittadini di criptare i propri dati “

ha detto cook, ed ha proseguito:

“Pensiamo che questo sia incredibilmente dannoso. Abbiamo offerto strumenti di crittografia dei dati nei nostri prodotti per anni e vogliamo continuare a farlo”

“Rimuovere gli strumenti di crittografia dai nostri prodotti, come qualcuno in Washington vorrebbe che facessimo, avrà conseguenze solo per i cittadini che osservano la legge e che realmente contano su di noi per proteggere i loro dati. I malviventi continueranno ad usare la crittografia; è facile da fare e largamente disponibile”

Luci e Ombre

Un intervento appassionato quello di Tim Cook, che segue la scia delle posizione già espresse da Apple in precedenza. Che si colloca tuttavia in un contesto dove difficilmente una presa di posizione alternativa nei confronti della privacy avrebbe trovato successo. In ogni caso un discorso credibile e veritiero che dipinge un quadro abbastanza vicino a quello reale ma anche getta più di un’ombra sulla concorrenza, ponendo al contempo Apple al di fuori della contesa per il possesso dei dati e anzi assumendo il ruolo di paladino della difesa dei dati personali