Facebook indagata da 6 paesi europei privacy sotto accusa

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È sempre la gestione della privacy a mettere nei guai Facebook. La usano i suoi rivali come argomento per guadagnare qualche posizione, la usano i governi per mettere al riparo i cittadini dall’ipotesi di un utilizzo troppo disinvolto dei dati.

Questa volta sarebbero ben sei i paesi europei ad avere in corso un’indagine sulla società di Zuckerberg. Francia, Spagna e Italia si sarebbero aggiunte a Belgio e Olanda nel gruppo guidato dalla Germania che già da tempo hanno in corso azioni di indagine nei confronti di Facebook e che vedono al centro del contenzioso proprio la gestione della privacy.

La notizia è riportata dal Wall Street Journal che scrive:

“Facebook sta per andare incontro in Europa ad un’ondata di indagini sulla sua gestione della privacy, aumenta la tensione fra le autorità europee e i giganti della tecnologia americana”

Una gestione disinvolta dei dati sulla privacy

Il cuore del problema riguarderebbe la modalità con cui Facebook raccoglie e incrocia i dati dai suoi servizi, da Instagram e da WhatsApp. Sarebbe sotto la lente degli investigatori anche l’uso del pulsante like che, inserito anche in siti esterni a Facebook, potrebbe condurre ad utilizzare i dati di persone che non hanno dato un consenso esplicito al gigante dei social per il loro utilizzo.

In altre parole, sotto accusa ci sarebbero tutte quelle tecniche, cookie inclusi che mirano a tracciare le abitudini di navigazione dell’utente allo scopo di meglio selezionare gli annunci pubblicitari più indicati da mostrare. Non è certo l’unico motivo per cui Facebook e soci potrebbero mirare a tracciare i comportamenti dell’utente ma fra i tanti sicuramente occupa una posizione di rilievo.

Possibili pesanti sanzioni

Sei governi europei in ogni caso starebbero indagando sulla liceità dell’utilizzo dei dati acquisiti da Facebook e sulle modalità di raccolta. In caso di riconoscimento di un comportamento illecito l’UE potrebbe indurre Facebook a modificare alcune delle proprie pratiche di business o potrebbe comminare una multa di parecchi milioni di euro.

Lo sforzo combinato di sei paesi in un azione legale nei confronti di Facebook riveste una certa importanza poiché fino ad ora le azioni del social sono sempre ricadute sotto il controllo legale dell’Irlanda che è anche il paese in cui risiede la sede europea, ma con uno sforzo congiunto dei sei paesi si potrebbe arrivare ad una nuova regolamentazione in materia di privacy che vedrebbe coinvolta Facebook e altre aziende americane.

La reazione di Facebook

Facebook in una breve nota ha dichiarato di adottare comportamenti aderenti alla legge europea sulla privacy e di essere regolarmente sotto il controllo delle autorità irlandesi, inoltre ha aggiunto di non avere notizia di azioni legali condotte da Francia, Spagna o Italia, aggiungendo che nel caso in cui dovese ricevere ulteriori comunicazioni da uno dei paesi interessati risponderebbe in modo adeguato.

Anche un portavoce della commissione che controlla l’uso dei dati in Irlanda ha dichiarato di essere in frequente contatto con Facebook e che grazie ai controlli effettuati Facebook ha adeguato i propri comportamenti alla normativa in corso.

Conflitto di interessi

Non è un buon momento per le aziende tecnologiche americane in Europa, con Facebook sotto il mirino dell’UE, Google braccata dall’antitrust, Amazon e Apple vigilati speciali dell’erario.

L’Europa cerca di regolamentare un mercato complesso che ha radici culturali ed economiche lontane da quelle del vecchio continente, due ragioni difficili da conciliare.