eCommerce: Italia in ritardo, solo il 4% delle imprese vende online

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Il commercio elettronico è sempre di più un volano per l’economia, lo dimostra l’andamento delle vendite dei grandi colossi internazionali. Tuttavia l’Italia è ancora una volta in ritardo rispetto a questa opportunità di business.

A diffondere i dati sulla diffusione dell’ecommerce per le imprese italiane è il Consorzio del commercio elettronico Netcomm che raggruppa le maggiori imprese del settore e si occupa di favorire la diffusione del commercio elettronico.

In un incontro alla camera dei deputati Netcomm ha presentato un quadro preciso di quale sia la penetrazione dello strumento eCommerce per le imprese italiane accompagnando questa ricerca da un documento di proposta per l’introduzione di norme che favoriscano lo sviluppo del commercio elettronico nel nostro paese.

“In Italia siamo in ritardo sia per la percentuale di vendite online sia per le imprese che sono sul web”. A dirlo è Roberto Liscia, presidente Netcomm, “il fatturato delle vendite online italiane è di 14 miliardi di euro, siamo dietro alla Spagna dove si raggiungono i 17 miliardi”, ha aggiunto.

Le imprese italiane che vendono online sono solo il 4% del totale pur disponendo di prodotti esclusivi e di qualità che ben si presterebbero al commercio elettronico, la media europea è di 11 punti superiore e raggiunge il 15%.

I motivi per cui le imprese italiane investono poco in eCommerce sarebbero da ricondurre ad una carenza di accesso alla banda larga e alla mancata copertura finanziaria per gli investimenti necessari per aprire nuovi scenari di mercato utilizzando la rete.

“L’Italia è conosciuta nel mondo per i suoi prodotti di abbigliamento, calzature, accessori, moda, arredo, design, vino e prodotti alimentari-gastronomici di qualità. Tutte le piccole e medie imprese italiane che producono e/o commercializzano questo tipo di prodotti hanno degli spazi di mercato straordinari, tecnicamente stiamo parlando di una platea di oltre 1 miliardo ci consumatori che abitualmente compra online e di 2,6 miliardi di individui che sono su internet. Ma stiamo perdendo competitività a livello globale e non riusciamo a sfruttare il potenziale del Made in Italy che potrebbe trovare più facilmente sbocchi su questi mercati”.

ha detto Roberto Liscia

Così mentre il mercato complessivo cresce di circa il 20% all’anno negli ultimi sei anni e cresce anche il numero di utenti che comprano online, innescando perciò un circolo virtuoso che potrebbe rappresentare un volano economico specialmente in questo momento di recessione, le imprese italiane continuano ad essere fanalino di coda in un settore che potrebbe fonire una boccata di ossigeno per la nostra malandata economia