Facebook sotto accusa per la scansione di messaggi privati

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Il colosso dei social network andrà incontro ad una vertenza legale con l’accusa di avere “spiato” i messaggi privati degli utenti per garantire una visualizzazione più mirata dell’offerta pubblicitaria.

Il giudice Phyllis Hamilton in Oakland, California ha largamente negato le obiezioni sollevate fa Facebook nel tentativo respingere le accuse.

La difesa della società di Zuckerberg si basa su quella parte dell’Electronic Communications Privacy Act che consentirebbe ai provider di poter intercettare le comunicazioni degli utenti nel caso di attività mirate al corretto svolgimento delle proprie attività di business.

Il giudice Hamilton tuttavia ha dichiarato che Facebook non ha fornito sufficienti spiegazioni su come la pratica oggetto della contestazione possa rientrare nel normale svolgimento delle proprie attività.

La causa è stata impiantata nel 2013 quando Facebook è stato accusato di scansionare i messaggi privati degli utenti alla caccia di link scambiati, ciascun link sarebbe poi stato equiparato ad un Like sulla pagina. Allo stesso modo questi “Like” sarebbero stati utilizzati per proporre agli utenti pubblicità mirata.

Facebook avrebbe cessato la pratica di scansionare i messaggi privati degli utenti già da Ottobre 2012, tuttavia starebbe ancora utilizzando tecniche di analisi allo scopo di impedire la diffusione di virus o malware.

La causa assume una particolare rilevanza non solo per l’oggetto della contestazione, ma anche perché FB secondo quanto riportato da Bloomberg, in caso di condanna potrebbe dover pagare fino a 10.000$ per ciascun utente vittima della violazione della privacy.

10.000$ per ogni utente non sono proprio bruscolini neanche per una società delle dimensioni di Facebook

 

Fonte: Reuters, Bloomberg

Via: The Server Side Technology