Il dissalatore fotovoltaico del MIT: acqua potabile dal mare

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Il 22 Marzo in occasione della giornata mondiale dell’acqua, gli esperti hanno lanciato l’allarme: il 40% in meno entro il 2030. Oggi il MIT, il Massachusetts Institute of Technology, ovvero uno dei più importanti centri di ricerca del mondo, si aggiudica il premio Desal 2015 – manifestazione ideata con l’intento di premiare il miglior sistema di dissalazione per rifornire le riserve d’acqua del pianeta.

Il MIT parte da una solida affermazione: nel mondo è disponibile un quantitativo di acqua salata molto maggiore rispetto alla normale acqua potabile. In India per esempio il 60% del territorio è ricoperto da acqua salata e per la gran parte di quest’area non esiste una rete elettrica in grado di alimentare un normale impianto di dissalazione basato a osmosi inversa.

Sulla base di queste considerazioni il MIT ha avviato uno studio che mostra che è possibile sfruttare l’energia prodotta da pannelli solari per alimentare un sistema di dissalazione basato su una tecnica nota come elettrodialisi.

Il sistema proposto dal MIT prevede che l’acqua venga fatta passare attraverso due elettrodi con carica opposta. Gli elettrodi agiscono sul sale disciolto in acqua composto da ioni positivi e negativi con l’effetto di trascinare fuori gli ioni lasciando l’acqua dolce al centro del flusso. L’acqua dolce viene poi separata da quella salata attraverso una serie di membrane e disinfettata attraverso raggi ultravioletti.

La ricerca, condotta in India da Natasha Wright, Amos Winter e Robert N. Noyce ha portato alla conclusione che nelle località prescelte per il progetto l’applicazione della tecnica dell’elettrodialisi condurrebbe a risultati più efficaci rispetto all’osmosi inversa che è invece tipicamente utilizzata in molti sistemi di depurazione tradizionali.

Winter ha spiegato che le caratteristiche del territorio indiano si adattano perfettamente alla tecnica dell’elettrodialisi. Il livello di salinità delle acqua indiane sarebbe infatti abbastanza basso da consentire un’applicazione efficace del sistema a fronte di un risparmio energetico di quasi il 50% rispetto all’utilizzo di un impianto tradizionale. Inoltre un impianto del genere sarebbe in grado di rendere potabile quasi il 90% dell’acqua trattata contro un 40-60% stimato per un sistema ad osmosi inversa.

Il basso consumo energetico, l’efficacia del procedimento ed il maggiore recupero di quantità di acqua potabile rende il sistema molto efficace in zone dove tradizionalmente la disponibilità di acqua potabile e di energia elettrica è piuttosto bassa.

Il costo iniziale dell’impianto sarebbe assorbito proprio dalla bassa richiesta energetica. Un sistema a pannelli solari abbastanza modesto sarebbe in grado di alimentare un impianto di dissalazione in grado di provvedere alle esigenze di 2000-5000 persone. Il basso costo dell’impianto fotovoltaico compenserebbe quello più alto iniziale