Titan X la nuova GPU di Nvidia mostra i muscoli

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Mostrata nel corso della GDC, svoltasi a San Francisco il 6 marzo scorso, la nuova GeForce GTX Titan X, promette di far sognare il popolo dei videogiocatori e non solo.

La nuova arrivata di casa Nvidia si basa sulla già nota GPU GM200, quindi su architettura Maxwell. Si tratta di una GPU composta da ben 8 miliardi di transistor, ovvero ben tre miliardi in più rispetto alla già nota GM204 montata dalla Nvidia GeForce GTX 980, e appena (si fa per dire) un miliardo in più rispetto al GK110, il chip usato per far girare numerose schede della serie GTX, tra cui la GTX Titan, la GTX Titan Black e parecchie schede della serie 700 di GTX.

Se proprio si deve individuare un difetto sulla GPU GM200 ha forse qualche piccolo problema di spazio, inteso come dimensione. Riferendosi alla già citata versione precedente, cioè la GK110 ha un volume di quasi il 10% in più, con un area di 601 millimetri quadri. È dunque un chip voluminoso e articolato prodotto con il processo a 28 nanometri high-k metal gate. Per ciò che attiene la potenza (il TDP, volgarmente detto) questo rimane come in precedenza di 250 watt.

Si basa su architettura Maxwell. Non una novità, poiché la si era già vista apparire lo scorso settembre sul GM204, integrata nelle due GeForce GTX 970 e GeForce GTX 980. Si tratta però di una versione potenziata. Infatti rispetto ai quattro Graphics Processing Clusters (GPC) della GM204 qui ne abbiamo ben sei. E volendo far qualche conto troviamo un totale di 24 SMM inclusi, se si considerano i quattro Streaming Multiprocessors per GPC. Se ancora li moltiplichiamo per i 128 CUDA Core integrati in ogni SMM troviamo ben 3072 CUDA Core all’interno della potentissima GeForce GTX TITAN X.

Strutturalmente ogni SMM è ripartito in quattro settori, ognuno con il proprio warp scheduler, buffer istruction e qualche unità di dispatch. Duplicando quanto offerto in precedenza dal primo chip Maxwell, ovvero il GM107 che venne integrato sulle schede GTX 750 Ti, le GM200 offrono fino a e 48KB di cache texture/L1e 96 KB di memoria condivisa.

La GM200 resta la migliore della famiglia Maxwell per ciò che attiene ai calcoli in doppia precisione, i cosiddetti FP64.

Aumentate anche le partizioni ROP rispetto ad edizioni precedenti. Nella GeForce GTX 980 ne erano apparsi 4 mentre la nuova Titan X ne monta sei. Considerando che ogni partizione monta 16 unità abbiamo 96 integer pixel in ogni clock a 32 bit. A ciascuna partizione è abbinata 512 KB di cache L2, per un totale di 3MB. Una cache riprogettata da Nvidia per evitare problematiche di rallentamento. Il bus a 384 bit può contare su una memoria che gira a 7Gb al secondo.

Non certo un prodotto rivolto a tutte le tasche visto che Nvidia venderà la nuova Titan X per non meno di 999 dollari. Si tratta di una scheda che sarà particolarmente apprezzata da chi si occupa di editing video, di grossi computi matematici o ama l’esperienza di gioco in hd senza scatti o perdita di qualità di immagine.

La Titan X è acquistabile a partire dal 18 marzo solo sullo store Nvidia, per un massimo di due pezzi per singolo ordine. Naturalmente via via la scheda sarà acquistabile anche su altri canali di vendita. Forse lascia un po l’amaro in bocca questo Titan x, proprio per il rapporto qualità prezzo, riservato ai super amatori. Infatti, quando sarà disponibile in Italia il prezzo non dovrebbe essere inferiore ai 1200€.