La Cina sospettata di avere violato la Posta Americana

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Il time riporta che i sistemi informativi dell’USPS (U.S. postal service) sono stati violati. Circa 800.000 dati relativi ad altrettanti impiegati e contenenti nomi, numeri di telefono date di nascita, indirizzi di residenza e altre informazioni del tutto personali potrebbero essere finite nelle mani sbagliate.

Allo stesso modo gli utenti che hanno utilizzato il servizio postale fra il primo Gennaio e il 16 Agosto potrebero essere stati vittime dello stesso furto di dati. Non sembra per fortuna invece esserci il rischio di furto anche di numeri di carte di credito o altre informazioni finanziare.

“L’intrusione è stata limitata e tutte le operazioni relative al servizio postale stanno invece funzionando normalmente”

è quanto ha dichiarato Davide Partenheimer responsabile delle relazioni con i media per USPS.

“Abbiamo cominciato ad investigare su questo incidente e a breve ne sapremo di più, stiamo cooperando con le forze dell’ordine. I servizi investigativi sono affidati all’FBI in collaborazione con altre agenzie federali.”

Il Washington Post riporta che a compiere il gesto sarebbero stati alcuni hacker al soldo del governo cinese. Ovviamente la stessa Cina nega nel modo più assoluto di avere un qualunque ruolo in questa incresciosa faccenda. Il tutto avviene alla vigilia della visita del presidente Obama a Beijing dove incontrerà il presidente Xi Jinping per un vertice sull’economia.

Non è la prima volta che la Cina viene accusata di un atto così grave, ed in questo caso specifico nonostante l’ombra del sospetto non si capisce davvero perché il governo cinese dovrebbe assoldare degli hacker per impossessarsi dei dati personali degli impiegati del servizio postale americano.

Il Washington Post riporta una dichiarazione di James A. Lewis un esperto di cyber-crimine il quale dice:

“Stanno semplicemente cercando di ottenere un grande numero di dati sugli impiegati del governo americano, per i cinesi è probabilmente un modo per costruire il loro inventario di persone americane che possono essere contattate dal controspionaggio con lo scopo di assoldarle”.

Francamente a noi che leggiamo, tutto questo sembra un poco surreale. E non si capisce assolutamente perché la Cina dovrebbe mai fare qualcosa del genere. Dal nostro punto di vista, di tutto questo rimangono le 800.000 persone i cui dati sono finiti nelle mani di chissà chi e non sappiamo a quale scopo, ed un grande interrogativo: quando la privacy su internet sarà tutelata seriamente?

Non hanno forse ragione coloro i quali sostengono che abbiamo diritto alla nostra privacy? anche utilizzando in rete i vecchi nickname e la navigazione anonima che tanto è stata combattuta negli ultimi anni?

Questo non perché una presenza anonima in rete avrebbe risolto il problema degli 800.000 dati prelevati in modo fraudolento dagli uffici postali americani, ma solo per ribadire il concetto che i nostri profili sono attualmente merce di scambio su più livelli e lo sono talmente tanto che organizzazioni non legali fanno di tutto per averli.

Non sarebbe forse il caso di ridurre questa mercificazione tornando ad una Internet in cui la nostra privacy è meno a rischio?

Foto by Yuri Samoilov (CC BY 2.0)