Youtube in abbonamento per chi non vuole la pubblicità

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Già nel mese di Ottobre 2014, nel corso della Re/Code Conference, Susan Wijcicki CEO di Youtube, aveva rilasciato alcune dichiarazioni che lasciavano intendere che a Youtube non sarebbe dispiaciuto consentire agli utenti, che ne avessero fatto richiesta, la rimozione della pubblicità in cambio di una quota di abbonamento al servizio.

“Youtube attualmente è supportato dall’Advertising che è un’ottima cosa perché ci consente di raggiungere miliardi di utenti; ma può arrivare un momento in cui le persone potrebbero non volere più vedere la pubblicità…gli utenti dovrebbero avere la possibilità di scegliere se vedere la pubblicità oppure pagare una fee, che è un modello interessante – stiamo pensando se offrirgli questa possibilità”

Aveva dichiarato Susan Wijcicki.

Oggi sembra essere giunto il momento in cui Youtube rompe gli indugi e introduce una forma di abbonamento in cambio della rimozione della pubblicità. In altre parole gli utenti potranno scegliere se visualizzare i video in maniera del tutto gratuita accettando di dover visualizzare di tanto in tanto filmati pubblicitari, oppure rimuovere totalmente la pubblicità a fronte del pagamento di un abbonamento.

La notizia è partita da Bloomberg che riporta il contenuto di una lettera inviata da Youtube ai video-maker nella quale il gigante dello streaming cita i successi ottenuti con l’introduzione dell’abbonamento per il servizio Youtube Music Key e sostiene rivolgendosi ai creatori di contenuti:

“I vostri fan vogliono poter scegliere. Non solo vogliono decidere quallo che vogliono guardare, ovunque, e su ogni device, ma vogliono che i servizi di Youtube siano costruiti su misura per le loro esigenze”

e aggiunge riferendosi ai risultati ottenuti con Music Key

“Siamo entusiasti di poter aggiungere sulla base di questo successo un altro grande passo a favore della possibilità di scelta: offrendo ai fan una versione ads-free di Youtube in cambio di un abbonamento mensile. Creando una nuova offerta a pagamento, genereremo una nuova fonte di ricavi che andrà ad aggiungersi alle vostre revenue derivanti dalla pubblicità”.

Un passo semplice ma decisivo

Apparentemente la decisione di Google di introdurre una forma di abbonamento che affianchi quella gratuita supportata dalla pubblicità, sembrerebbe una decisione semplice. In realtà gli effetti sul mercato sono tutti da verificare. Un’evoluzione di Youtube in tal senso trasformerebbe il servizio di streaming, infatti, in un competitor per tutte le TV online e via cavo che già trasmettono contenuti a pagamento. In America Youtube diventerebbe un diretto concorrente di Netflix e di HBO, con Apple che non è indifferente al mercato della Online TV. Dunque la mossa di Google si inserisce in un quadro abbastanza dinamico che vede la partecipazione di tutti i big. Google certamente non poteva rimanere esclusa da questo segmento.
A fare da apri-pista Google aveva comunque lanciato Music Key, il servizio per la fruizione di musica in abbonamento, attivo da Novembre e che ha fornito a Google una serie di indicazioni per ampliare l’offerta anche ai video.

La ripartizione degli utili e i costi

I costi del servizio in abbonamento non sono ancora noti, così come non è nota la modalità con cui Google intende ripartire gli utili. Da un lato i fornitori di contenuti, i creatori di video, dovranno vedersi riconoscere una parte degli introiti derivanti dall’advertising esattamente come avviene ora. Tuttavia le revenue dovranno essere integrate con le somme generate dagli abbonamenti. Se il calcolo per l’advertising sembra abbastanza semplice ed è come sempre basato sulla percentuale di visualizzazioni della pubblicità, per gli introiti derivanti dagli abbonamenti il calcolo potrebbe essere più complicato.

La nuova piattaforma è attesa entro l’anno, dovremo ancora attendere qualche tempo per conoscere i dettagli sulla suddivisione delle revenue e sui costi dell’abbonamento