Facebook ecco cosa si può pubblicare e cosa no

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Facebook è il più grande social network al mondo, ogni giorno vengono scambiati sulla piattaforma di Zuckerberg e soci un numero esorbitante di contenuti fra status, aggiornamenti delle pagine, post, immagini e video. Un numero così grande di contenuti necessariamente espone Facebook ad una continua richiesta da parte degli enti governativi sui contenuti postati e sui loro autori e allo stesso modo provoca costantemente malintesi fra le pesone.

Le regole su cosa si possa postare o no su Facebook non sono sempre state chiare, così il social è corso ai ripari aggiornando le proprie linee guida che e spiengando in modo più approfondito quali sono le norme da seguire in merito a post a sfondo sessuale, erotico, razzista, sul bullismo, sull’autenticità dell’identità e su una serie di altri punti che fino ad ora avevano soggiornato nella terra di nessuno.

Monika Bickert resposanbile delle Policy di Facebook e Chris Sonderby a capo del dipartimento che si occupa degli affari legali in Facebook hanno pubblicato su Facebook un documento dal titolo “Spiegazioni sugli standard della nostra Community e approccio alle richieste degli enti governativi” in cui spiegano qual è lo spirito con il quale le norme sono state aggiornate

Non un cambiamento delle regole ma un approfondimento

Non si tratta di un documento che cambia le regole di Facebook ma di una serie di approfondimenti tesi a meglio spiegare cosa Facebook intenda quando si parla per esempio di nudità, incitamento all’odio. È la stessa Monika Bickert a spiegarlo nella premessa che apre il documento:

“Disponiamo di un set di standard che regolamentano l’uso della community e che aiutano a capire cosa è consentito pubblicare su Facebook e cosa no. Queste regole sono progettate per creare un ambiente dove le persone si sentono invogliate e motivate a trattare gli altri con rispetto e spirito di comprensione reciproca”… “Oggi vogliamo fornire ulteriori dettagli e chiarire cosa è consentito fare e cosa non è consentito, per esempio cosa intendiamo per nudità o cosa intendiamo per incitamento all’odio, ma le nostre policy e i nostri standard non stanno cambiando”

Facebook e le richieste degli enti governativi

Nonostante Facebook disponga di questo set di regole prosegue Monika Bickert ci sono delle volte in cui “dobbiamo rimuovere o restringere l’accesso a particolari contenuti perché violano qualche legge di un particolare paese nonostante non violi le regole che sono contenute nelle nostre policy. Il numero di richieste pervenute dai governi in merito a violazioni di leggi locali viene riportanto in un documento dal titolo Global Government Requests Report“.

Dunque Facebook pubblica un documento con i numeri di tutte le richieste pervenute dagli enti governativi. Così per esempio dall’Italia dal Luglio al Dicembre 2014 sono pervenute un totale di 1.774 richieste totali, rispetto alle quali sono stati forniti dati per il 46.45% delle richieste.

È lo stesso Facebook a chiarire infatti che non tutte le richieste provenienti dagli enti governativi vengono soddisfatte, solo quelle che appaiono ragionevoli o dentro i limiti hanno risposte e allo stesso modo è possibile che determinati contenuti vengano censurati solo rispetto ai paesi dove sono considerati illegali o oggetto di investigazione e non in altri.

Contenuti che incitano all’odio

È questo il punto dove Facebook ha più difficoltà ad esprimere correttamente le regole da applicare alla community che rimangono in questo senso ancora piuttosto vaghe. È sempre Monika Bickert a dettagliare questo punto:

“I post che incitano all’odio sono sempre stati bannati da Facebook e nel nostro regolamento della community spieghiamo quali sono i nostri sforzi per mantenere la community libera da ogni tipo di linguaggio abusivo. Sappiamo che molti paesi si lamentano circa l’incitamento all’odio nelle loro community così dialoghiamo costantemente con gli enti governativi, le community e gli esponenti eaccademici nel mondo per essere sicuri di essere nella migliore posizione possibile per riconoscere e rimuovere posto di incitamento all’odio dalle nostre community. Sappiamo che le nostre policy non possono essere perfette per ogni tipo di contenuto, specialmente dove abbiamo una conoscenza limitata del contesto ma valutiamo ogni contenuto segnalato in modo serio e facciamo del nostro meglio per trattarlo nel modo più corretto

Post contenenti immagini di Nudo

Nelle scorse settimane si era scatenata una polemica senza fine a causa dell’immagine dell’opera d’arte “L’origine della vita” rimossa da Facebook perché erroneamente indicata come oscena. Così Facebook su questo punto incassa un duro colpo ed è costretto a spiegare:

“Imponiamo anche delle limitazioni alla pubblicazione di immagini di nudità. È nostra intenzione rispettare il diritto delle persone di condividere contenuti importanti per loro, siano essi fotografie di una scultura come il David di Michelangelo o foto di famiglia di una madre che allatta al seno il figlio.”

Autenticità dell’identità

Su questo punto Facebook è costretto a fare una decisa retromarcia. La precisazione è dovuta rispetto ad una polemica nata qualche tempo fa quando un gruppo di Drag Queen aveva rimosso i propri account, spesso famosi, da Facebook perché il social Network voleva costringerli ad usare i loro nomi reali invece dei loro pseudonomi. Facebook è dunque costretta a precisare:

“C’è stata un mucchio di confusione fra le persone che pensano che gli stiamo chiedendo di usare il nome che hanno scritto sulla loro patente di guida. Non è un’interpretazione accurata, noi vogliamo che la gente usi il nome che usano nella loro vita reale”.

È quanto dichiarato dalla Bickert al sito re/Code