Spotify: streaming video in vista

0
2140

Spotify, pioniere e leader dello streaming musicale online, avrebbe in mente di estendere i propri servizi ampliandoli con lo streaming di contenuti video. Lo riporta il Wall Street Journal citando fonti vicine alla notizia.

Dall’alto dei suoi 60.000.000 di utenti Spotify si prepara dunque a fronteggiare l’attacco di Apple che porterà online entro Giugno il proprio servizio di streaming musicale, ampliando il suo raggio d’azione andando in diretta competizione con colossi come Youtube o Netflix. In altre parole: la situazione è complicata. Il mercato dell’entertainment è un goloso bocconcino per i molti contendenti e nessuno vuole mollare la presa.

Contatti con le media-company

Dunque, Spotify avrebbe avvicinato molte media-company digitali con un’offerta di partnership andandole a pescare in quello che viene comunemente chiamato multi-channel network. Si tratta di compagnie specializzate nel creare e distribuire video per YouTube. Spotify si sarebbe mossa con un’offerta d’acquisto dei materiali prodotti e anche proponendo eventuali coproduzioni di serie video. Sarebbero state contattate anche media-company più tradizionali nel tentativo di stringere un’alleanza.

Il modello di business legato ai video potrebbe non essere troppo diverso da quello a cui Spotify ha abituato i suoi utenti. I video entrerebbero nel mix delle proposte dedicate ad abbonati e non e potrebbero contemplare anche l’advertising come già accade per la parte musicale.

La situazione finanziaria

Spotify è un colosso dello streaming musicale. Nonostante questo, sono in molti a nutrire qualche dubbio sull’efficacia finanziaria del modello proposto da Spotify. I 60.000.000 di utenti che ogni giorno utilizzano il servizio rappresentano un fiore all’occhiello per la compagnia, ma di questi solo un 15% ha sottoscritto un abbonamento a pagamento.
Il fatturato di Spotify è costantemente in aumento, alimentato in parte dalla pubblicità in parte dai servizi in abbonamento, tuttavia gli introiti non sono sempre riusciti a coprire le perdite derivanti dal pagamento delle royalty dovute per i diritti da pagare alle major discografiche.
Per questo motivo sono in molti a credere che il modello misto proposto da Spotify non sia a lungo termine sostenibile.

Youtube e gli altri concorrenti

Se, come previsto, l’arrivo di Beats dovesse rosicare a Spotify una fetta di utenti, si tratterebbe di un guaio serio per la casa di origini svedese. La decisione di diversificare il proprio servizio introducendo anche lo streaming di contenuti video, appare dunque obbligata. Un servizio più completo e specializzato potrebbe convincere molti utenti a rimanere sulla piattaforma di Spotify.

Allargare la competizione al segmento video, non sarà comunque un’impresa facile. Il punto di riferimento è Youtube, che da anni adotta un modello finanziario basato sulla pubblicità. Anche Facebook tuttavia sta lentamente muovendo i propri passi nel mondo dei video e Twitter non è insensibile all’argomento.

Le possibilità di Spotify

Nonostante questo, Spotify potrebbe ancora avere qualche freccia al suo arco per competere con i temibili avversari. Prima di tutto: il legame indissolubile fra musica e video. Su questo punto Spotify potrebbe contare su una platea già di notevoli dimensioni. In secondo luogo le lamentele che molti creatori di video rivolgono a Youtube, accusata spesso di trattenere fino al 45% delle revenue generate dall’advertising. Infine Spotify possiede già una larga conoscenza sulle abitudini dei propri utenti. Non sarà dunque difficile abbinare i giusti contenuti video per soddisfare i gusti degli ascoltatori.

Le prossime mosse

Si tratta di una scommessa importante per Spotify, alle prese con i risultati altalenanti del proprio modello di business, e circondata da competitor agguerriti. Tuttavia Mark Williamson a capo del servizio dedicato agli artisti in una recente intervista ha dichiarato:

“Le priorità numero uno, due e tre dell’azienda sono crescita, crescita e crescita”

Una dichiarazione che toglie ogni dubbio sulla fiducia che i dirigenti hanno in Spotify. Nel frattempo l’azienda ha fissato un appuntamento con la stampa per il 20 maggio. L’invito recita solamente “Abbiamo qualche novità…” ma è abbastanza probabile che nel corso dell’evento si parlerà delle contromisure necessarie per affrontare Beats e forse si accennerà anche ad un proprio ingresso nel mondo dei video