Il Mercato Unico Digitale potrebbe valere 415 miliardi di euro

0
2125

La commissione europea ha appena pubblicato le linee guida di quello che viene indicato come “Mercato Unico Digitale“. Il documento contiene una serie di indicazioni che dovrebbero portare la vecchia Europa a sfruttare maggiormente le opportunità offerte dall’avvento delle nuove tecnologie. L’Europa vuole mettersi al passo con i tempi e garantire alle aziende quel mercato unico digitale che potrebbe iniettare nelle casse Europee fino a 415 milioni di euro e consentire la creazione di 3.8 milioni di posti di lavoro.

Numeri da capogiro che i più disillusi guardano con lo scettismo di chi conosce il gap tecnologico e burocratico che separa l’Europa dai floridi mercati digitali Americani. Lo stesso documento che esplicita le strategie dell’Europa riconosce in parte le difficoltà del piano sottotitolando brevemente: “Abbattere le barriere per sbloccare le opportunità online”.

La commissione europea individua una strategia unica per raggiungere l’ambizioso obiettivo: “abbattere i muri legislativi e muovere da 28 mercati nazionali ad un unico mercato europeo”.

Tre le aree tematiche individuate dalla commissione e che contengono l’analisi della situazione attuale e i passi per consentire alle imprese di creare quel mercato unico digitale che così tante nuove opportunità potrebbe aprire:

  • Un migliore accesso ai beni digitali e ai servizi
  • Un ambiente dove le reti digitali e i servizi possono prosperare
  • Il digitale come apripista per la crescita

Un migliore accesso ai beni digitali e ai servizi

In una sola parola la commissione fissa l’attenzione sul crescente mercato dell’e-commerce. Nonostante il volume degli scambi online cresca continuamente, solo il 15% dei consumatori compra beni online da negozi situati al di fuori del proprio territorio nazionale. I motivi di un tasso d’acquisto “cross-border” così basso rispetto ai volumi di vendita nazionali sono da ricercarsi nelle diverse regole contrattuali fissate nei diversi mercati e che spingono il consumatore ad una mancanza di confidenza al di fuori dei propri confini.

Inoltre il 62% delle aziende che vende i propri prodotti online, limita la circolazione delle merci all’interno del territorio nazionale, a causa dei costi alti e di una scarsa fiducia nell’affidabilità dei sistemi di consegna delle merci.

L’Europa dunque vuole semplificare la circolazione delle merci acquistate online anche attraverso i confini dei mercati e ammette che per farlo è necessario intervenire sulle norme contrattuali, sul sistema delle consegne, sulle leggi che regolamentano il copyright ed infine conclude:

“vendere al di fuori dei propri confini potrebbe significare una spesa di oltre 5.000€ annui extra per azienda per adeguare i costi dell’IVA paese per paese. Una sola registrazione elettronica, una sola forma di pagamento e una soglia comune potrebbe abbattere questo limite”

In altre parole mercato unico digitale potrebbe significare anche unificare i 28 regimi d’IVA diversi che attualmente contraddistinguono l’Europa

Un migliore accesso ai beni digitali e ai servizi

Quattro i punti che caratterizzano quest’area tematica. Prima di tutto è necessario puntare sulle infrastrutture di telecomunicazione. La banda larga è una necessità dettata dalla crescente richiesta di contenuti e servizi. Non ci può essere un’economia digitale se non c’è abbastanza banda per sostenerla. Dunque bisogna individuare norme che favoriscano un settore delle comunicazioni forte, dinamico e competitivo.

Il mondo sta cambiando e con esso anche il modo di fruire l’informazione, che sempre di più passa per una richiesta on demand, per l’uso del mobile e per la consultazione online di contenuti audio-video. L’Europa necessità di norme che non limitino la circolazione delle informazioni attraverso i confini dei paesi europei.

I motori di ricerca, i social media, le piattaforme di e-commerce e di comparazioni prezzo, giocano un ruolo importante nel mercato digitale. Tuttavia si avverte sempre di più la necessità di “trasparenza” nel come questi colossi gestiscono i servizi che propongono al pubblico. La commissione vuole norme che regolamentino questo genere di servizi. Non si può non cogliere però in questa richiesta di trasparenza un riferimento alle indagini della commissione Europea su Google e Facebook.

Infine è necessario individuare norme che consentano di salvaguardare il modo in cui i fornitori di servizi utilizzano i dati degli utenti. Anche in questo caso non è difficile accostare questa necessità di privacy a quanto sta avvenendo nel caso Facebook.

Un migliore accesso ai beni digitali e ai servizi

Industria, disponibilità delle tecnologie, standard in settori nevralgici come l’Internet Of Things, Big Data, formazione. Queste le parole chiave che caratterizzano l’ultima area tematica affrontata dalla commissione.

L’Europa vuole che le nuove tecnologie siano rese disponibli al sistema industriale, che esistano degli standard per l’interoperabilità e che le nuove leve siano in grado di affrontare rapidamente il mercato del lavoro. Solo in questo modo si possono trasformare le opportunità offerte dal mercato digitale in opere concrete e durature nel tempo.

Non c’è mercato unico digitale senza Europa

Appare evidente dunque che il famoso mercato unico digitale, dal valore di 415 milioni di euro e 3.8 milioni di posti di lavoro, passa per la capacità dell’Europa di attraversare le barriere economiche e culturali che fin qui ne hanno fermato la crescita. Un obiettivo realmente ambizioso, fin qui solo parzialmente realizzato. Le nuove tecnologie, hanno però da sempre, seguito percorsi alternativi rispetto ai mercati tradizionali, ed anche in questo caso la spinta innovativa che contraddistingue il mercato digitale potrebbe riuscire la dove altri mercati fino ad adesso hanno fallito