“The Interview” arriva al cinema. Non è un colossal ma è un successo

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The Interview non è un film qualunque, ovvero sarebbe un film come tanti, se non fosse che è finito al centro di una sorta di guerra fredda fra Corea del Nord, America, Russia alla quale partecipa anche un gruppo di super Hacker in grado di penetrare le difese dei sistemi informatici di alcune delle aziende più importanti al mondo.

La trama

Prima di tutto la trama del film: il conduttore televisivo Dave Skylark, interpretato da James Franco e il suo collega Aaron Rapoport, interpretato da Seath Rogen, sono in procinto di partire per Pyongyang, capitale della Corea del Nord, dove li attende un’intervista con Kim Jong-un attuale leader della Corea del Nord, non esattamente un campione di democrazia e tolleranza.
Poco prima di partire, i due protagonisti del film vengono contattati dalla CIA, con il preciso compito di assassinare il dittatore Nord Coreano.

Il copione del film è firmato Dan Sterling e non è un giallo, un film d’azione o una spy-story con delitto. Si tratta invece di una commedia in pieno stile americano, con tutti gli elementi classici di un film che vuole divertire neanche in modo troppo sottile ma sfruttando tutte le gag comiche del genere. I due protagonisti non sono certamente delle terribili spie, al contrario ne rappresentano il lato più comico e impacciato. Allo stesso modo il dittatore Kim Jong-un viene rappresentato in modo satirico come non esattamente un fulmine di intelletto.
In altre parole un film che sfrutta tutti gli elementi tipici del genere “le comiche”.

L’attacco Hacker

Tanto basta però per scatenare il fin di mondo. I sistemi informatici di Sony casa produttrice del film vengono attaccati da un gruppo hacker noto come “Guardians of Peace”. Finiscono in rete i dati di qualche migliaio di dipendenti di Sony, vengono sottratte le pellicole di film ancora non usciti nelle sale come Spectre di James Bond, gli hacker si impossessano anche dei dati riservati di alcune stelle del cinema come Sylvester Stallone e Jessica Alba Infine finisce nelle mani dei “Guardians of Peace” un po’ di tutto: email, note, memorandum, documenti. Un danno di proporzioni eccezionali quantificato intorno ai 200 milioni di dollari.

Sony ritira il Film

Sotto la minaccia hacker rinforzata dalla promessa di ulteriori ritorsioni ancora più dure e violente in caso di pubblicazione del film, Sony decide di ritirarlo dalle sale. Anzi per la verità Sony lascia ai responsabili delle sale cinematografica la possibilità di scegliere se proiettare o meno la pellicola.

Obama, la politica e la risposta Nord Coreana

Sin da subito appare possibile un collegamento fra il gruppo “Guardians of Peace” e un gruppo Nord Coreano conosciuto come “DarkSeoul”. In altre parole viene ipotizzato un coinvolgimento diretto della Corea del Nord nell’attacco hacker a sony. Ovviamente la Nord Corea prende le distanze dall’attacco e anzi richiede che venga effettuata una ricerca congiunta fra FBI e forze Nord Coreane per acciuffare i responsabili.

Prende la parola il presidente Obama che addirittura nel discorso di fine anno dice

“Nessun dittatore ci imporrà la censura ma sbagliato ritirare il film”.

The Interview diventa dunque un caso politico. La Sony reagisce e risponde: “Non ha capito”, riferendosi al fatto che il film non è stato ritirato ma è stata lasciata libertà di scelta ai responsabili delle sale cinematografiche.
Resta il fatto che nessuno per il momento proietta la pellicola.

Va in scena la rete

Ovviamente c’è una reazione sdegnata del popolo di Internet. Arrivano notizie che il film è disponibile su Torrent. La cancellazione della proiezione di “The Interview” viene recepita come il tentativo da parte di una nazione di limitare la libertà di espressione nel mondo. Interviene Google che tratta con Sony per rendere disponibile “The Interview” su Youtube e Google Play. La forza d’urto è talmente importante che si apre uno spiraglio per una proiezione ufficiale del film.

“The Interview” arriva nelle sale

Nella notte fra il 24 e il 25 Dicembre il film viene proiettato a Los Angeles, con piena soddisfazione dei protagonisti e diventa un simbolo di libertà d’espressione. Così nonostante il film per quanto piacevole non sia esattamente un colosso della cinematografia conquista la posizione di film più dibattuto del 2014 in barba ad ogni tentativo di ostruzione. Attualmente oltre che su Google Play, il film viene proiettato in circa 300 sale americane.